Con ristoranti, cantine ed enoteche chiusi per tanto tempo si temeva un tracollo ed invece il vino toscano è entrato più di prima nelle case degli italiani durante i mesi di lockdown grazie all’e-commerce e alla grande distribuzione, mitigando un po’ il calo dell’export, meno 9%. Nel 2020 le vendite sul mercato interno sono cresciute dell’11%, arrivando a più 19% nei primi 3 mesi del 2021.
I dati sono stati presentati oggi alla Fortezza da Basso di Firenze nel corso di PrimAnteprima 2021, Anteprima collettiva regionale promossa da Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, che ha aperto ufficialmente la Wine Week 2021. La fotografia la scatta Isme-Agenzia del ministero delle Politiche agricole.
La Toscana del vino conquista il mercato italiano
La Toscana vanta 60mila ettari di viti, di cui il 99% dedicati alle DOP (DOCG e DOC), con 52 denominazioni e quasi 13mila aziende impegnate nel settore. La vendemmia 2020 ha segnato un leggero calo nelle produzioni, ma la qualità è stata alta: 2,2 milioni di ettolitri di vino (nel 2019 erano stati 2,6 milioni), di cui il 67% (1,4 milioni) rappresentato da etichette DOP.
Lo stop imposto al settore Horeca a livello globale nel 2020 ha rallentato l’export dei vini made in Tuscany (758mila ettolitri esportati, il 9% in meno rispetto al 2019), ma le vendite retail in tutta Italia sono cresciute: +11%, a fronte di un +5,3% della media nazionale. Un balzo in avanti confermato anche nei primi tre mesi del 2021, con una crescita delle vendita attraverso al grande distribuzione che ha raggiunto il 19%. A scegliere i Dop toscani sono anche tanti under 35, il cosiddetto segmento “pre family”, con un più 81%. Bene anche le regioni meridionali, con +23%.
La rivoluzione forzata verso il web: e-commerce per reagire alle chiusure
Ma non solo grande distribuzione: con la pandemia molte aziende si sono convertite al digitale e hanno sperimentato – con successo, guardando i numeri – e-commerce, home delivery, virtual tasting e digital B2B. Sempre secondo Ismea, che ha effettuato un’indagine su 313 imprese vitivinicole italiane, in 185 hanno attivato l’e-commerce per fare fronte alle limitazioni imposte dal Coronavirus.
Dal web arriva anche la spinta all’enoturismo che coinvolge un numero sempre maggiore di persone (+10% sul 2019) anche a fronte di un calo medio del 27% sul numero delle esperienze fruite rispetto a due anni prima. Lo si legge nel Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano 2021 a cura di Roberta Garibaldi. Le località di mare sono diventate la porta di accesso per partecipare a esperienze enogastronomiche nell’entroterra (53% dei turisti enogastronomici), davanti alle città d’arte e alle destinazioni montane. La tendenza a preferire vacanze all’aria aperta spinge i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), con una ricerca di soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%). Il trend wellbeing, infine, è in pieno sviluppo. Inoltre, il 65% dei turisti enogastronomici sarebbe interessato a frequentare percorsi e workshop nelle aziende di produzione con informazioni utili sul benessere psicofisico, il 64% vi vorrebbe praticare attività sportiva all’aria aperta.