Un bambino di 12 anni è stato aggredito e insultato da due ragazze di 15 anni con un movente incredibile quanto raccapricciante: perché ebreo. E’ accaduto domenica 23 gennaio, verso le 18.30, nel parco Altobelli di Venturina Terme, nel comune di Campiglia Marittima. L’episodio di violenza è stato denunciato dal padre della vittima e raccontato dalla sindaca Alberta Ticciati, contattata dal genitore. “Il bambino è stato aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi”, ricostruisce così l’accaduto la prima cittadina.
“Una situazione incredibile, da pelle d’oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese – dice la sindaca di Ticciati – L’amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò con le forze dell’ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata”.
La denucia del padre è stata formalizzata martedì mattina. “Ha trasformato – è il commento della sindaca – il turbamento e lo sconvolgimento per questo esecrabile gesto in volontà di agire perché questi atti, pericolosi e inaccettabili, vengano stroncati subito”. L’imminenza del Giorno della memoria del 27 gennaio rende tutto ancora più “scioccante. Per questo è necessario andare avanti sull’accaduto con la fermezza che la sua gravità richiede. L’Amministrazione comunale esprime la più profonda solidarietà al ragazzo e alla sua famiglia. Tutta la nostra comunità è con loro. Contro la violenza, contro la discriminazione, contro l’orrore che questi atti suscitano”, conclude la sindaca.
La ricostruzione del rabbino di Firenze: “Conosco bene il padre. L’antisemitismo è ancora radicato”
Una famiglia di Firenze, che vive a Campiglia da tanti anni. Il rabbino capo di Firenze, Gad Fernando Piperno, li conosce bene e ricostruisce l’accaduto all’Ansa. “Conosco bene il padre di questo ragazzo di 12 anni, la famiglia è fiorentina anche se da tanti anni abita a Campiglia Marittima”. Il bambino “era andato a giocare al parco con gli amici ed è lì che è stato aggredito dalle due ragazzine di 15 anni. Lui neppure le conosceva, ma loro devono aver saputo del fatto che fosse ebreo, peraltro la sua è l’unica famiglia ebraica che abita in quel comune. Mi colpisce che le ragazze avessero l’informazione e anche che non ci sia stata nessuna reazione dalle altre persone che erano lì in quel momento”. “Lui è stato molto bravo, ha dimostrato una maturità superiore alla sua età perché da solo ha saputo gestire molto bene una situazione imprevista e difficile”.
L’episodio di Campiglia Marittima è dunque “la dimostrazione lampante che la Giornata della memoria non è superflua, anzi è necessaria. Questa è stata una vera aggressione, non una semplice offesa, magari detta a bassa voce. No, è stata un’aggressione dettata da sentimenti forti radicati in due ragazze di solo 15 anni. Sentimenti aggressivi di cui va capita la causa, l’origine. Va fatto un gran lavoro educativo, nella scuola e nella società perché l’antisemitismo si mostra molto radicato, presente in Italia e ci sono frange estremiste che ne fanno una bandiera e lo diffondono. A ciò, a questa subcultura, bisogna rispondere con fermezza e mandando messaggio positivi”.
La reazione delle istituzioni
Subito si è levata la solidarietà e condanna da tutta Italia. Si è espresso anche il console di Israele per la Toscana, Marco Carrai: “A nome dello Stato di Israele, chiede gentilmente alle forze dell’ordine di perseguire questi reati che non solo non devono, ma non possono accadere. Non si può continuare a condannare a parole, senza educare”.
“Razzismo e antisemitismo covano tante volte sotto le ceneri. Per questo non possiamo permetterci di sottovalutare alcun gesto, anche se fossero solo parole uscite per un attimo fuori di senno. Ancor meno possiamo chiudere gli occhi quando alle parole si somma, come in questo caso, la violenza”, è il commento dell presidente della Toscana Eugenio Giani. “Si tratta di un episodio grave e il fatto che sia accaduto in Toscana, dove molto e da anni abbiamo investito sulla memoria e sul racconto alle nuove generazioni di quello che è successo nei campi di sterminio, ci insegna che il vaccino contro razzismo e discriminazioni ha bisogno di richiami continui”. Interviene anche l’assessore regionale alla Cultura della memoria, Alessandra Nardini: “Davanti a questo ed altri episodi simili non possiamo chiudere gli occhi. Mai. Ottanta e piu’ anni fa in Germania come in Italia le persecuzioni e le discriminazioni degli ebrei, ma anche degli omossessuali, delle persone con handicap, rom e sinti, oppositori politici e di tutti coloro che furono etichettati come diversi, si poterono realizzare anche a causa dell’indifferenza. Coltivare la Memoria è essenziale per combatterla”.
In Toscana si sono realizzate molte edizioni del treno della memoria, intervallate dal grande meeting. La Regione Toscana li organizza formando le insegnanti e gli insegnanti, che a loro volta preparano studentesse e studenti con approfondimenti in classe. Dal 2002 al 2019 in Toscana sono stati organizzati undici treni: tutti gli anni fino al 2005 e ad anni alterni successivamente, intervallati dal 2006 dai meeting al Mandela Forum di Firenze con ottomila studentesse e studenti da tutta la Toscana. Gli incontri sono proseguiti anche durante la pandemia, con ragazze e ragazzi collegati in videoconferenza. Come accadrà quest’anno, nella mattina del 27 gennaio.
Di “rigurgito di antisemitismo in età adolescenziale”, parla il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. “Purtroppo un uso scorretto dei social sembra aver sdoganato un linguaggio fatto di violenza e razzismo, che non può essere tollerato. Occorre un lavoro di sensibilizzazione, prevenzione e confronto a partire dagli ambienti scolastici, sempre con l’aiuto indispensabile delle famiglie”. “Chi ritiene che episodi di intolleranza o frasi lanciate online siano solo folklore o fatti da minimizzare come semplici sfoghi non vede l’evidenza: il rischio concreto di essere discriminato se sei disabile, migrante, donna”. Il presidente ha espresso il desiderio di incontrare il bambino “per consegnargli il Pegaso, simbolo della nostra Toscana e del comitato di liberazione Nazionale toscano. Quel cavallo alato simboleggia i nostri valori, quelli racchiusi nell’articolo 3 della Costituzione nata dalla lotta antifascista”.