Già, il futuro. Una definizione temporale che di solito è associata a mondi fantascientifici fatti di robot e – soprattutto nell’immaginifico recente – di società distopiche e ipertecnologiche. Stavolta però non abbiamo bisogno di scomodare Philip Dick per raccontare le storie (possibili) dei giovani che in Toscana hanno potuto dare forma ai loro sogni. Giovani che hanno studiato e immaginato mondi nuovi. Ecco, quei mondi li hanno potuti declinare nell’ambito professionale mettendo in gioco idee innovative, creatività e competenze. Perché il loro futuro è adesso. Ed ecco che invece noi, che quei mondi li raccontiamo, cadiamo di nuovo nel cliché fantascientifico citando – a dire il vero con un filo d’inconsapevolezza – un film ambientato sul pianeta Alpha Centauri che poi è anche il titolo di un libro del filosofo indiano Jiddu Krishnamurti. Eppure qua non ci sono solo ipotesi o intuizioni. Non c’è finzione. Perché grazie a Regione Toscana e Giovanisì l’innovazione trova terreno fertile per essere coltivata, sviluppata e applicata. Nel presente, ovviamente. Che però è già futuro.
L’elemento comune
Tutte queste cose le scopriamo nella quinta puntata di “Accènti Intoscana”, il format video realizzato da Fondazione sistema Toscana (Ufficio Giovanisì e redazione di intoscana.it) che racconta da vicino le storie di coloro che hanno usufruito delle tante opportunità offerte, dal microcredito per lo start-up di piccole iniziative imprenditoriali (70% a tasso zero fino a un massimo di 24.500 euro) ai tirocini non curriculari (cofinanziamento di 300 euro al mese) fino alle Borse Pegaso di dottorato (durata triennale, prevede sei mesi all’estero). Insomma, si tratta di un ventaglio variegato di possibilità che a moltissimi giovani ha consentito – e consentirà ancora – non solo di trovare lavoro, ma di anche e soprattutto di poter trasformare la propria passione in una professione. E nonostante i settori siano i più diversi e disparati, ognuno di quei sogni è accomunato da una forte matrice innovativa.
Le storie possibili
Alcuni di quei giovani siamo andati a conoscerli. Abbiamo raccolto le loro storie, le loro confessioni e le loro aspettative. A tutti loro brillano gli occhi, come se quello fosse lo specchio delle loro menti vivaci che si riflette sul mondo esterno. A Lari abbiamo incontrato Giulia Giovannelli, che circa due anni fa, insieme al socio Simone, ha dato vita alla Star Automation. Di cosa si occupano? Automazione e robotica. A Livorno abbiamo parlato con Paolo Picchi, che grazie al tirocinio è potuto entrare a far parte della Kayser Italia srl, un’eccellenza tutta italiana che in una sorta di Silicon Valley labronica si occupa di tecnologia aerospaziale. Infine è arrivato il momento di Elena Coli, beneficiaria della Borsa Pegaso, che all’interno del Galileo aggregator for technology and enterprises (meglio sintetizzato dall’acronimo Gate) si è confrontata con numerose imprese innovative e ha lavorato su small data e smart industry, unendo la sua passione per i numeri con la sua attitudine manageriale.
La creatività in un robot
“Questo è anche di più di quello che mi aspettavo”
Dalle loro storie c’è molto da imparare. La prima cosa tra tutte? Che i sogni si possono realizzare. Detta così potrebbe sembrare una romantica banalità. Invece è tutto vero. Sono loro stessi a confermarlo. “Il mio futuro lo immaginavo proprio così” ci confessa Giulia, che nonostante i suoi 26 anni si è laureata in ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie al Politecnico di Milano, ha svolto un tirocinio in un’azienda Svizzera, si è trasferita in Toscana e nel 2019 ha aperto la sua azienda grazie anche a Giovanisì. “Ho sempre voluto lavorare in una realtà indipendente. Questo è anche di più di quello che mi aspettavo. Mettere su un’azienda tutta nostra? L’ho sempre sognato. Ed eccomi qua”. Con il microcredito sono stati acquistati gli hardware per lavorare: muletto elettrico, troncatrici per alluminio e ferro, stampanti a trasferimento termico e molto altro. “Tutti oggetti necessari per poter accettare le prime commesse” ci dice Giulia, che grazie a Giovanisì ora può contare anche su un ragazzo tirocinante appena laureato in ingegneria informatica. Ma come si passa dall’idea al progetto? “Innovare significa stare al passo con le tecnologie attuali e poter aiutare le realtà industriali con cui collaboriamo, consentendo loro di eseguire lavori con un alto valore aggiunto” ci risponde Giulia. “Partiamo dalla progettazione meccanica, dall’idea fisica. Pensiamo alla cella robotica, alla linea automatizzata, a tutto il processo. Poi studiamo il software adatto, immaginandoci sempre la sua applicazione e tutti gli scenari possibili. Mettiamo in gioco creatività, tecnica ed esperienza”.
Viaggi nello spazio
“L’innovazione? O si creano nuove tecnologie o si utilizzano tecnologie assodate per creare sistemi mai visti”
A metà strada tra Gabbro e Livorno, in mezzo al verde delle colline, alla Kayser Italia incontriamo Paolo. Dall’esterno questo luogo tutto lascerebbe immaginare fuorché il fatto che si sviluppino hardware di volo e si realizzino esperimenti per l’Agenzia spaziale italiana e per quella europea. Poi si varca la soglia e si apre un mondo nuovo, con laboratori attrezzatissimi e spazi che paiono ricordare le scenografie di 2021: Odissea nello spazio. Paolo ha una laurea triennale in fisica e una magistrale in astrofisica. Fin da piccolo amava il cielo e le stelle. “Fin da quand’ero alle elementari ho iniziato a guardare il cielo. Ero curioso, quindi ho iniziato anche a leggere libri. Mi affascinavano i numeri infinitamente grandi e le dimensioni del cosmo. Volevo saperne di più”. Grazie al tirocinio di Giovanisì, alla sua più grande passione e alla sete di conoscenza, Paolo è riuscito a entrare in azienda. “Sono soddisfatto e felice. Questo è un ambiente incredibile” ci dice. Continua a immaginarsi nell’ambito aerospaziale, per cui ha già creato una piccola grande invenzione: un microscopio progettato per l’Agenzia spaziale europea. “L’innovazione è proprio questa. O si creano nuove tecnologie o si utilizzano tecnologie assodate per creare sistemi mai visti”. E il suo microscopio a fluorescenza ne è un chiaro esempio.
L’umanità dei numeri
“Mi sento fortunata. Vorrei continuare ad aprire nuove strade”
Come Paolo, anche Elena ha 28 anni. Il suoi tre anni di lavoro finanziati dalla Borsa Pegaso stanno per finire. Ed è proprio in quel preciso momento che la sua vita continuerà a svilupparsi lungo il cammino che ha deciso per se stessa. “I sogni? Ne ho ancora tanti da realizzare, ma sono a un buon punto. Il primo tra tutti è capire quello che ci piace fare, perché nulla è impossibile”. E infatti Elena l’ha capito. Lei, ingegnere gestionale con una grande passione per analisi dei dati, ha trascorso tre anni all’interno di un aggregatore d’imprese innovative. Grazie alla Borsa Pegaso (“Una delle più ricche”) ci ha raccontato di aver fatto “qualcosa di vicino all’industria 4.0, ma con un punto di vista più manageriale”. Ma come ci si appassiona ai dati? “Rappresentano il ponte tra due mondi. Ovvero quello delle tecnologie e quello delle persone” ci risponde Elena. “Permette di far parlare le macchine con le persone che le devono utilizzare”. Nel suo immediato futuro le piacerebbe “tenere viva la ricerca”. Ci racconta che in questi anni si è divertita. “Mi sento fortunata. Vorrei continuare dove possibile ad aprire nuove strade” ci dice. “Mi piacerebbe esplorare la parte di business, che con la ricerca dialoga in continuazione”. E noi le crediamo.