Chi era davvero il cataro Farinata degli Uberti? Perchè Dante Alighieri lo colloca all’inferno nel decimo canto della Divina Commedia eppure mostra avere per lui un grandissimo rispetto? Perchè l’inquisitore Pietro Rosini da Verona condannò per eresia centinaia di fiorentini? Il film realizzato da Giovanni Guidelli “Farina La tredicesima notte” prova a dare risposta a queste e ad altre domande.
Il film è stato realizzato in occasione dell’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri dall’Associazione Culturale Avatar che ha vinto il bando della Regione Toscana sulle “Personalità illustri” e sarà proiettato per la prima volta l’11 luglio nello spazio “Apriti cinema!” presso il piazzale degli Uffizi a Firenze.
Farinata degli Uberti è un ghibellino ed è cataro aderisce cioè all’eresia che in quegli anni, su Firenze conta migliaia di adepti fra le famiglie fiorentine più facoltose. Il cortometraggio realizzato con un cast di attori toscani grazie alla supervisione della Dottoressa Maria Soresina squarcia un velo sui possibili scenari politici e religiosi in cui Farinata degli Uberti è stato processato e condannato per eresia “post mortem”.
L’azione si svolge nel 1267 e il film inizia proprio sul campo della battaglia di Montaperti durante la sanguinosa lotta tra Guelfi e Ghibellini. Qui entra in contatto con due personaggi che si dichiarano “fratelli” catari. Li conduce così in un luogo sicuro dove questi potranno somministrargli il Consolamentum. Ma una volta iniziato il rito… Farinata si rende conto che i due uomini non sono ciò che dicono.
Il “main theme”, la colonna sonora che si ascolta all’inizio è l’unico inno cataro giunto sino a noi, in una versione realizzata apposta per il film. Il film è realizzato con un cast tutto di attori fiorentini e toscani ed è attualmente in concorso in due festival internazionali, e finalista al Miami.
Ecco la nostra intervista al regista Giovanni Guidelli
Chi era Farinata degli Uberti?
È stato un ghibellino cataro che non si è mai piegato. C’è da domandarsi perchè Dante lo tratta con così tanto rispetto nel decimo canto dell’Inferno, anche se erano di fazioni avverse. Lo tratta come se fosse un suo pari. Farinata è stato un grande condottiero che ha salvato Firenze. E che nonostante avesse vinto nella battaglia di Montaperti è stato l’unico che si è battuto per lasciare integra Firenze anche se tutti i ghibellini della dieta di Empoli volevano raderla al suolo. Sicuramente è uno che guarda avanti.
È Farinata che quando vede Dante all’Inferno lo chiama “O Tosco!”
Esatto, lo riconosce. Inoltre nel decimo canto Farinata vede il futuro, è colui che dice a Dante che andrà in esilio. In tutto questo lui è cataro, è un nobile fiorentino che viene dissotterato 19 anni dopo la morte e processato post-mortem dai francescani e poi condannato per eresia catara, i suoi resti dispersi e la sua genia trucidata. Deve aver fatto qualcosa di molto grave. Cosa? Essere cataro e cosa vuol dire essere cataro lo spiegheremo l’11 luglio a Firenze.
Il tuo corto ci svelerà qualcosa in più su Farinata degli Uberti?
Io ho ripreso tutti gli elementi del decimo canto e ho voluto mutuarli in un racconto per immagini come prima cosa. Il film inizia in un campo di battaglia pieno di morti, l’inferno in terra. Ma più di tutto ho tentato di dare il mio punto di vista rispetto ai catari, a questo rito del “Consolamentum” e al luogo in cui si incontrano per guardare al futuro, c’è anche qualcosa di esoterico. Ma tutto quello che è stato scritto è frutto di studi universitari, grazie alla dottoressa Maria Soresina la più grande esperta di catari d’Italia, mi ha fatto lei da ‘Virgilio’. Ci sono ancora molti punti interrogativi su di loro, per esempio perchè in Francia nel 2016 la chiesa cattolica ha chiesto scusa per il loro massacro. Pensa che a Firenze la metà della popolazione era catara, poi in circa 30 anni è stato cancellato tutto, perchè?
Il trailer di “Farinata La tredicesima notte”
Foto di scena di Gaetano Longo