Giovanni Imparato conosciuto come “Colombre” ha scelto il suo nome d’arte ispirandosi a un mostro marino del racconto di Buzzati, ad un certo punto affiora dall’acqua pubblicando nel 2017 l’album “Pulviscolo”. Il disco, preceduto dal singolo “Blatte”, arricchito dal prezioso featuring di IOSONOUNCANE, ha ottenuto attenzione e consensi da pubblico e critica, ed è stato candidato nella cinquina del Premio Tenco come miglior opera prima.
Questa accoglienza ha permesso al cantautore di Senigallia di intraprendere un tour in tutta Italia di più di novanta concerti, tra il 2017 e 2018. Nello stesso 2018 co-produce e arrangia il disco “Deluderti” della cantautrice Maria Antonietta, con la quale aveva già collaborato nella produzione del suo disco precedente “Sassi” .
Nel 2019 Calcutta lo invita a prendere parte al fortunato tour di “Evergreen” come chitarrista. Il 2020 è l’anno dell’atteso ritorno discografico con “Corallo” che entra nelle classifiche più importanti sui migliori dischi dell’anno e lo conferma come uno degli artisti più autorevoli della nuova scena musicale italiana.
Colombre si prepara adesso a tornare sui palchi estivi con la band al completo per un live totalmente rinnovato, elettrico e vibrante. Il tour sarà l’occasione per ascoltare per la prima volta dal vivo le canzoni dell’ultimo disco. Il tour parte da Officina Giovani a Prato il primo luglio.
Ecco la nostra intervista
Ciao Giovanni! Sei in procinto di partire per il tuo tour estivo
Si esatto l’anno scorso a marzo era uscito il nuovo disco ma poi è stato impossibile fare quello che era stato programmato a causa della pandemia. Ci riproviamo questa estate con 15 date in tutta Italia. La prima sarà appunto a Prato a Officina Giovani con un concerto che ‘battezzerà’ l’estate.
Rimasi molto colpita quando nel 2017 uscì il tuo primo singolo “Blatte”, pensai finalmente un cantautore che non parla solo di “amore” o almeno lo fa in modo diverso dal solito. Mi sembra che nei tuoi testi ci sia sempre una ricerca particolare nel parlare delle zone “grigie” della vita, non è necessariamente tutto bianco o nero
Sì, mi piacciono le situazioni oblique, mi piace quando appunto si crea qualcosa di agrodolce, un qualcosa che ha a che fare con i contrasti. Perchè a volte si tende molto a semplificare, invece la situazione è sempre più complessa di come sembra in realtà. Mi piace giocare su questa dualità, Blatte è un pezzo che parla di un sentimento che è l’odio che si prova quando si è provato molto amore. Usi la parola “odio” quando sei stato veramente toccato da un sentimento. La cosa che più mi preme è non essere indifferente ai sentimenti, di qualsiasi natura siano. Odio l’indifferenza.
Per il tuo ultimo singolo “Il sole non aspetta” hai scelto di fare una sorta di collage di tanti film diversi. Se tu dovessi fare la colonna sonora di un film, che film sceglieresti?
Sicuramente mi piace molto associare una canzone a delle immagini. Il video che ha fatto Maria Antonietta per “Il sole non aspetta” è molto giusto per quel pezzo. Era un periodo in cui guardavamo molti film western e da lì è nata l’idea, un omaggio a questi grandissimi film. Uno dei miei registi preferiti è Clint Eastwood che ha sempre un’attenzione particolare per i sentimenti. I suoi film sono sempre molto duri, a volte crudeli, ma anche molto sentiti e dolci. Per lavorare con lui farei follie. I suoi film più recenti come Gran Torino sono caratterizzati da una grande profondità di sentimenti, mi piacerebbe accompagnarli con una colonna sonora.
Ho letto che uno dei tuoi punti di riferimento musicali è Alan Sorrenti, a me le tue canzoni ricordano molto anche Mango, spero di averti fatti un complimento
Mango non lo conosco in maniera approfondita ma è un grandissimo artista. Con Alan Sorrenti sento spesso questa associazione nelle recensioni forse per la vocalità. Così ho pensato di rendergli omaggio ricantando una delle sue canzoni più famose per la ristampa in vinile del disco “Corallo”, il pezzo “Tu sei l’unica donna per me”. Sono molto contento perchè al maestro è piaciuta molto.
Mi sembra che a te non interessi essere “alla moda”, per fare un disco hai impiegato diversi anni, sei po’ fuori dalle dinamiche della discografia attuale
Mi piace essere fuori tempo. Credo nell’attenzione alle cose, nella lentezza nel farle. Sono dell’idea che nel momento in cui pubblichi qualcosa non puoi più tornare indietro quindi deve esserci molta attenzione. Alla fine le canzoni nascono da un’esigenza, se non hai niente di cui parlare mi sembra un po’ deprimente scrivere per forza qualcosa. Scrivo se ho un sentimento che ho maturato nel corso nel tempo. Mi piace dosare le mie uscite con cura e dedicarci tutto il tempo necessario.
Il primo luglio parte il tour da Prato, dopo tanti mesi senza poter suonare davanti a un pubblico. Come lo affronterai?
L’ultimo concerto che ho fatto è stato nel 2018, quindi sicuramente ho tantissima voglia, ovviamente presenterò il disco nuovo rivisitando tutte le canzoni insieme alla band. Ma ci saranno anche le canzoni di “Pulviscolo”. Sono tre anni che non suono più le mie canzoni, sono molto contento di farlo. Dopo un momento di stasi, di indolenza, quasi come un fermo immagine in cui non sai quando e come potrai ricominciare, nel momento in cui le cose cominciano a sbloccarsi e aprirsi il cielo comincia ad essere meno nuvoloso, ecco che si ha l’energia di tornare e di esplodere. Non vedo l’ora.