Dopo la zona rossa disposta per il week-end lungo di Pasqua, l’Italia torna ad essere divisa tra il rosso e l’arancione. In attesa del prossimo monitoraggio e dell’eventuale verifica a metà aprile, che valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo, ecco le misure previste in questi giorni, a seconda dei territori. La Toscana, come annunciato, resta zona rossa insieme a Lombardia, Emilia Romagna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta e Campania.
Le regole della “zona rossa”
Sono quindi nove le regioni sottoposte alle misure di contenimento più rigide, dove è consentito spostarsi soltanto per motivi di lavoro, salute o necessità e non è concesso andare a trovare parenti o amici. È invece sempre possibile svolgere attività motoria, ma solo in prossimità della propria abitazione, e attività sportiva all’aperto in forma individuale. Le scuole sono in presenza fino alla prima media mentre è prevista la didattica a distanza per gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori. Sono chiusi barbieri, parrucchieri, centri estetici, negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Restano aperti i negozi di generi alimentari, tabaccherie, edicole, farmacie, parafarmacie, lavanderie, ottici, profumerie, erboristerie, cartolerie, negozi di intimo e di biancheria per la casa, ferramenta. Aperti anche i negozi per bambini, dai giocattoli all’abbigliamento. Prosegue l’attività dei mercati che vendono esclusivamente generi alimentari. Resta vietato uscire di casa dalle 22 alle 5. Il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità. È invece possibile raggiungere le seconde case per eseguire riparazioni o per fare manutenzione.
Anche in Toscana ricomincia la scuola
Anche in zona rossa, come detto, si torna a scuola. Una parizale apertura anche che però non è valida per tutti. Il nuovo decreto varato dal governo prevede la scuola in presenza nelle zone arancioni fino alla prima media e dalla seconda media e per tutto il ciclo scolastico delle superiori in presenza al 50%. Mentre nelle zone rosse frequenteranno tutti gli alunni fino alla prima media, dad dalla seconda media in poi. Da domani, quindi, rientreranno a scuola per seguire le lezioni in presenza circa 5,6 milioni di alunni in tutto il paese. Si tratta di circa il 66% degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie, ovvero due su tre. Tra loro ci sono gli alunni più piccoli della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, ammessi a scuola dal DL 44, anche se si trovano in regioni classificate in zona rossa. Per le stesse ragioni, nelle regioni in zona rossa potranno accedere anche ai servizi per la prima infanzia (asili nido, 0-3 anni). Non capitava che ci fossero tanti alunni nelle classi dal febbraio scorso. Se la scuola riapre, seppur parzialmente, è anche perché il 68% del personale scolastico, professori compresi, è stato vaccinato almeno con una dose.
I numeri degli studenti toscani
Gli studenti toscani che faranno ritorno in classe, fino alla prima media, sono circa 300 mila. In Toscana si riapriranno quindi le porte delle scuole a 230 mila studenti delle statali e circa 70 mila delle scuole paritarie. Si tratta di circa 22 mila bambini al nido, 80 mila alla scuola materna, 160 mila alla primaria e circa 33 mila in prima media. Per quanto riguarda il rischio contagio da Covid, al momento, il progetto della Regione “Scuole sicure”, per lo screening di personale e studenti, è fermo in quanto rivolto alle scuole superiori che andranno avanti con la didattica a distanza (Dad) finché la Toscana resterà in zona rossa. Non sono previsti progetti regionali di screening nelle scuole medie inferiori. “Domani si rimette in moto il motore della scuola” commenta Roberto Curtolo, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale. “Le regole e le modalità per la quarantena sono già stabilite e restano valide”. Sulla prevenzione del contagio, Curtolo ricorda che in Toscana “abbiamo alcuni progetti meritori come quello dell’ordine dei farmacisti che fornisce a famiglie e alunni tamponi gratuiti”.