I robot che lavorano al fianco dell’uomo hanno acquisito una nuova qualità: il tempismo. Sono infatti diventati capaci di riconoscere il momento più appropriato per chiedere il passaggio di un oggetto senza disturbare l’azione umana.
Il risultato è pubblicato sulla rivista Science Robotics dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con l’Università di Ferrara: in ambito industriale potrà tradursi in maggiore produttività e sicurezza, oltre che in un minore carico di stress per i lavoratori in carne e ossa.
Lo studio dimostra che il momento più adatto per il robot di trasmettere le proprie intenzioni è quello immediatamente successivo a quando l’operatore afferra un oggetto: comunicando in tempo la propria richiesta di collaborazione, il robot facilita il passaggio di consegna evitando all’operatore di commettere errori e riducendo lo stress.
La comunicazione avviene attraverso un braccialetto – spiega Marco Controzzi, ricercatore dell’Istituto di BioRobotica e coordinatore dello studio – che sarà indossato dall’operatore e che vibrerà quando il robot richiede il passaggio di un oggetto.
Il robot è dotato di un sistema di visione che gli permette di monitorare i movimenti dell’essere umano: quando arriva il momento giusto, il robot invia un segnale al bracciale che rilascia una breve vibrazione. Questo sistema permette di aggirare le problematiche che possono derivare dall’utilizzo di segnali acustici e luminosi, non facilmente individuabili in un contesto caotico come quello dell’industria.
“I risultati – commentano Francesca Cini e Tommaso Banfi, ricercatori dell’Istituto di BioRobotica e primi autori dello studio – sottolineano l’importanza di riuscire a stabilire una comunicazione semplice e intuitiva tra persone e robot.
Lo studio infatti prevede che il robot comunichi le proprie intenzioni tenendo conto sia dello stato dell’azione in corso sia della condizione dell’operatore, al fine di facilitare quest’ultimo e non confonderlo. Tale approccio si è dimostrato efficace per rendere più fluida la collaborazione durante un compito manuale condiviso”.