Non è solo una corsa in bici, ma molto di più. Qua non si parla di atleti professionisti, ma nemmeno di cosplay su due ruote. In questo spazio di mezzo si apre un nuovo mondo fatto di memorie, socialità, conoscenza del territorio e valori che, declinati l’uno dopo l’altro, attingono a piene mani da quanto di più bello hanno da offrire lo sport e la Toscana. Sì, perché è quello il binomio che determina la cornice all’interno della quale si vivrà per la prima volta una nuove e – almeno nelle premesse, che ci sono tutte – emozionante ciclostorica. Finalmente, dopo due anni di attese e rinvii a causa della pandemia, è pronta a partire “La Lastrense”.
Pedalare per vivere
Per questo debutto sono stati necessarie due anni, ma ora è davvero arrivato il momento. E per tutti sembra proprio il momento giusto. Perché pedalare, in questo caso, significa anche tornare a vivere. Qua lo si fa in sella a biciclette storiche e con indosso maglie d’epoca. Lo si fa attraversando alcune delle zone più belle della Toscana, tessendo percorsi reali capaci di unire cultura, paesaggio, gastronomia e, ultima ma non ultima, l’attività fisica. Elementi che, sommati assieme, ci restituiscono esattamente quel po’ di speranza di cui sembriamo avere tutti un gran bisogno, soprattutto in questo momento.
Il vademecum
Sono tante le cose da dire (e da sapere) su questa prima edizione della ciclostorica “La Lastrense”. Proviamo a riassumere l’essenziale in una sorta di vademecum da tenere sempre a portata di mano, pronto all’uso, da consultare al momento de bisogno. La manifestazione si terrà il 20 marzo 2022, ma nei due giorni precedenti sono in programma – oltre all’accoglienza dei partecipanti, che saranno circa 200 – anche numerose iniziative. Ben tre i percorsi possibili (da 36, 47 e 76 chilometri) con un dislivello che varia in base all’itinerario scelto (350 metri per il più breve, 1.354 per il più lungo). Cinque i comuni coinvolti: Lastra a Signa, Montelupo Fiorentino, Scandicci, Montespertoli e San Casciano. La manifestazione – la prima della stagione – sarà valida anche come prova del “Giro d’Italia d’epoca” e della “Coppa Toscana Vintage”. Ma non finisce qua: sabato 19 marzo ci sarà anche la “Pedalata rosa” (con la Uisp) mentre nello Spedale Sant’Antonio di Lasta a Signa, che ospiterà il mercatino vintage, ci saranno in mostra anche cimeli del passato. (Queste e altre informazioni sono comunque consultabili sul sito lalastrenseciclostorica.it).
La storia
Tra le tante testimonianze ce n’è una che brilla più di tutte le altre: si tratta della bicicletta di Fausto Coppi, appartenente alla coppia di collezionisti Gianfranco e Dorina Trevisan, anch’essi presenti con un proprio stand. In sella a quella bici Coppi vinse la Cuneo-Pinerolo, tappa del Giro d’Italia del 1949, con una fuga solitaria di ben 192 chilometri.
A proposito di storia, chi si ricorda di Franco Bitossi? Forse ai più giovani questo nome non richiama alla memoria alcunché. Sarà anche perché, a pensarci bene, ogni generazione è scandita dai riferimenti ciclistici del suo tempo: Bartali, Moser, Cipollini, Pantani, Nibali e via discorrendo. Eppure Bitossi è un pluri-medagliato (argento e bronzo ai mondiali del 1972 e 1977) che in carriera ha vinto ben 21 tappe al Giro d’Italia e 4 al Tour de France.
Pur essendo nato a Carmignano, la sua prima società sportiva fu proprio la Lastrense, che essendo nata nel 1921 ha appena compiuto un secolo. L’associazione sportiva, che si è occupata di calcio e ciclismo, è stata la prima a nascere sul territorio. Ha accolto e allevato atleti fino agli novanta del secolo scorso, ma non è stata dimenticata. Tant’è che, da oggi in poi, rivivrà in questa ciclostorica che porta il suo nome. Non solo nel titolo, ma anche sulle maglie d’epoca vintage riprodotte dalla Tre Emme di Lastra a Signa, il cui gruppo sportivo organizza questa “libera escursione non competitiva” in collaborazione col Comune, l’Unione nazionale veterani dello sport (Unvs) Le Signe “Nesti-Pandolfini”, e con il patrocinio della Regione Toscana e di moltissimi altri enti e associazioni.
Oltre lo sport
“Fare sport prescinde dall’età. Del resto questa è la filosofia che ispira i veterani dello sport”
“Il vero obiettivo è quello di stare insieme e di riscoprire il territorio” ci spiega Gianni Taccetti dell’Unvs. “Sì, c’è anche un’ambizione turistica in tutto questo. Ma vorremmo soprattutto divertirci e stare insieme, pur nel rispetto di tutti i limiti imposti dal Covid. Del resto il ciclismo è promozione del territorio. Se le persone si appassionano ancora al Giro d’Italia è perché la corsa passa nelle loro strade, di fronte alle loro case”.
Difficile dargli torto. Nonostante i tempi siano cambiati, così com’è cambiato il modo di fare sport, manifestazioni come la ciclostorica “La Lastrense” rappresentano un momento d’inclusione. “Fare sport prescinde dall’età. Del resto questa è la filosofia che ispira i veterani dello sport”, confessa Taccetti. “Ma in questo modo è inoltre possibile vivere i territori, socializzare e, perché no?, promuovere anche il turismo in queste zone bellissime della Toscana”.