Il 18 marzo 2020 i camion dell’esercito portavano via da Bergamo le bare delle vittime del Covid, perché lì non c’era più posto. La foto di un anno fa esatto cristallizza il dolore di una tragedia ancora in corso.
Oggi è la Giornata nazionale in memoria delle vittime, decretata dal Senato, e la Toscana commemora i morti della pandemia, nel giorno in cui si supera la soglia dei 5mila deceduti in regione da inizio emergenza sanitaria.
In Consiglio regionale le bandiere sono a mezz’asta
Nel Palazzo del Pegaso sono a mezz’asta, in segno di lutto, le bandiere della Toscana, quella italiana e europea.
“Un anno dopo non è ancora finita, purtroppo, e le vittime, solo in Italia, sono oltre 103mila – ha detto il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo – Ed è proprio pensando a questi numeri drammatici e a quella foto fissata per sempre nella storia che dobbiamo fare di tutto per portare avanti il più velocemente possibile la campagna vaccinale. A tutte le vittime di questa pandemia, alle loro famiglie e a tutti coloro che in queste ore stanno lottando nelle corsie degli ospedali va oggi più che mai il mio pensiero e quello di tutto il Consiglio Regionale della Toscana”.
Le commemorazioni in Regione
I Comuni toscani hanno raccolto compatti l’invito dell’Anci Nazionale di osservare un minuto di silenzio e tenere le bandiere a mezz’asta per essere moralmente vicini alla commemorazione nazionale di Bergamo con il presidente del Consiglio Mario Draghi
A Firenze, campane a lutto nelle chiese e un minuto di silenzio alla 13.30 nelle scuole e negli uffici pubblici. Un drappo nero è stato messo alla statua del Nettuno in piazza Signoria e il sindaco Dario Nardella ha scoperto una targa che ricorda le vittime della pandemia nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio. Dalle 18.45 alle 22 verrà proiettata sulla facciata del Comune la scritta “18 marzo Giornata nazionale per le vittime del Covid 19”
“Quando vidi quella immagine scrissi subito a Giorgio Gori, gli mandai un messaggio dicendogli ‘Dicci tutto quello che possiamo fare’ – ha detto Nardella ricordando i camion militari a Bergamo per trasportare le salme – Dopo qualche giorno mi chiamò e mi disse che i forni crematori erano pieni e che aveva bisogno di un aiuto. Quegli stessi camion dell’Esercito a Bergamo arrivarono anche a Firenze“.