È passato un anno esatto dal 25 maggio 2020 il giorno in cui George Floyd è stato ucciso dall’agente di polizia Derek Chauvin che durante un controllo lo ha immobilizzato tenendo per molti minuti il ginocchio sul suo collo. Tutto ciò è accaduto a Minneapolis in Minnesota dove ha sede il Walker Art Center che esattamente un anno dopo da quel tragico evento porta per la prima volta le sue opere in Europa grazie alla mostra ospitata a Palazzo Strozzi “American Art 1961-2001. Le collezioni del Walker Art Center da Andy Warhol a Kara Walker”.
La mostra che sarà visitabile a Firenze dal 28 maggio al 29 agosto espone 80 capolavori di 55 artisti che spaziano dalla guerra del Vietnam fino all’attacco alle torri gemelle del 2001. 40 anni di storia americana vista dal punto di vista degli artisti.
In mostra opere di Andy Warhol, Mark Rothko, Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Bruce Nauman, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman, Matthew Barney, Kara Walker. Dalla Pop art al Minimalismo, dalla Conceptual Art fino alla Pictures Generation, tra pittura, fotografia, videoarte, sculture e installazioni.
La mostra a cura di Vincenzo de Bellis curatore per le arti visive del Walker Art Center e Arturo Galansino direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, affronta tematiche come la società dei consumi, la contaminazione tra le arti, il femminismo, le lotte per i diritti civili, il razzismo, la pena di morte, le minoranze.
Walker Art Center a Minneapolis
40 anni di storia americana dal punto di vista degli artisti
Si parte dalla grande stagione degli anni Sessanta con le opere iconiche di artisti noti al grande pubblico come Andy Warhol di cui sono presentate 12 opere tra cui la celebre Sixteen Jackies (1964), dedicata a Jackie Kennedy all’indomani della morte di JFK. Fino ad opere di maestri come Donald Judd, Bruce Nauman, John Baldessari: figure che sono diventati punti di riferimento per le successive generazioni di artisti.
Tra queste emergono la riflessione sulla figura della donna di Cindy Sherman, le appropriazioni dal mondo della pubblicità di Richard Prince e Barbara Kruger, la denuncia dello stigma dell’AIDS di Felix Gonzalez-Torres o le inquietanti narrazioni posthuman di Matthew Barney, di cui è presentata in maniera inedita per l’Italia l’installazione di Cremaster 2 (1999).
La mostra arriva fino al 2001, l’ultima parte presenta un focus speciale dedicato alle figure di riferimento per la comunità afroamericana quali Kerry James Marshall e Kara Walker, della quale è proposta una selezione di opere video e disegni.
Eugenio Giani il Presidente della Regione Toscana ha dichiarato: “Quello di oggi è un evento simbolico: la ripartenza della cultura in presenza a Firenze con questa mostra che ci fa percorrere un itinerario di grande rilevanza non solo sul piano artistico ma anche sociale. Quest’anno è il decimo anniversario del dramma delle torri gemelle. Con le torri gemelle è nato il terrorismo internazionale che ha fortemente condizionato il mondo. In 15 anni di attività la Fondazione Palazzo Strozzi fondata nel 2006 è riuscita ad esprimere la vitalità e la centralità dell’arte e questo è molto importante perchè alterna la storia del ‘Rinascimento senza fine’ alla contemporaneità con artisti come JR. La mostra che presentiamo oggi aiuterà sicuramente a rilanciare il turismo di Firenze e di tutta la Regione”
“Dopo un anno difficile come il 2020 la mostra vuole dare un segnale di ripartenza per la vita sociale e culturale di Firenze e della Toscana, in primo luogo per il nostro pubblico locale ma anche come offerta per i visitatori nazionali e internazionali – ha dichiarato Arturo Galansino –American Art 1961-2001 si pone come un grande evento culturale che celebra l’arte americana affrontando anche importanti temi come le lotte per i diritti civili e il ruolo della donna nell’arte: un progetto originale e suggestivo per una rinnovata riflessione sull’idea di “American Dream” grazie alle opere di artisti che ridefiniscono il ruolo e le possibilità dell’arte, anche come strumento per affrontare e mettere in luce questioni e contraddizioni che toccano la politica, la società e l’identità individuale, americane e non solo.”
La mostra American Art prosegue su Più Compagnia
La mostra American Art 1961-2001 continua online sulla piattaforma American Art On Demand. Grazie alla collaborazione con il Cinema La Compagnia-Fondazione Sistema Toscana e MYmovies, i possessori del biglietto di ingresso alla mostra hanno accesso alla speciale sala virtuale Più Compagnia, costituita da una selezione di opere video fruibili in streaming che testimoniano il lavoro di artisti, come Vito Acconci, Nam June Paik, Dara Birnbaum e Dan Graham, che hanno utilizzato le immagini in movimento nell’ambito della performance, dell’arte concettuale e dell’estetica postmoderna.