Una distesa di verde, una breve salita e poi un campo da calcio. a impreziosire la cima della collina. Sulla rete che delimita il perimetro del rettangolo di gioco c’è il volto di Emiliano Mondonico, ritratto ai tempi in cui era il mister della sua amata Fiorentina, la squadra che riportò in Serie A nel 2004, dopo uno spareggio al cardiopalma con il Perugia al Franchi.
A lui, alla sua memoria, ai suoi valori, è intitolata la Scuola Calcio del Vaglia, una piccola società del Mugello che proprio su quei valori ha improntato la propria attività sportiva.
Due anni fa l’inaugurazione, come unica società in Italia a fregiarsi del nome dell’allenatore scomparso nel 2018: era il 13 gennaio del 2020 e in Mugello arrivarono la figlia dell’allenatore di Rivolta d’Adda, Clara (oggi presidente dell’Associazione Emiliano Mondonico) e il mister e amico di una vita Cesare Prandelli. Una giornata densa di sogni: tornei, gare, iniziative pensate per coltivare i valori che Mondonico portava non solo in campo ma anche fuori: l’integrazione, l’aiuto verso i più deboli, i fragili e poi la gioia di riunirsi intorno ad un pallone, per far festa insieme. Si chiama socialità e il mister l’ha sempre perpetuata, non lasciando indietro mai nessuno.
Il calcio educa, almeno il calcio che vogliamo portare in campo noi
Questo l’intento anche della società mugellana. Lo ricorda il presidente del Vaglia, Andrea Cialdai, che ho incontrato durante uno degli allenamenti dei baby calciatori. “Eravamo partiti con tante idee, speranze e l’obiettivo di contribuire – attraverso lo sport – a costruire un mondo migliore. Quale miglior modo se non partendo dai bambini? Insegnandogli attraverso il gioco a stare insieme, a rispettarsi, ad aiutarsi. Imparare a perdere, imparare a perseguire gli obiettivi. A rialzarsi. Il calcio educa, almeno il calcio che vogliamo portare in campo noi. Il cambiamento si genera pian piano, con il contributo di tutti”.
E poi?
“E poi due mesi dopo l’inaugurazione della Scuola Calcio Emiliano Mondonico è arrivato il corona virus, il lockdown. Si è fermato tutto, ovviamente anche lo sport. Ma non abbiamo dimenticato i nostri obiettivi. Ripartiamo da quel giorno, da quegli intenti, da quella giornata che non dimenticheremo mai”.
Oggi quanti i bambini iscritti alla scuola calcio?
Siamo come un micro-cosmo tenuto insieme da un pallone
“Abbiamo circa 30 piccoli atleti che portano sulle tute il nome della Scuola Calcio Emiliano Mondonico, per noi è un onore. Proveremo a far crescere questi numeri anche se per noi l’unica cosa davvero importante è condividere con i bambini, le loro famiglie, i nostri tecnici e la nostra comunità ciò che nel profondo muove la nostra attività: essere un punto di riferimento per stare insieme, per la socialità. In fondo siamo come un micro-cosmo tenuto insieme da un pallone ma intorno al quale organizziamo feste, eventi di solidarietà per aiutare le realtà locali o per sostenere i nostri progetti. Senza fretta, uno scalino alla volta”.
Ancora troppo spesso dai campi di provincia (ma non solo) arrivano episodi di parole violente, incitamento all’odio, niente a che vedere con la sportività. Come combattete questi fenomeni sul vostro campo?
“Le regole sono importanti. Stanno alla base del vivere comune e sono fondamentali anche sugli spalti, oltre che in campo: questo insegniamo ai nostri piccoli atleti. Prima di tutto il rispetto del mister, del compagno, dell’avversario. I campioni si costruiscono non solo con l’allenamento e la tecnica. Come tutte le società teniamo bene a mente anche la Carta dei diritti dei bambini e poi abbiamo ben in vista un manifesto di principi e regole che devono ispirare i momenti da passare sui nostri campi, durante le sessioni di allenamento e durante le partite”.
Ora il vostro grande sogno qual è?
“Ripartire, come tutti”.
Come?
Clara e l’Associazione Emiliano Mondonico sono il nostro esempio
“Vorremmo ripartire da quel punto messo dalla pandemia. I bambini hanno sicuramente sofferto l’isolamento, lo stare e giocare insieme. Lo sport è mancato a tutti noi. Sarebbe bello tornare a quel giorno e cancellare idealmente questi due anni. Sarei felice di ritrovarmi di nuovo sul campo del Vaglia con Clara Mondonico, con il mister Prandelli, con il presidente della Regione Eugenio Giani, caro amico del nostro Mugello e provare a guardare insieme al futuro della scuola calcio Emiliano Mondonico. Avevamo in mente di organizzare tornei dedicati al mister, talk show con giornalisti, momenti educativi, iniziative dedicate ai progetti ai quali teneva e che oggi porta avanti con tanta passione e dedizione Clara insieme a Fabio Milano, segretario dell’Associazione Mondonico. Loro sono il nostro esempio oggi”.
Oggi il calcio per lei cos’è?
“Per me ancora oggi è amore. Non pensiamo al calcio solo come ad un’azienda, a quello che vediamo in tv. Sui nostri campi ancora si gioca davvero a pallone, quello senza interessi di sorta”.
Un altro calcio è possibile?
“Tutto è possibile. Altri settori ci insegnano che i cambiamenti partono anche dal basso”.
Anche per mister Mondonico era così. Lui era il grande maestro delle imprese impossibili, non trova?
Lei c’era allo stadio quel 20 giugno del 2004?”.
C’ero.
“Ecco, allora anche lei come me crederà all’impossibile. La retrocessione nel 2002, il fallimento e poi quell’impresa del mister. Quella notte è stata la più bella degli ultimi 20 anni della Fiorentina, quella è stata la notte più bella del “Mondo”.