La prenotazione obbligatoria nel fine settimana? Per i piccoli musei – che non rischiavano il sovraffollamento neanche in epoca pre-Covid – rappresenta una importante limitazione, quando non addirittura il sinonimo della chiusura obbligata.
Per questo motivo la Fondazione Musei Senesi, i Musei di Maremma e l’Associazione Nazionale Case della Memoria si fanno portavoce di un appello sottoscritto da 12 piccoli musei al Ministro della Cultura, Dario Franceschini affinché vengano riviste le norme e le modalità di riapertura dei musei nelle cosiddette zone “gialle”.
L”istanza è sulla scia di quanto già espresso da ICOM Italia. Il principale network italiano di musei e professionisti museali, infatti, nei giorni scorsi aveva diffuso una lettera aperta che sollevava molti dubbi, sottolineando come “le misure di contingentamento previste […], già messe in atto lo scorso anno dai musei, siano sufficienti a scongiurare la trasmissione del virus COVID 19 e che quindi si possano prendere in considerazione delle eccezioni alla modalità della prenotazione preventiva obbligatoria, qualora il numero dei prenotati sia inferiore al numero massimo di persone che possono essere presenti contemporaneamente nei musei, monumenti o aree archeologiche”.
Secondo le norme in vigore, infatti, il sabato e i giorni festivi l’ingresso nei musei risulta consentito solo alle persone che abbiano effettuato prenotazione online o telefonica con almeno 24 ore di anticipo. Ma è ovvio che tale regola – comprensibile per i siti museali molto affollati – appare superflua per i piccoli musei, spesso dislocati nei borghi storici e vero tessuto culturale del territorio.
Qui i visitatori sono spesso occasionali e per la maggior parte non programmati; qui si entra durante un’improvvisata gita domenicale, magari decisa all’ultimo momento. Inoltre, secondo le regole attuali, il museo che non avesse prenotazioni dovrebbe rimanere chiuso, rischiando di trasmettere agli eventuali visitatori respinti un messaggio sbagliato, di scarsa sicurezza o addirittura di disservizio.
“La prenotazione obbligatoria in anticipo ci condanna a non accogliere che qualche sporadico frequentatore, quando non equivale a rimanere chiusi: se vogliamo tornare a offrire il consueto servizio di valorizzazione del patrimonio culturale e del territorio, dobbiamo cambiare paradigma”, spiegano i tre responsabili dei sistemi museali che promuovono l’appello, Marco Capaccioli, Irene Lauretti e Alessandro Ricceri.
“Eliminare la prenotazione obbligatoria – aggiungono – significherebbe garantire un’apertura continuativa nel fine settimana seppur con una gestione razionale delle presenze rispetto ai turni di visita o alla capienza delle sale. Si possono evitare gli assembramenti ma, al contempo, dare ai musei la possibilità di vivere e accogliere i visitatori”.
Hanno firmato l’appello
Accademia Etrusca di Cortona per conto di MAEC Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (Arezzo)
Associazione Nazionale Case della Memoria
Centro Servizi SMI – Museo Diffuso – Sistema Museale Integrato Mugello – Montagna Fiorentina (Firenze)
Coordinamento Regionale ICOM Toscana
Ecomuseo della Montagna Pistoiese e Coordinatore del SIMOP Sistema Museale Montagna Pistoiese (Pistoia)
Fondazione Parsec Museo di Scienze Planetarie e Parco del Centro di Scienze Naturali di Prato e Rete Musei di Prato (Prato)
MuDEV Sistema Museale dell’Empolese Valdelsa (Firenze)
Museo Civica Raccolta Gigi Guadagnucci, Massa (Massa Carrara)
Pinacoteca di Volterra (Pisa)
Sistema Museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino (Firenze)
Sistema Museale delle Terre di Malaspina e delle Statue Stele (Massa Carrara)
Sistema Musei e Parchi della Provincia di Livorno (Livorno)
—