Aretini “botoli ringhiosi” nella Divina Commedia non godono sempre della simpatia di Dante Alighieri. Anche se proprio in Terra d’Arezzo il Sommo Poeta fu accolto dopo l’esilio fiorentino e nel Castello di Poppi dei Conti Guidi di Battifolle iniziò la stesura della sua “Comedia”. Oggi a 700 anni dalla sua morte Arezzo lo celebra con un intenso “Omaggio a Dante”, la retrospettiva sull’Inferno dantesco di Giuseppe Fanfani, ex-sindaco della città, pittore e Garante dei diritti dei Detenuti del Consiglio regionale della Toscana.
Una pittura emotiva che immerge le figure in atmosfere dense e turbate dando vita a dei quadri di grande immediatezza e spontaneità. Un incrocio di sguardi, sentimenti e lettura in una sintesi tra pittura e illustrazione.
Figure erranti di Anime prave, anime perverse, volti sbiaditi e celati, dita accennate, niente di squisitamente descrittivo perché la forza è altrove, nelle masse di colore infuocato, rosso, giallo e nero, energia cromatica tra cielo e terra.
Una vita saturnina in un racconto che strizza l’occhio alla mitologia, alla letteratura fantastica in rimandi che mettono in dialogo le terzine dantesche con l’inferno del presente
Le ambientazioni taglienti e quasi aliene, le pose teatrali di un umano massiccio e scenografico per rileggere Dante e traghettare il nostro sguardo dal particolare all’universale. La solitudine della materia che ci ricorda la solitudine dell’umano per superarla in una dimensione intima e senza tempo.
La mostra è realizzata da Fondazione Guido d’Arezzo, Comune di Arezzo, Fraternita dei Laici di Arezzo ed è stata inaugurata dal presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo e dai consiglieri Lucia de Robertis e Vincenzo Ceccarelli.