L’Altrove come un comandamento. Nessuno si è mai chiesto chi, cosa, dove e quando della meravigliosa macchina ariostesca del fantastico, dell’ambigua perfezione formale e dei vortici inquieti dell’Orlando Furioso. Perché non ha senso porsi queste domande di fronte all’immenso. Si gioisce della grandezza e ci si riempie dello stupore della narrazione oltre i non luoghi e i non tempi che potrebbero essere ieri, potrebbero essere oggi. Così fa Antonio Possenti nella sua personalissima rilettura del poema ariostesco e ci regala una “gran tela” travolgente, perché artificiosa oltre ogni misura, sognante. La mostra “Altrove e altri luoghi. Occasioni e suggestioni dall’Orlando Furioso” all’Expo Ciampi di via de’Pucci a Firenze è un’immersione nel meraviglioso leggendario, che squarcia il presente reale e porta alla luce il senso di una disperata angoscia, dove l’illusione si fonde con la furia e l’erotismo delle figure umane e mitologiche.
Siamo tutti Orlando e Alcina. Per Possenti l’Altrove e l’alterità sono le misure dell’umano. Sfranta immaginazione e smarrimento, sarcasmo e ironia fino alla vertigine. Nell’arte di Possenti che rilegge Ariosto non c’è più lo spirito romanzesco, cavalleresco e amoroso, né cortesie, né audaci imprese. C’è invece il vivo dramma dell’autonomia dell’arte, la sua aspirazione a riferirsi solo a se stessa, però nell’ironia della finzione.
Esuberanza, furore e malinconia. Le nostre miserie umane in bella vista in cui è mostro ognuno ed è mostro nessuno. Dal foglio alla tela: sirene, arpie, balene e cavalieri. In una danza simultanea, come un caotico carosello cupo e satiresco. Perché come scriveva Ariosto: “Caschiamo tutti insieme in uno errore” (VI 37.5). Fantasmi dai colori fluo insieme fanciulleschi e sinistri che accendono le strane e allucinogene forme di un inconscio immaginario. Lo specchio del sé furioso del Possenti che eterna nei suoi tratti l’uragano visionario e il flusso indomabile, che torna a riva dagli abissi del profondo, indefinibili geograficamente, luoghi dell’anima occulti e inquieti.
Ma se c’è un dove richiamato a gran voce da Possenti in questo viaggio tra le traiettorie dolenti e disincantate dell’Ariosto è la Garfagnana, e in particolare Castelnuovo. Come ci dice il Presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo della mostra ospitata non a caso nell’Expo Ciampi: “Questa mostra permette di unire l’enorme valore di un artista come Possenti con un capolavoro della letteratura quale l’Orlando Furioso. E lo fa, oltre tutto legando il territorio dove oltre 500 anni fa Ariosto è stato governatore con la contemporaneità dell’arte “magica” e “figurativa” di questo straordinario pittore. E’ un’inedita galleria di personaggi, tratta dalla sua personalissima lettura del “Furioso”, che include alcune tavole dedicate in particolare proprio al rapporto fra Ariosto e la Garfagnana. Non una illustrazione descrittiva delle scene ariostesche, ma lo scorrere dell’invenzione letteraria attraverso facce, occhi, bocche, singole figure e richiami al territorio fissati tavola dopo tavola. Un modo attraverso il quale Possenti riesce a raccontare e a raccontarci anche come il territorio di Castelnuovo sia entrato splendidamente nella geografia mitologica dell’opera”.
Una mostra che è un sigillo tra l’altrove del passato e l’altrove inquieto dei nostri giorni, dove perdersi e ritrovarsi, a costo di sprofondare.
Prenotazione obbligatoria scrivendo all’indirizzo: prenotazione-mostra@consiglio.regione.toscana.it