Scalda i motori l’edizione 89 di Pitti Immagine Filati, in scena dal 28 al 30 giugno alla Stazione Leopolda di Firenze (non in Fortezza come di consueto) con 85 aziende (di cui 10 estere): 75 partecipanti in presenza e 7 presenti solo online sulla piattaforma Connect.
Il salone torna a svolgersi in presenza, e anticipa solo per questa occasione le date di Pitti Uomo e Bimbo (al via il 30 giugno), per mostrare tutte le tutte le tendenze dei filati per il prossimo autunno/inverno 2022-2023.
Già dal 7 giugno le aziende partecipanti sono online sulla piattaforma creata da Pitti, inoltre – altra novità – per questa edizione sarà possibile contattare gli espositori in anticipo per concordare il proprio appuntamento, in modo da evitare file e rispettare al meglio le normative di sicurezza.
Il “100” è il tema conduttore non solo di Pitti Uomo, ma anche di tutte le edizioni estive dei saloni di Pitti Immagine, con un logo e una grafica speciali curati dal graphic designer Francesco Dondina. Transformer è il tema e il titolo delle prossime tendenze per l’autunno/inverno 2022-2023, raccontate all’interno dello Spazio Ricerca.
Altra novità assoluta sono i Pitti Studios, il nuovo servizio di produzione contenuti per valorizzare le proposte degli espositori. Uno spazio speciale sarà dedicato alle collezioni dei cinque finalisti del concorso Feel the Contest. Infine, come sempre, torna anche l’appuntamento con Vintage Selection, nello spazio Alcatraz, con ingresso riservato agli operatori di Pitti Filati.
Il fatturato del settore nel 2020 cala del -27,2%
La filatura italiana archivia il 2020 subendo gravi perdite, accusando – come gli altri settori – i contraccolpi dell’emergenza sanitaria mondiale, e anche l’avvio del 2021 si apre col segno negativo.
Secondo i dati elaborati da Sistema Moda Italia e diffusi oggi da Pitti Immagine, il 2021 si è aperto con luci ed ombre. Da una parte nel primo trimestre l’indice di produzione industriale Istat relativo alle attività di filatura ha fatto registrare un primo timidissimo segnale di recupero, evidenziando una variazione del +0,6%.
Dall’altra, guardando all’export, il periodo gennaio-marzo 2021 vede una flessione del -7,1%, mentre l’import perde il -16,2%. Sono dati che seguono l’andamento del 2020, in cui il fatturato settoriale ha ceduto il -27,2%, bruciando oltre 750 milioni di euro in dodici mesi, e portandosi a poco più di 2 miliardi di euro.
I decrementi più rilevanti si sono palesati sul mercato interno; tuttavia anche le vendite estere hanno perso ampiamente terreno, calando del -19,6%, l’import invece è calato del -29,1%, scendendo a quota 594 milioni.
Guardando alle performance di ciascun segmento, i filati lanieri hanno sperimentato una contrazione del fatturato settoriale pari al -27,8%; la filatura cotoniera una flessione del -22,6%, quella liniera del -29,2%.
Le importazioni di filati dall’estero hanno registrato un’evoluzione ancor più negativa rispetto a quanto rilevato nel caso delle esportazioni. I filati pettinati lanieri hanno archiviato la peggior dinamica, ovvero -33,4%; i filati cardati un calo del -27,2%, quelli misti chimico-lana del -22,1%; non di meno, l’import di filati per aguglieria ha perso il -24,1%. I filati di cotone provenienti dall’estero hanno registrato un -25,7%, i filati linieri un -32,8%.