La Cappella dei Magi si trova al piano nobile di Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Fu affrescata da Benozzo Gozzzoli nel 1459 che realizzò un vero e proprio capolavoro celebre per i colori accesi e i preziosi dettagli a cui fanno da cornice i marmi colorati del pavimento, il soffitto dorato e gli stalli lignei intagliati ed intarsiati magistralmente su disegno di Giuliano da Sangallo.
Entrare nella Cappella è una vera gioia per gli occhi, ovunque si guardi risalta la maestria di Benozzo Gozzoli nella tecnica pittorica murale e nella finezza esecutiva nel rendere i paesaggi, i personaggi, intrecciando storia sacra, atmosfera fiabesca e attualità contemporanea.
Il corteo sfarzoso
Nelle tre pareti maggiori è raffigurata la Cavalcata dei Magi, che fa da pretesto per rappresentare un preciso soggetto politico per dare lustro alla casata dei Medici, cioè il corteo con papa Pio II Piccolomini che arrivò a Firenze nell’aprile del 1458, diretto a Mantova.
La rappresentazione del corteo è l’occasione per Benozzolo per realizzare i ritratti di alcune delle personalità politiche più famose dell’epoca come : Lorenzo il Magnifico, Piero il gottoso, Cosimo de’ Medici, Sigismondo Malatesta e Galeazzo Maria Sforza signori di Rimini e Milano, e un corteo di filosofi tra cui Marsilio Ficino e lo stesso Benozzo.
In terza fila si riconosce una fila di dignitari bizantini dalla lunga barba dove forse potrebbero essere stati raffigurati Giorgio Gemisto Pletone, Giovanni Argiropulo, Isidoro di Kiev, Teodoro Gaza e Niccolò Perotti. Nella fila successiva si scorge un personaggio con un berretto rosso e un ricco fregio dorato: quasi certamente si tratta di Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II.
La mostra
Per raccontare la genesi di questo capolavoro Palazzo Medici Riccardi ospita dal 16 dicembre 2021 al 10 marzo 2022 la mostra “Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi”.
L’esposizione permetterà di approfondire il rapporto dell’artista con Firenze, un rapporto strettissimo, che durò nel tempo e che Gozzoli volle esplicitare sin dalla sua firma, che a volte sarà “Magister Benotius florentinus”, altre “benozius florentinus” o semplicemente “pictor de Florentia”.
Sarà poi evidenziato il suo legame con i Medici: l’avvicinamento alla famiglia si ha probabilmente già in età giovanile, quando il pittore segue il lavoro di Beato Angelico nel convento di San Marco a Firenze, trovando poi la sua più compiuta manifestazione proprio nella Cappella dei Magi. Si tratta di un rapporto saldo che accompagna l’artista per tutta la sua lunga carriera, tanto che Benozzo non esiterà a definirsi, in una lettera rivolta a Lorenzo Medici del 1467, «vostro e della vostra chasa».
Massimo rilievo sarà dato alla Cappella dei Magi, meraviglioso e prezioso sacello sapientemente affrescato da Benozzo nel 1459 con il Viaggio dei Magi e il Giardino del Paradiso, convergenti nell’Adorazione del Bambino Gesù di Filippo Lippi sull’altare.
L’esposizione promuove inoltre le connessioni con il territorio fiorentino e toscano, evidenziando i luoghi della città e del territorio nei quali Gozzoli ha operato e in cui sussistono sue testimonianze artistiche, allargando lo sguardo fino a San Gimignano, Castelfiorentino e Pisa e stimolando la visita dei “luoghi gozzoliani” in città e in Toscana.
Opere inedite esposte
Fra i dipinti in mostra si ricordano la giovanile Madonna del Baldacchino con angeli (National Gallery, London), il Matrimonio mistico di Santa Caterina, Pietà con san Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, Sant’Antonio Abate e Sant’Egidio (Museo di San Marco, Firenze), la Pala della Sapienza Nuova (Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia) e la Madonna dell’umiltà fra sant’Andrea e san Prospero e due angeli (Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino, esposta nel Museo Civico di San Gimignano).
A questi si affianca una rosa di disegni dell’artista e della sua bottega in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal Musée du Louvre di Parigi.
Fra questi, non possiamo non citare il meraviglioso Etude d’un cerf, la tête baissée et tournée vers la gauche in prestito dal Louvre insieme al Portrait d’homme avec béret.