Eugenio Giani passeggia nella sua stanza. Un anno fa esatto è diventato ufficialmente presidente della Regione Toscana. Dal tavolo al divanetto, dalla libreria alla grande finestra che guarda il Duomo di Firenze e la vita che sta rinascendo dopo il grande buio.
Presidente Giani, c’è stato un momento critico per lei e per la nostra regione. Partiamo da lì…
Non dimentico quei giorni di fine febbraio. Eravamo nelle ultime posizioni nei dati sui vaccini degli over ottanta e hanno iniziato a invitarmi in tv per fare il processo alla Toscana. È stato un momento durissimo che mi ha stimolato a occuparmi della faccenda in prima persona, organizzando una task force sul fronte sanitario e della protezione civile. Oggi siamo la prima regione ad aver superato la soglia dell’80 per cento dei vaccinati. Quel momento mi ha costretto a moltiplicare gli sforzi e questi sono stati premiati.
Sulla Gkn vincerà chi agisce con coraggio e determinazione. Senza mollare di un centimetro
E adesso tutto il paese fa i conti con le conseguenze che la pandemia avrà sull’occupazione. Un nodo complesso da sciogliere con molta attenzione. Il caso Gkn è stato un segnale…
La Toscana ha dati economici più positivi di altre regioni. Ma è vero che, oltre alla Gkn, ci sono almeno una trentina di aziende che fanno i conti con una contrazione produttiva. Sono tutti tavoli da affrontare con determinazione. Ma va anche detto che ci sono settori in forte ripresa. Penso all’agroalimentare, alla moda, all’innovazione tecnologica. Questo non ci sottrae dal lavoro che dobbiamo fare per i lavoratori della Gkn, dell’Eni di Livorno, della acciaierie di Piombino.
Come si risolverà la sfida Gkn?
Vincerà chi agisce con coraggio e determinazione. Senza mollare di un centimetro. Questo dobbiamo fare.
Le multinazionali rischiano di diventare un caso?
Non generalizzerei. La Baker Huges dà lavoro a 6000 dipendenti. Esistono realtà virtuose.
Presidente Giani, siamo un po’ tutti in mezzo al guado. Arrivano i soldi dall’Europa e abbiamo la possibilità di costruire il futuro della nostra regione. Questo implica una forte responsabilità e, soprattutto, una visione. La sua qual è?
Alla base di tutto ci deve essere una sinergia tra pubblico e privato. Dobbiamo puntare su innovazione, tecnologia e ambiente. A proposito di questo penso ai 500 milioni investiti per combattere l’erosione della costa. Ai 200 per la difesa del suolo. E poi la sanità: 480 milioni per le case della salute, gli ospedali di comunità, per la telemedicina. Poi dobbiamo abbattere i livelli di anidride carbonica. Penso alla linea di metrotramtra Firenze e Prato, allo sviluppo delle tramvie, al raddoppio di alcune linee ferroviarie”.
Innovazione vuol dire anche banda ultra larga.
Qui investiremo i soldi del recovery fund. Già la banda ultra larga arriva in settanta comuni. L’obiettivo è coprire il cento per cento del territorio.
Questo potrebbe frenare lo spopolamento di alcune realtà periferiche, lo smart working aiuta a immaginare anche scelte di vita fino a ieri impossibili.
La tendenza allo spopolamento può essere invertita. E alcune realtà hanno la possibilità di rinascere.
Parliamo dei giovani. Il 18 ottobre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella li incontrerà a San Rossore. L’evento ha un titolo: Siete presente. Cioè?
Non chiediamo ai giovani di essere il futuro. In questa fase di grande cambiamento e di ripresa loro devono essere l’ora, l’adesso.
Bello, ma non è che l’accesso al mondo del lavoro sia così semplice. No?
In Toscana vengono a studiare nelle nostre Università almeno 150 mila ragazzi che arrivano da altre regioni. La nostra terra è evocativa. Per storia, cultura, bellezza e, questo è bene ricordarlo, avanguardia nell’innovazione tecnologica. Qui i giovani non mancano e a loro dobbiamo dare delle vere opportunità. Giovanisì (il progetto regionale per l’autonomia dei giovani, gestito da Fondazione Sistema Toscana) è una realtà che si occupa di questo, di aiutare tirocinanti o chi ha una start up a sviluppare la propria professione. Poi c’è il turismo. Da coltivare, far crescere dal punto di vista della qualità, da aggiornare. I giovani avranno un ruolo fondamentale anche in questa direzione”.
Presidente Giani, ma è vero che stavate per rinunciare ad Expo?
Abbiamo fatto solo una scelta diversa. Salteremo la fase scenografica. Ho pensato che non fosse il momento giusto. Ma Expo a Dubai dura sei mesi. A gennaio arriveremo con una delegazione di imprenditori e rappresentanti della Regione. Non ci interessa fare scena, preferiamo creare relazioni.
La cultura ha sofferto. Ogni promozione dei nostri luoghi dovrà essere accompagnata da eventi per dare più possibilità ad artisti e organizzatori
Parliamo della cultura. Un altro settore che ha sofferto profondamente la pandemia.
Abbiamo fatto una variazione di bilancio. La mia idea di Toscana diffusa poggia anche sulla cultura. L’Orchestra regionale toscana sarà chiamata a esibirsi anche in luoghi fino a ieri lontani da certi eventi. La Fondazione Toscana Spettacolo dovrà seguire la stessa strada.
C’è anche il mondo più vicino ai giovani. I musicisti, gli attori. Quelli rimasti a lungo senza un palco su cui esibirsi. Avranno nuove possibilità?
Penso che ogni promozione dei nostri luoghi dovrà essere associata a eventi che coinvolgano artisti e organizzatori. Anche qui la sinergia tra pubblico e privato sarà fondamentale.
Poi c’è lo sport, mondo che lei conosce molto bene. E c’è anche questa strano effetto generato dal lockdown. Era il settore finito in coda nella classifica delle priorità figlie dell’emergenza e poi l’Italia ha iniziato a vincere tutto. Dagli Europei alle Olimpiadi. E poi il ciclismo, la pallavolo…
Questi risultati raccontano un riscatto. Ma questo non fa che spingerci a fare di tutto per far crescere lo sport di base, per aiutare le società sportive a superare le difficoltà. E poi gli impianti: abbiamo triplicato i fondi per le strutture sportive. Mi piacerebbe che si parlasse di Toscana sportiva, di una terra dove l’educazione allo sport ha un ruolo di primo piano.
Quale sensazione le ha lasciato dentro questo anno da presidente alle prese con una emergenza che non ha precedenti?
Tra momenti difficili ed emozioni profonde devo dire che ci siamo tutti accorti di quanto la Regione sia la nostra casa.
Grazie a mio figlio di 22 anni ho conosciuto tanti ragazzi, Ho fiducia in loro: sono responsabili, sono intellettuali evoluti
E dal punto di vista umano questo anno l’ha in qualche modo cambiata?
Sarà perché il mio figlio maggiore ha 22 anni e si sta per laureare in economia e commercio. Sarà perché grazie a lui ho conosciuto tanti ventenni. Beh, ci tengo a dire che ho moltissima fiducia in quella generazione. Penso ai vaccini. I ragazzi sono corsi a vaccinarsi. Perché sono responsabili. E poi sono preparati, vivono il digitale come qualcosa di acquisito, sono intellettuali evoluti. E poi non sono ideologizzati ma si battono per grandi questioni che riguardano tutti noi. Come l’ambiente. Greta Thunberg è la loro voce. Ma dietro di lei c’è un mondo di ragazzi che vogliono dire la loro.
E vogliono essere il presente.
Lo sono già. Perché hanno il diritto di partecipare alla costruzione del mondo in cui vivranno. E io sono dalla loro parte.