La prima grande fiera del 2022 in presenza, in piena pandemia. Regole stringenti, dal super green pass alle mascherine Ffp2, pochi i grandi eventi di richiamo, quelli dove la presenza è il contatto restano invetabili e insostituibili, ma Pitti Uomo 101 c’è. Fino al 13 gennaio, insieme a Pitti Bimbo, Firenze e la Fortezza da Basso saranno il centro della moda internazionale. 580 i brand presenti, di 151 dall’estero, e 37 che partecipano sulla piattaforma online Connect che presenteranno la collezione invernale della moda maschile per la stagione 2022-2023. Rispetto all’edizione di giugno 2021, la prima dall’inizio della pandemia, il numero degli espositori è raddoppiato (erano 260 marchi) anche se siamo lontani ovviamente dal periodo pre-pandemico, con 1200 aziende.
Il glamour che avvolge i giorni della fiera, soprattutto in città, sarà un po’ più opaco e quasi tutto si concentrerà tra le mura della Fortezza. Un percorso che si articola in quattro aree, quelle che declinano la moda di oggi: Fantastic Classic, Dynamic Attitude, Superstyling e Sustainable. La cerimonia di inaugurazione si è svolta come di consueto, fermata solo dal minuto di silenzio chiesto dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, per omaggiare David Sassoli, il presidente del Parlamento Europeo scomparso all’età di 65 anni.
Pitti riparte, dunque, e tra gli stand e i corridoi risuonano spesso le parole “speranza” e “ripresa”. I numeri parlano di una crescita di fatturato e di export, doverosa dopo il terribile 2020. “Fare questa fiera è stato molto difficile, era molto più facile non farla: ma la decisione sana è stata quella di farla, per il sistema, per dare fiducia, per dare un segnale e una visione a un settore che ne ha bisogno”, ha ammesso Claudio Marenzi, presidente di Pitti Immagine. Come in altri settori, anche la moda “si sta riprendendo, ma che lascia molti feriti dietro di sé, soprattutto nella parte piu’ debole o piu’ lontana dal mercato, il mondo del tessile e il mondo dei semilavorati, che non hanno la possibilita’ di scaricare direttamente sul mercato il proprio prodotto”.
“Oggi siamo qui perché sentiamo fortissima la responsabilità di accompagnare senza cedimenti tutte le nostre imprese – ha detto, da remoto Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana – consapevoli delle difficoltà, ma con grande fiducia ed è una fiducia che tutti noi dobbiamo avere negli strumenti che abbiamo, e anche nella capacità di queste aziende di affrontare le difficoltà”.
Di speranza parla il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “E’ un grande segnale di speranza quello che viene da questa edizione di Pitti Uomo, perché oggi noi cerchiamo una ricostruzione”. L’Italia, secondo Giani, “in questi mesi è stata un esempio nel rendere compatibile la delicata situazione da un punto di vista dell’emergenza sanitaria con la volontà non solo di non fermare, ma di mandare avanti il motore produttivo delle nostre aziende, delle nostre imprese, soprattutto quando rivelano quella qualita’ che ci porta a riferirci proprio al Rinascimento e all’esprimere nei tempi di oggi quel senso di coniugare impresa con creatività, passione, idee”.
E pensando al futuro, il sindaco di Firenze, Nardella, ha rilanciato sulla riqualificazione della Fortezza da Basso, sede storica di Pitti. “Stiamo procedendo rapidamente perché la Fortezza da Basso venga completamente riqualificata, e quindi possa essere anche il luogo ideale dove continuare a crescere con le rassegne di Pitti”. La gara per l’assegnazione dei lavori del nuovo padiglione Bellavista, ha spiegato Nardella, sarà avviata “nel corso del 2022, e come concordato avvieremo i lavori dopo il Pitti di gennaio 2023. Sono poi in fase avanzata anche le progettazioni degli altri due lotti, il padiglione Cavaniglia affidato al grande architetto italiano Stefano Boeri che ho visto proprio ieri qui a Firenze e che ringrazio, e il padiglione Machiavelli. L’inizio dei lavori di questi padiglioni e’ previsto nel 2023 dopo il Pitti di giugno. Si procedera’ poi con la riqualificazione del Padiglione Spadolini”.