Cultura/

Florence Korea Film Fest, a Firenze la XIX edizione del festival del cinema coreano, nel segno di Kim Ki-duk

La manifestazione diretta da Riccardo Gelli si tiene, in presenza e online, dal 21 al 28 maggio.  Un programma di 100 film racconterà, da diverse angolazioni, la Corea del Sud di oggi offrendo una panoramica su una cinematografia sempre più apprezzata, sulla scia del successo del film “Parsite”, di Bong Joon-ho

Film The day I died - © Foto ufficio stampa FKFF

Uno dei principali autori del cinema sudcoreano, Kim Ki-duk, autore di film pluripremiati ai festival internazionali, come Primavera, estate, autunno,inverno… e ancora primavera, Ferro 3, Pietà, solo per citarne alcuni, vittima della pandemia lo scorso anno, a soli cinquantanove anni, sarà omaggiato dal festival del cinema coreano di Firenze, il Florence Korea Film Fest, manifestazione ideata e diretta da Riccardo Gelli fin dai primi anni ‘2000, che giugne quest’anno alla sua diciannovesima edizione. Il festival si tiene dal 21 al 28 maggio, in presenza al cinema La Compagnia (via Cavour 50/r) e online, sulla piattaforma Più Compagnia, in collaborazione con MyMovies.it.

Il doppio canale di fruizione, ha consentito al festival di proporre quest’anno un programma di 100 film, a dimostrazione di come la modalità in streaming, anche una volta terminata l’emergenza sanitaria, possa essere una risorsa per garantire una più ampia visibilità possibile alle produzioni cinematografiche. Un’altra protagonista del festival, sarà quest’anno l’attrice e regista sudcorana Moon So-ri, che al festival riceverà un premio speciale e della quale saranno proiettati sette titoli, dal noto Oasis, di Lee Chang-dong (2002), al thriller La moglie dell’avvocato, di Im Sang-soo (2003), fino a Juror 8, legal movie diretto da Hong Seung-wan (2019). Tra le chicche imperdibili, un’intervista in esclusiva a Bong Joon-ho, premio Oscar nel 2020 con Parasite – autore del quale sarà proposta anche la sua opera prima, Barking Dogs Never Bite – e la nuova sezione New Korean Cinema, con i migliori film che hanno portato il cinema coreano a confrontarsi ed entrare di diritto nello star system mondiale. E naturalmente il festival propone le consolidate sezioni, competitive e non, come Orizzonti Coreani (con le proiezioni di maggior successo al botteghino negli ultimi mesi), Independent Korea, (sulle giovani promesse del paese del calmo mattino),  K-Documentary,  i Corti, Corti!.  E ancora, spazio alla cultura sudcoreana con Feeling Korea 2021 – Music, Dance, Culture & Korean, una sezione speciale del festival e la K-Virtual Reality Experience, rassegna di film sui linguaggi ibridati del cinema di oggi.

Ad aprire il festival, il 21 maggio sera, sarà il film diretto da Kim Jong-kwan, Josée, (2020), dramma sentimentale che vede protagonisti una ragazza diversamente abile e un ragazzo universitario, uniti in uno strano e particolare destino (tratto dal racconto della scrittrice giapponese Seiko Tanabe, Josée, the Tiger and the Fish). Ospiti del festival, Paolo Quilici, l’autore di Pechino Express, reality in onda su Rai2; Jennifer Poni, concorrente e vincitrice a Pechino Express; e Cho Ara, ex ballerina e oggi collaboratrice dell’Istituto Culturale Coreano. A chiudere il festival sarà invece il thriller, opera prima del giovane Park Ji-wan, The Day I Died: Unclosed Case (2021).

Per i veri cinefili, ci sarà una bella opportunità di approfondimento, con la sezione New Korean Cinema, che racconterà il meglio della cinematografia sudcoreana dal 1990 al 2004, il periodo nel quale la cinematografia del paese asiatico ha visto nascere e crescere i suoi principali autori, premiati agli Oscar e ai Bafta, facendo accrescere la fama del cinema coreano nel mondo. La sezione vede in cartellone, tra gli altri, i film The Day A Pig Fell Into The Well (1996), di Hong Sang-soo,  The Contact (1997), melodramma urbano dal sapore romantico di Jang Yoon-hyun e Peppermint Candy (1999) di Lee Chang-dong, film storico che ripercorre vent’anni di storia della Corea, attraverso i drammi personali del protagonista.

La Corea che non ti aspetti sarà raccontata nei documentari della sezione K-Documentary, nei film  I Am From Chosun, che affronta il tema della storia migratoria; Shadow Flower, che apre un focus sui diritti umani, con la storia di una sofferta divisione familiare, in bilico tra Nord e Sud del paese; e ancora, The Birth of Resonance, che mette in luce l’antico sapere del lavoro artigianale, quello di un tessitore di percussioni, di come questa arte possa essere tramandata da padre in figlio, come valore identiario e simobolico della Corea; infine The Wandering Chef, racconto catartico di un cuoco che erra per paesi e territori, alla ricerca di prodotti naturali, per una cucina di alta qualità.

Le promesse del cinema coreano si esprimeranno nella sezione Corti Corti! dove è in programma una nutrita selezione che spazia fra i più svariati generi, dalla fiction all’animazione, selezionata in collaborazione con Busan International Film Festival, Jeonju International Film Festival, Bucheon International Fantastic Film Festival, Asiana International Short Film Festival e Seoul International Estreme Short Image & Film Festival. Il cinema del futuro, ovvero le opere in VR, è invece al centro della sezione Virtual Reality Experience, in collaborazione con la Barunson Entertainment, che si svolgerà completamente online per via dell’attuale situazione sanitaria. Tutto il programma sul sito www.koreafilmfest.com.

I più popolari su intoscana