Ha aperto i battenti a Firenze una bottega artigiana molto speciale, dedicata alla carta ispirata e ispirata a Jane Austen. L’idea è di Silvia Columbano, cuore e matita della Elinor Marianne, progetto che ha preso vita nel 2018 online e che ora debutta dal vivo.
Cartoleria vintage dallo stile retrò
Il negozio si trova nel centro storico di Firenze, in via Romana: qui si trova in vendita tutta la linea di cartoleria vintage ideata da Silvia, che dopo il successo avuto con il suo e-commerce ha deciso di debuttare con uno store dal vivo.
All’interno dello spazio si trovano tantissimi quaderni (divisi in collane: letterari, retrò, golosi), agende annuali, agende dedicate alle letture, carta da lettera, bigliettini, planner, box, segnalibri, carta da regalo, tutti disegnati dalla fondatrice e realizzati da un tipografo editoriale.
La linea, che trae le sue ispirazioni dai libri, dallo stile retrò e francese, ha un nome speciale: Elinor e Marianne sono infatti le protagoniste del romanzo “Ragione e sentimento” di Jane Austen, scrittrice cara alla fondatrice del progetto.
Quaderni su cui trovare la voglia di scrivere
“Mi sono ispirata a questi due personaggi letterari femminili, l’uno riflessivo, pacato, l’altro appassionato e romantico per creare una linea di prodotti dedicata a chi crede fortemente che la carta non trattenga solo i caratteri stampati e i colori, ma i sentimenti, le storie, le idee – racconta Silvia Columbano – a chi è convinto che la carta avvicini le persone, e le renda simili: a volte stropicciate, segnate dal tempo e dalla vita, ma piene di significati, di memoria, di sogni”.
Dal 2018 ad oggi la fondatrice ha scoperto che sono tante le persone ad affidare alla carta progetti, pensieri e sogni, e così, lasciato il lavoro di redattrice nella casa editrice fiorentina Cesati, si è dedicata completamente al nuovo progetto, aprendo ora anche uno spazio fisico in cui trovare le sue creazioni.
”Non quaderni e agende qualsiasi, ma luoghi di carta a cui affidare progetti, giornate, pensieri; in cui alcune persone possano riconoscersi – conclude Silvia – un posto che faccia venire voglia di scrivere”.