“Ripensare i modelli di sviluppo economico e sociale del passato, per vararne di nuovi maggiormente legati alla valorizzazione delle comunità in sintonia con le linee programmatiche contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, per uscire così più forti dall’emergenza scaturita dalla pandemia” . Così recita la premessa del Patto per il lavoro e per lo sviluppo sottoscritto da Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e Regione Toscana, Camera di commercio, Sindacati, Confartigianato, Fondazione Cr Firenze, Università di Firenze, Confindustria, Destination Florence Convention & Visitors Bureau e associazioni di categoria.
La pandemia da Covid 19 ha bloccato la crescita del Paese, ora però è il momento di ripartire ed è fondamentale farlo in sinergia anche per sfruttare al meglio le risorse in arrivo dall’Europa e dal Governo, per questo la necessità di questo documento che mette nero su bianco le risposte che i soggetti firmatari intendo dare per dare nuova spinta al territorio e renderlo capace di affrontare le sfide attuali e future.
I temi centrali del Patto
Occorre lavorare bene per favorire le imprese, occorre attirare nuovi investimenti produttivi e saper trattenere quelli presenti in ambito metropolitano. Tra le priorità individuate dai firmatari e attuatori, il potenziamento delle catene produttive e la tutela dei posti di lavoro. Non solo. Sarà fondamentale favorire un’occupazione stabile e di qualità che colmi il gap venutosi a creare durante la pandemia durante la quale donne e giovani sono risultati essere i più penalizzati dal mercato del lavoro. Serviranno quindi una formazione mirata e politiche attive del lavoro, nuove competenze nella digitalizzazione e nell’innovazione, che costituiscono leve decisive per contrastare le disuguaglianze.
Per dare nuovo slancio all’economia fondamentale sarà il potenziamento delle infrastrutture anche grazie ai fondi del PNRR: “Tra le tante infrastrutture indispensabili – si legge nel documento firmato – va considerata prioritaria la necessità di completare “la cura del ferro” per l’intero territorio, che fra le altre cose comprende il sottoattraversamento e la stazione dell’Alta velocità, l’uso dei binari di superficie per il miglioramento del sistema di treni metropolitani, il completamento delle linee delle tramvie e la loro estensione anche nelle aree limitrofe a Firenze, valutando anche possibili estensioni del servizio pubblico su rotaia nelle aree industriali (Osmannoro e Scandicci). Le arterie su rotaia dovranno essere intese come struttura portante dei flussi dell’intera area metropolitana”.
Quando si parla di infrastrutture si parla anche di edilizia scolastica: “Firenze deve puntare a diventare una delle capitali internazionali della formazione di qualità con i giovani come protagonisti […] La Città metropolitana dovrà diventare sempre più attrattiva per scuole d’indirizzo internazionale utili ad ampliare l’offerta formativa, e allo stesso tempo costituire una vera e propria infrastruttura di supporto per quelle aziende che per dimensione hanno la necessità chiamare sul territorio personale qualificato da ogni parte del mondo”.
Le opere prioritarie per lo sviluppo
Il documento prosegue poi con l’elenco delle opere e le azioni su cui il piano ritiene prioritarie per il lavoro e lo sviluppo, oltre quelle già citate, tra queste: il completamento del sistema tramviario dell’area metropolitana; il potenziamento e la valorizzazione degli scali aeroportuali di Firenze e Pisa e il completamento del sottoattraversamento alta velocità nodo di Firenze comprensivo della realizzazione della stazione in “area macelli” e auto collegamento tramite people mover con la Stazione di Santa Maria Novella. La realizzazione di impianti idonei a chiudere il ciclo dei rifiuti in Toscana, in linea con le normative vigenti sull’economia circolare, sia per i rifiuti urbani che per quelli industriali; l’individuazione di una strategia comune che allarghi i flussi turistici all’area metropolitana e diversifichi l’offerta, favorendo il turismo sostenibile e consapevole
Un capito a parte riguarda l’economia di prossimità e la valorizzazione dell’artigianato locale, fiore all’occhiello del capoluogo toscano.
La firma del Patto è stata accolta con positività anche dalle sigle sindacali: “Un’idea comune per la Città Metropolitana di Firenze, centrata su lavoro e sviluppo, con un impegno concreto e verificabile per la sua attuazione”. È questo, secondo Cgil, Cisl e Uil territoriali, il valore del documento che pone le basi per la Firenze di domani