Ha scritto giovedì sulla chat di famiglia: “Mi hanno nominato Alfiere della Repubblica”. Maria Sole Franceschi ancora non ci crede ed è sorpresa dal clamore. “Non credevo che questa notizia avesse questa risonanza, mi hanno chiamato tutti”. E invece sì: essere tra i 28 ragazzi che hanno ricevuto un riconoscimento dal presidente Sergio Mattarella fa molto rumore, soprattutto se tra i meriti – oltre al rispondere alle chiamate di aiuto e consegnare farmaci e spesa ai più fragili – c’è anche “il contributo di creatività sui social dell’associazione” per far conoscere ai più giovani i comportamenti corretti anti-contagio. Naturale per chi come Maria Sole e compagni è cresciuto con i social e preferiscono al logorroico Facebook i più immediati Instagram e TikTok. Proprio qui hanno fatto 6 milioni di visualizzazioni con un balletto in ambulanza.
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18 anni, nata a Firenze, ha vissuto per qualche anno negli Stati Uniti e oggi è a Londra a studiare chimica all’Imperial College. “Ma sono fiorentina”, precisa. Ha studiato alla scuola americana di Firenze ed è tra i tanti giovani che, prima di rinchiuderli in casa, era in piazza per i “Fridays for future”. Da novembre 2019 è entrata come volontaria alla Croce Rossa di Firenze, nella sede di Lungarno Soderini, dove ha incontrato un bel gruppo che oggi chiama famiglia.
Come si diventa Alfiere della Repubblica?
Non lo so – ride – In estate un delegato dei giovani aveva candidato qualcuno di noi, ma poi non ci ho più pensato. Poi giovedì lo abbiamo scoperto dai giornali. Me l’ha detto un’amica mentre ero a lezione ed è stata un’emozione grandissima. Quello che ho fatto io rappresenta il lavoro di un gruppo, quindi in realtà la nomina del Quirinale riguarda tutta la mia famiglia della Croce Rossa.
Come è nata l’idea di usare i social?
Con i giovani del gruppo facciamo sempre campagne di informazione, nelle scuole o nelle discoteche. Con la pandemia non è stato più possibile, ma era importante continuare. E’ stato naturale farlo con i social che usiamo tutti i giorni per tenere aperte tutte le nostre iniziative.
Perché hai iniziato a fare volontariato?
L’ho sempre voluto fare e a novembre mi sono decisa, volevo aiutare gli altri. Poi mi sono trovata ad avere ancora più tempo ad inizio pandemia perché la dad non era ancora iniziata e ho scelto di dedicarmi ancora di più alla Croce Rossa.
Hai avuto paura di essere contagiata?
Io sono anche un po’ ipocondriaca e pensavo soprattutto a come mi sarei sentita in colpa se avessi contagiato i miei, ma poi ho continuato perché c’era bisogno
Ti ha cambiato la pandemia?
Sono stata fortunata ad avere la Croce Rosse, mi ha dato tanto. Mi ha cambiato il modo di vedere il mondo. Come i miei coetanei, ho bisogno di uscire e di essere attiva e sono stata fortunata, ma vedo molti miei coetanei che hanno avuto tante difficoltà. E’ cambiata proprio l’idea di socializzazione e molti si sono abituati a stare in casa. L’adolescenza è già un periodo difficile, non poter uscire rende tutto più complicato.
Quando vedi i tuoi coetanei che non seguono le regole che pensi?
Non li giudico, c’è tanto disagio.
Cosa non è stato fatto per i ragazzi come te?
Manca il riconoscimento dei nostro sacrifici. Da più si un anno abbiamo le scuole chiuse e siamo chiusi in casa. E’ un momento difficile e tutti devono fare la propria parte, ma cerchiamo di capire di più perché alcuni ragazzi si comportano così, aiutiamoli.
Cosa vuoi fare da grande?
Non lo so, per questo studio chimica che mi tiene aperte più strade. Mi piacerebbe lavorare sulle fonti rinnovabili e in generale sulle tematiche ambientali.
Che fai quando non studi?
Sport, mi piace correre. Poi leggo, ora sono sui classici italiani e di letteratura inglese.
L’ultimo libro letto?
Il Gattopardo
Tornerai a casa per Pasqua?
Potrei, ma resto a Londra, ho gli esami tra qualche giorno. Qui hanno riaperto le università e finalmente potrò tornare in laboratorio. Verrò in estate, sperando che tutti si siano vaccinati. I miei nonni hanno più di 80 anni e ancora non hanno fatto il vaccino. Spero si vada più veloce.