Elisa Giannini, di Pietrasanta, in arte “Teresa Cinque”, è salita agli onori della cronaca per un video-monologo che, per caso, ha fatto il giro d’Italia in poco più di 5 minuti ed è diventato virale. Il video “L’errore di base” parla del fatto che le donne non si sentono mai abbastanza in confronto all’uomo che hanno accanto e in pochi giorni ha fatto 9 milioni di visualizzazioni su Facebook. Questo inaspettato successo ha dato il via a una serie di monologhi che riflettono con ironica sulle problematiche che le donne si trovano ad affrontare tutti i giorno in una società profondamente maschilista.
Ecco la nostra intervista
Ciao Teresa! Raccontaci de “L’errore di base”
In realtà il video non l’avevo neanche pubblicato io. L’avevo mandato via WhatsApp a un giro di amiche, è fatto che un po’ male, era un prova. Poi un’amica di un’amica l’ha pubblicato su Facebook. In un giorno ha fatto un milione di visualizzazioni e nel giro di pochi giorni è schizzato a 9 milioni. É stato un caso. Dopo tutto questo ho deciso di aprire un canale youtube.
Tuo malgrado sei diventata virale, ma com’è nata l’idea del video che parla del fatto che le donne pensano di non essere mai abbastanza?
Io mi sono guardata per me, è uscito in modo abbastanza spontaneo e istintivo. É il risultato dell’assorbimento, la sedimentazione e l’elaborazione della mia esperienza personale ma anche di quella condivisa con le amiche. Fortunatamente noi donne parliamo tanto. Écome se fosse uscito un sunto di tutto quello che era capitato non solo a me ma anche alle altre. Questo continuo interrogarsi e spronarsi, è una tipica caratteristica femminile, è come un super lavoro che a volte diventa anche quasi ossessivo. Se un rapporto ti fa stare male lo puoi anche mandare affanculo non è che per forza devi continuare a stare con lui. A volte le relazioni difficili ci prendono 5, 6, 10 anni della vita poi trovi quello con cui semplicemente stai bene e ti rendi conto che era tutto molto più semplice. Non serve prendere 5 lauree per capire come funziona un uomo con cui non funzioni. Il video per me è stato molto catartico e liberatorio.
Purtroppo queste cose non te le insegna nessuno, ci devi passare…
Infatti sto scrivendo un manuale su amore e sesso, ho firmato con Longanesi, uscirà credo il prossimo autunno. Non che io pretenda di insegnare nulla, è un manuale ironico. Però tutto quello che ci da delle dritte e ci fa riflettere sulle questioni ‘psicoemotivelsentimentalsessuali’ è tutta roba che ci serve. Perchè non siamo formati, nè educati a tutta quella sfera dei sentimenti che invece è poi predominante e fondamentale nella vita, direi che non è marginale no?
Il tuo primo video ha dato il via a tanti altri tuoi video e riflessioni. Sono video che se sei una donna ti fanno ridere ma un po’ a denti stretti. Per esempio nell’ultimo parli del fatto che quando una donna ha una posizione di potere i giornali titolano “Una donna” invece di riportare il nome e il cognome, come se fosse un evento eccezionale
La questione che viene sottolineata è il fatto che sia una donna, una rappresentante del genere femminile, come se il punto fosse quello e non che quella persona ha delle qualifiche che l’hanno portata lì. Questo mette sempre in questione l’opportunità che una donna ricopra un certo incarico, cosa che non succede con gli uomini. Nessuno mai scrive “Un uomo a capo di”, dicono che è perchè è una novità. Si ma adesso anche basta, finchè la vendi come una novità la vendi come un’eccezione e affermi che la norma sia che quel ruolo lo ricopra un uomo. É un modo sottile per ribadire lo status quo e l’eccezione.
I tuoi video si rivolgono più alle donne per creare una loro consapevolezza, oppure pensi anche a un pubblico maschile?
In realtà non penso a nessuno. Lavoro su ispirazione, su un impulso. Ho bisogno di scriverli, non penso a un pubblico, li scrivo per un’esigenza, un disagio che a un certo punto trova un via ironica a cui io do una forma. Partono da cose che non mi tornano, dissonanze che io avverto intorno a me e quindi in qualche modo le traduco in una forma scherzosa che ci punta il dito. Essendo una donna vivo disagi da donna. Mi piacerebbe parlare a tutti, ma in realtà il mio pubblico è femminile. Anche quando facevo spettacoli dal vivo su 100 spettatori 93 erano donne e 7 uomini. Ora stanno un po’ crescendo e mi fa piacere, molti dei pochi uomini che mi seguono solo omosessuali, ma non tutti, c’è una piccola eccezione di uomini che vogliono decostruire il sistema patriacale e quindi hanno una sensibilità più vicina alla mia.
Ti è mai capitato di ricevere attacchi di uomini per quello che fai?
Tutti i giorni, altrochè, ora sono particolarmente bersagliata perchè ho pubblicato su Instagram la copertina di un libro di Pauline Harmange che è uscito da poco in Italia che in italiano si intitola “Odio gli uomini”, il titolo originale in francese è “Moi, les hommes je le déteste”, la traduzione italiana è ancora più diretta. Fermandosi al titolo, perchè ovviamente nessuno legge il libro, me ne dicono di tutti i colori.