Mancano pochi minuti a mezzanotte. Il tempo a cavallo tra un giorno che è finito e uno che sarà. Leggo commenti, quotidiani online, post di Facebook e stories di Instagram. Tutti parlano di Raffaella Carrà.
Donne e uomini di spettacolo che raccontano ricordi personali ma anche tante, tantissime persone comuni che “postano” frasi di canzoni o spezzoni di interviste.
Un lutto collettivo che “da Trieste in giù” percorre la storia di molti di noi e che con lei si sono rilassati dopo una giornata di lavoro davanti al piccolo schermo.
Sorrisi, scheck indimenticabili e qualche lacrima per una “carrambata” che c’ha ricordato che anche nostro nonno o nostra zia avevano un fratello o una sorella in Argentina.
La Carrà è stata vita e quotidianità, quel “motivetto” che ogni volta che ascolti ti spunta il sorriso e magari fa muovere la gamba anche del peggior ballerino!
Quella volta a Porto Santo Stefano
Due anni fa, grazie al Pop Corn Film Festival di Porto Santo Stefano, abbiamo avuto il piacere di incontrarla. Era la presidente di giuria del festival di corti. Io e Simona Bellocci eravamo così, un po’ disorientati: cosa farà, cosa dirà e poi possiamo fare foto, riprese …
Arriviamo in questa sala allestita in un albergo di Porto Santo Stefano, ci sediamo in prima fila e poco dopo arriva lei. Saluta tutti e poi si siede.
Dopo una piccola introduzione viene chiamata ad intervenire e a rispondere a qualche domanda. Poi snocciola aneddoti, il suo rapporto con il cinema e i tanti affettuosi riconoscimenti ai giovani che avevano realizzato i corti. Li aveva visti tutti.
Nel frattempo al tavolo si aggiunge Alessandro Haber. Un altro po’ di chiacchiere e dopo un po’ si alza, si avvicina ad Haber e vanno a fumare una sigaretta nel terrazzo adiacente la sala. I due chiacchierano un po’. Era la prima volta che si incontravano ma sembravano “vecchi amici”.
Lei rientra, ringrazia e racconta come la “bravissima Francesca Castriconi…” l’ha convinta a presiedere la giuria, saluta e torna nella sua casa a Porto Santo Stefano. Luogo in cui c’ha svelato sono nati molti dei suoi programmi e dove tornava spesso per organizzare le sue famose partite a carte.
La Toscana descritta dai suoi racconti è un luogo d’ispirazione e spensieratezza.
Da quell’incontro, dall’ascolto delle sue parole tornai felice. Potevamo realizzare il servizio ma non solo: c’era una piena corrispondenza tra il personaggio e la persona. Non ebbi il coraggio di chiederle una foto insieme perché lo scatto migliore lo feci con il mio cuore.
La rivoluzione gentile con lustrini e paillettes
Con Raffaella Carrà ci lascia un pezzo di Tv fatto con stile, professionalità e garbo, ci lascia una persona che ha fatto dello studio e dell’abnegazione un marchio di fabbrica, ci lascia una femminista che ha fatto la rivoluzione con i lustrini e le paillettes.
La Carrà non è stata solo una donna di spettacolo ma un’artista che con il suo linguaggio semplice e diretto ha fatto sentire viva una comunità e che ha dato alla parola “diritti” sostanza nel suo agire quotidiano.
Grazie Raffa, te lo prometto, continueremo a fare rumore!