La decontaminazione dei suoli, in luoghi difficilmente raggiungibili o peggio ancora in realtà critiche, è la mission di RoboNova 2.0. Si tratta di un laboratorio mobile containerizzato e replicabile, sviluppato dalla DND Biotech di Pisa, azienda innovativa che da tempo si occupa di biotecnologie e delle loro innumerevoli applicazioni per affrontare le grandi sfide del futuro. Il centro di ricerca pisano ha scelto di aprire le porte dei suoi laboratori in occasione della Biotech Week, iniziativa di divulgazione scientifica coordinata e promossa per l’Italia da Assobiotec per raccontare, anche al grande pubblico, un settore che ha l’innovazione nel suo Dna.
RoboNova 2.0 in campo per salvare i terreni contaminati
RoboNova 2.0 è un progetto sostenuto da Fondazione Pisa ed è frutto del lavoro di un team interdisciplinare composto da giovani ingegneri ambientali, biologi, agronomi e tecnici guidati da Cosimo Masini. Il grande vantaggio di questo laboratorio mobile è di combinare strumenti di diagnostica e strumenti terapeutici in una unica stazione operativa. Un laboratorio modulare facilmente replicabile e soprattutto dotato di tutti gli apparati utili a “identificare e isolare i microrganismi responsabili per la degradazione dei contaminanti, definire la risposta del microbioma ai processi di decontaminazione, ingegnerizzare i processi di risanamento, testare la capacità di detossificazione” spiegano da DND Biotech. L’obiettivo finale è di “restituire un terreno pulito e fertile ottimizzando tempi e costi, ma anche migliorando quantità e qualità delle produzioni agricole con aumento della biodiversità e miglioramento delle colture“.
Un robot per recuperare la fertilità dei suoli
Il funzionamento di RoboNova 2.0 è semplice ed efficace. RoboNova 2.0 si presenta come un piccolo robot, o drone di terra se si preferisce. Si posiziona sul terreno che si intende analizzare e procede al rivoltamento dei suoli contaminati per monitorare i parametri chimico-fisici e compiere analisi molecolari del terreno. Viene utilizzata la metagenomica per studiare il Dna dei microrganismi che compongono il suolo e analizzare quelli che sono sopravvissuti anche in condizioni estreme a contatto con la contaminazione. Quest’ultimi vengono isolati in laboratorio e attraverso un fermentatore trasformati in biomassa che viene poi inoculata nei terreni insieme con nutrienti. In pratica una bioremediation, una forma di autocura dove sono i microrganismi a fagocitare gli inquinanti e favorire il ripristino della sostanza organica: il risultato finale è il pieno recupero della fertilità dei suoli.
L’apporto prezioso delle biotecnologie all’ambiente
“Abbiamo bisogno di terra sana” questo il motto di DND Biotech per il recupero dei suoli contaminati. Un fenomeno in crescita esponenziale se si considera che in tutta Europa sono circa 3 milioni i siti inquinati, di cui 400 mila certificati. “Le biotecnologie ci stanno portando fuori dalla pandemia e mai come in quest’ultimo anno si è parlato di biotecnologie – sottolinea Cosimo Masini – . Il nostro settore sta conoscendo una diffusione inaspettata e, aldilà dell’urgenza pandemica, l’applicazione delle biotecnologie all’ambiente e al suolo, di cui ci occupiamo noi in particolare, serviranno a salvare il pianeta e a guarirlo dai troppi mali che lo affliggono”.
Non è un caso che la DND Biotech con RoboNova 2.0 sia stata scelta quest’anno da ITA – Italian Trade Company – tra le start up e PMI innovative per rappresentare l’Italia alla Pollutec di Lione, la fiera più importante al mondo per l’ambiente e l’energia.