Papa Francesco con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 27 febbraio. Prima ancora, il 23 febbraio, il premier Mario Draghi. Si sta per aprire una settimana importantissima e delicata per Firenze che da mercoledì 23 sarà al centro del mondo politico e religioso mondiale con l’incontro dei sindaci e dei vescovi del Mediterraneo.
Al via dunque un confronto e un dialogo tra territori difficili, che in comune hanno il mare nostrum che li lambisce oltre che a problemi di portata epocale come i diritti umani e la gestione dei flussi migratori. Sessanta sindaci e sessanta vescovi, una macchina diplomatica e della sicurezza enorme messa in moto da mesi. Ci saranno rappresentanti della Turchia e della Terra Santa, dei Balcani e del Nordafrica. Città ferite come Istabul, Gerusalemme, Betlemme, Tel Aviv e Belgrado, solo per citarne alcune. Tutti a Firenze per un dialogo tra politica e fede, con due convegni distinti che poi convergeranno in una seduta congiunta da cui uscirà la “Dichiarazione di Firenze” che verrà consegnata a Papa Francesco nella giornata conclusiva che colminerà con l’Angelus in piazza Santa Croce.
Il programma delle conferenze
I lavori dell’incontro dei vescovi “Mediterraneo frontiera di pace” inizieranno nel pomeriggio di mercoledì 23 febbraio nel Convento di Santa Maria Maria Novella, con la partecipazione del premier Mario Draghi, la prolusione del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, e l’introduzione del suo vice Antonino Raspanti. Il presidente del Consiglio si fermerà in città anche per parlare con il sindaco Dario Nardella e il presidente della Regione Eugenio Giani.
Il giorno successivo si entrerà nel vivo con la discussione del primo tema, “Quali diritti per le comunità religiose nella città?”, seguita dai tavoli di confronto. Secondo tema venerdì 25, “Quali doveri per le comunità religiose nella città?”.
L’incontro dei sindaci del Mediterraneo inizierà nel pomeriggio di giovedì 24 col benvenuto a Villa Bardini. Venerdì 25, nel Salone dei Cinquecento, si apriranno i lavori con l’introduzione ai lavori del sindaco Nardella e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Quindi le sessioni sul dialogo culturale e la cooperazione tra le città del Mediterraneo, con un’introduzione di Romano Prodi, sulla sicurezza sanitaria e la promozione sociale, sull’inquinamento delle acque e la tutela ambientale, sulle migrazioni tra le sponde del Mediterraneo.
Sabato 26 l’assemblea congiunta dei vescovi e dei sindaci delle città del Mediterraneo saranno a Palazzo Vecchio e nel pomeriggio l’evento pubblico nel Nuovo Auditorium del Maggio musicale. Quindi la firma della “Dichiarazione di Firenze”.
La visita del Papa e l’incontro con i profughi e i fragili
Domenica 27 sarà la giornata conclusiva e quella più importante con la visita del Papa, alla presenza del presidente Mattarella: alle 8.30 l’incontro con i vescovi e i sindaci nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alle 9.30 l’incontro con 50 persone tra profughi e rifugiati nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio e alle 10.30 la messa nella Basilica di Santa Croce (che potrebbe raggiungere con la papamobile), seguita dall’Angelus sulla piazza. Nella basilica sanno ammesse circa 800 persone, selezionate dalle parrocchie e dalle associazione di volontariato (soprattutto disabili e fragili). In piazza ci saranno maxischermi, ma le persone a cui sarà permesso di entrare saranno solo 1.200, circa il 10% della capienza massima.
Nei giorni del vertice, l’Arcidiocesi fiorentina ha organizzato incontri e visite alla Cattedrale, al Battistero e al Museo del Duomo (dove c’è la mostra delle Pietà di Michelangelo). Particolare attenzione sarà rivolta anche a figure politiche e religiose che molto hanno inciso nel percorso di dialogo tra fedi e popoli, come Giorgio La Pira che ha organizzato gli storici Colloqui mediterranei a cui si ispira l’incontro. Oppure il cardinale Elia Della Costa e Don Milani, figura simbolo di un concetto inclusivo di Europa, e poi don Lucio Facibeni e don Divo Barsotti.
La settimana che si sta aprendo sarà storica per Firenze e la Toscana, ma le tensioni internazionali che le fanno da contesto rendono il dialogo non semplice. Attesa anche la Striscia di Gaza all’incontro dei vescovi, rappresentata dal Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, in rappresentanza di 134 cattolici tutti appartenenti alla parrocchia latina della Sacra Famiglia guidata dal parroco padre Gabriel Romanelli. A tutti loro il Papa ha già regalato un rosario.