Costruire anche nei luoghi che sono stati teatro di tragedie. Al Giglio è la vita che prende il sopravvento e torna a seminare un sogno, dove sembrava non potesse esserci più niente.
Quando sei sul traghetto e arrivi sull’isola la percepisci subito l’alchimia di questa terra appoggiata sull’acqua, con i colori del porto che ti abbracciano ancor prima di toccare terra. Il faro rosso, quello verde, si ergono sulla banchina quasi come due divinità a protezione dell’isola.
Alla destra del porto una grande struttura alberghiera spicca dopo la lunga fila di piccole case, di negozi di souvenir, vestiti, cappelli colorati, parei, bar, bibite, granite.
Quella struttura oggi è uno degli hotel a quattro stelle del Giglio ma in seguito al naufragio della Costa Concordia fu il quartier generale delle operazioni di recupero del relitto e sede logistica dei tecnici che lavorarono incessantemente per consentirne la rimozione.
All’epoca l’hotel si chiamava Demòs e versava in uno stato di totale abbandono. Poi la vendita all’asta ed eccolo arrivare il tempo del riscatto, grazie ai nuovi proprietari che l’acquistarono nel 2018: Flaminia Pérez del Castillo e Flavio Caprabianca, una coppia italo-uruguaiana che al Giglio ha costruito una nuova vita.
Una rinascita doppia che racconta il coraggio di ricominciare
Una rinascita doppia insomma che racconta il coraggio di ricominciare. Quello degli isolani e poi quello di Flaminia e Flavio, proprietari di due agenzie pubblicitarie con clienti internazionali dell’alta moda. Lasciano la vita frenetica di Roma, vendono tutto, anche la propria casa nella capitale e decidono di investire in un sogno.
“Sinceramente non avrei mai pensato di fare l’albergatrice nella mia vita” – ammette Flaminia mentre racconta la sua storia sorseggiando un caffè nella terrazza de La Guardia. Di fronte c’è il mare limpido, piccoli gusci di barche si lasciano dondolare da morbide onde. Il rosso e l’azzurro brillano sotto il sole dell’estate, l’acqua scintilla e il vento regala ristoro.
La pelle elegantemente abbronzata, la serenità che si rispecchia nel suo sguardo. Flaminia ricorda.
E’ stato bellissimo riuscire a riportare in vita questo luogo e renderlo centro di ospitalità
“Dopo il recupero della Costa Concordia l’hotel era abbandonato. Quando io e mio marito l’abbiamo acquistato era completamente distrutto ed era chiuso ormai da tanti anni. E’ stato un bellissimo lavoro riuscire a riportare in vita questo luogo e di nuovo renderlo un centro di ospitalità per le persone che vogliano visitare l’isola”.
Investire in un sogno cosa vuol dire? Non fermarsi, scommettere su se stessi, non adagiarsi, scrivere un altro pezzo di storia della propria esistenza. Cercare felicità e serenità nel lavoro che sì, di vita te ne assorbe tanta. E’ l’equilibrio che tutti cercano durante il proprio cammino ed è forse il traguardo in assoluto più di difficile da raggiungere, quasi più del successo professionale.
L’equilibrio tra il lavoro e la vita privata, gli spazi e le passioni in un bilanciamento che no, non è facile da trovare. L’isola invece sembra il posto giusto dove stabilire quell’equilibrio. Saranno i tempi che detta la natura, il mare che è sempre buon consigliere. Sarà quest’isola nella quale puoi trasformarti, tirar fuori le mille sfaccettature che hai dentro. Ognuno qua ha un mestiere ma finite le ore di lavoro ci si trasforma. C’è chi recita, chi canta, chi dipinge. Ognuno ha modo di far emergere la propria personalità, anche attraverso l’espressione artistica.
L’isola è un posto che ha un effetto benefico sulle persone
“L’isola è un posto che secondo me ha un effetto benefico sulle persone”. Flaminia ne è convinta mentre i suoi ospiti sono distesi sui divani della terrazza incorniciata da quadri naturali. “Io le vedo arrivare stressatissime dalle loro vite in città e già dopo due, tre giorni riescono a ritrovare il loro equilibrio. Il Giglio faceva questo effetto su di me quando io ancora non facevo l’albergatrice e adesso lo fa sui miei ospiti”.
Si dice che una destinazione felice la fanno i propri abitanti ed è altrettanto vero che i luoghi stessi sono i primi generatori di felicità in un popolo.
Al Giglio questi due aspetti si incontrano magnificamente e forse proprio questo è il primo grande valore di quest’isola che accogliere, amare, rinascere. Un’isola con una storia millenaria, che cambia pelle ogni giorno, ogni notte, ad ogni tramonto ma che sa comunque rimanere se stessa.
La chiamano identità. E qui l’identità si respira potente, si ritrova nella civiltà contadina che è tornata ad essere forte, nei moderni vignaioli eroici e poi in quelli che come Flaminia portano nuovi stimoli in questo vivace fazzoletto di terra dell’Arcipelago Toscano.
“E’ lo stile italiano” – dice Flaminia – che qui si esalta magnificamente.
E’ l’attaccamento di un popolo alla sua terra, al suo mare, alla sua gente, ai suoi ospiti.
Questo è il Giglio, l’isola dalle mille forme di vita, l’isola che ogni volta che cade sa rialzarsi e brillare sotto un nuovo sole.