Se è vero che ci sono momenti difficili da dimenticare, sappiamo bene che l’emozione provata in questa prima domenica d’agosto si spinge oltre. Sarà impossibile da cancellare e difficilmente s’indebolirà nel tempo. Anzi. Tutti ricorderanno dove si trovavano, e in compagnia di chi, quando Marcell Jacobs ha conquistato il primo oro olimpico italiano nei 100 metri. Esattamente com’è accaduto in occasione del primo uomo sulla luna, dell’esultanza di Sandro Pertini ai mondiali di calcio dell’82 o durante il crollo delle Torri Gemelle. Sì, perché la portata di quanto accaduto ieri a Tokyo non è solo la più straordinaria pagina di sport fin qui mai scritta. Quanto accaduto ieri sulla pista dello stadio olimpico è già storia, anche se sono trascorse appena poche ore.
Anche i cuori più impermeabili si sono scoperti vulnerabili. C’è chi ha urlato, c’è chi ha pianto, c’è chi ha chiamato parenti o amici per condividere la gioia. “Hai visto che abbiamo fatto? Hai visto che è successo?”. Già, cosa abbiamo fatto? In teoria nulla, visto che la maggioranza di noi era stesa sul divano o seduta in poltrona. Qualcuno ha seguito la gara in streaming, ma questo non cambia la sostanza. Abbiamo vinto. Ha vinto Jacobs, e con lui anche Gianmarco Tamberi, e insieme a loro l’Italia intera. In tutto il mondo oggi sventola la bandiera tricolore. Quella in cui i due atleti si sono avvolti dopo la conquista dell’oro. L’hanno indossata a mantello, proprio come fanno certi supereroi. Consapevoli di essere diventati, a pochi minuti l’uno dall’altro, il miglior velocista e il miglior saltatore del pianeta. E così sia, almeno fino alle prossime Olimpiadi.
Lucca festeggia il “suo” atleta
Quella dei 100 metri non è una gara qualunque. È piuttosto la gara di tutte le gare, la disciplina olimpica per eccellenza. Ma forse non tutti sanno che in quella vittoria c’è anche un po’ di Toscana. Non si tratta di un coinvolgimento casuale o di sponda. Nel trionfo di Marcell Jacobs ha avuto un ruolo fondamentale la società di atletica Virtus Lucca. E infatti mentre il mondo si emozionava per il raggiungimento di un’impresa che prima sembrava impossibile e poi quasi plausibile, c’è chi ha cominciato a piangere lacrime di gioia. Stiamo parlando di Matteo Martinelli, direttore tecnico della Virtus. “È un’emozione unica. Abbiamo sempre creduto in lui, fin dall’inizio”.
L’inizio ha una data precisa. Jacobs è nato in Texas 27 anni fa, ma lì è rimasto solo pochi mesi. Madre italiana, padre americano. I due si sono separati e Marcell si è trasferito con la mamma a Desenzano del Garda. A dieci anni è già sulle piste, ma nella società Atletica Brescia 1950 c’è solo il settore femminile. “Con loro esisteva, ed esiste ancora, un forte legame d’amicizia” racconta Martinelli. “Ci proposero di farlo correre con noi, e così è stato”. È sulle piste del campo Coni di Lucca, in via delle Tagliate, che Jacobs ha iniziato il lungo percorso che l’ha portato nell’olimpo dei velocisti insieme a Usain Bolt e a quei 9 secondi e 80 centesimi che gli sono valsi l’oro e il record europeo. A quel tempo aveva una capigliatura più evidente, una muscolatura in formazione e nessun tatuaggio. “Ogni segno che porto sulla pelle ha un significato”, ha detto il campione olimpico prima di annunciare un nuovo tattoo dedicato all’impresa di Tokyo.
Un talento precoce
Marcell cresce, eccelle in varie discipline. Ma prima di dedicarsi anima e corpo alla specialità che l’ha portato sul tetto del mondo si cimenta anche col salto in lungo. Spulciano nella casella di posta elettronica sono tornati a galla vecchi comunicati stampa e foto di quasi dieci anni fa. Compresa quella in cui Lucca lo festeggiava per quel salto di 7 metri e 84 centimetri che lo avvicinò più di quanto si potesse immaginare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. In una nota della Virtus Lucca inviata alle redazioni locali nell’estate del 2013 si legge che “Marcell Jacobs Lamont rappresenta il primo atleta nella storia dell’Atletica Virtus Cassa di Risparmio di Lucca a vestire la maglia azzurra in occasione dei Campionati Europei Juniores che si svolgeranno proprio in Italia, allo stadio Guidobaldi di Rieti. Il morale è a mille, la forza di carattere di Marcell è oramai riconosciuta e le capacità del tecnico Gianni Lombardi sono davvero notevoli e fondamentali nella crescita esponenziale di questo talento dell’atletica leggera italiana”. In effetti avevano visto lontano.
Una presenza costante
Che ne dicano Wikipedia e le varie biografie, Jacobs a Lucca non trascorre “solo” tre anni. Passa alle Fiamme Oro, ma solo per poter proseguire la sua carriera da professionista. Un’altra anomalia di queste discipline che emozionano e che danno forma ai valori più nobili dello sport, ma che poi non sono in grado di garantire mezzi e strumenti agli atleti professionisti. Quindi sì, Jacobs è una Fiamma Oro, ma i campionati di società continua a farli con la Virtus Lucca. Partecipa agli eventi, alle feste sociali, dà consigli ai ragazzi più giovani. Insomma, per gli atleti lucchesi, Marcell è uno di loro. Prima della finale e dell’oro, prima di questo folle e meraviglioso tsunami mediatico, Lucca era già pronta a festeggiarlo. C’era già anche la data, tra il 22 e il 24 di settembre, casualmente a ridosso del suo compleanno. In poche ore tutto è cambiato (in meglio). Improbabile confermare quell’appuntamento. Ma una cosa è certa: appena ci saranno le condizioni per farlo, Lucca festeggerà Jacobs.
“Marcell è l’uomo più veloce del mondo. E con la sua vittoria porta anche un po’ di Lucca sul tetto del mondo” commenta Stefano Ragghianti, assessore comunale allo sport. “Ora il cielo è azzurro e i colori di Lucca sventolano insieme a quelli del tricolore. Ci siamo già attivati per accogliere presto Jacobs a Lucca, per festeggiare lui e tutta la Virtus. Perché questo risultato straordinario è merito anche di questa società che alleva, individua, prepara i talenti di oggi e di domani con una passione, un amore e un’attenzione fuori dal comune. E festa sia, dunque. È il modo migliore per celebrare anche il nuovo campo di atletica ‘Moreno Martini’, che con quell’azzurro emozionante ci rende ancora più orgogliosi di essere italiani”.
Aspettando la leggenda
Tutti, nessuno escluso, a Lucca come altrove in queste ore hanno offerto ritratti lusinghieri di Marcell Jacobs. “Quante lacrime di gioia in questa domenica d’agosto, quanta soddisfazione per la Virtus che ha sempre creduto in questo ragazzo fantastico e in questo straordinario atleta” scrive la società sulla propria pagina facebook. Jacobs ha 27 anni, tre figli e una moglie che ama. A tratti timido, ma non per questo introverso. Mentre tutta la città (e tutta Italia) piangeva per lui, sulla pista sembrava non avere cedimenti. Ma era solo un’apparente barriera emotiva. Scherza per il suo inglese scolastico e “sulle risposte sempre uguali”, ha detto. Grazie alla mental coach ha recuperato, seppur a distanza, il rapporto col padre che non ha mai conosciuto e che ancora non ha incontrato. Oggi tutti lo celebrano e il quotidiano sportivo più letto d’Italia gli dedica ben diciassette pagine. Ora Lucca lo aspetta, consapevole che quando Jacobs arriverà, ad essere accolto non sarà solo il più noto dei suoi figli adottivi. No, quel giorno Lucca accoglierà una leggenda.