Un prodotto 100% toscano, sostenibile e tracciabile. È questo lo spirito del carciofo zero residui ideato dalla Cooperativa Terre dell’Etruria che, con circa 3500 aziende, rappresenta una delle più importanti realtà agricole della Toscana.
Da sempre vicina ai temi dell’innovazione, la cooperativa intraprende adesso un nuovo progetto del “residuo zero” che costituisce una garanzia non di processo, ma di prodotto, un elevato livello di sostenibilità ambientale e di sicurezza alimentare. Quest’anno è iniziata la prima fase di sperimentazione sul carciofo Terom, uno dei fiori all’occhiello della Val di Cornia.
Prodotti di alta qualità senza residui
“Ci siamo concentrati sulla filiera zero residui – spiega Francesca Cupelli di Terre dell’Etruria durante il webmeeting di Anci Toscana dedicato alle tipicità della Costa degli Etruschi e dell’Alta Val di Cecina –: il nostro obiettivo è stato quello di unire alla nostra storia, che si basa sul rispetto della tradizione orticola, l’amore per il territorio e la voglia di offrire ai nostri clienti prodotti sani e genuini“.
Il metodo di produzione del carciofo zero residui è quello dell’agricoltura integrata che prevede l’utilizzo di tecniche e mezzi compatibili con la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare, assicurando contemporaneamente l’ottenimento di un prodotto a residuo zero certificato. Per quanto concerne le linee guida generali, si fa riferimento al Disciplinare Regionale Produzione Integrata 2019 della Regione Toscana.
Il carciofo Terom in Toscana
“Terre dell’Etruria – continua Francesca Cupelli – commercializza oltre il 50% del carciofo Terom prodotto in Toscana attraverso i canali della distribuzione organizzata e tramite i suoi punti vendita. Su 70 ettari distribuiti lungo la Costa degli Etruschi, circa 50 sono destinati alla coltivazione residuo zero; 20, invece, sono i soci che producono e conferiscono il prodotto pronto per essere lavorato e distribuito“.
Controllo e tracciabilità
Il prodotto, che avrà un packaging e un’etichetta rinnovati, si fregerà del marchio residuo zero. Inoltre sarà accompagnato da un codice QR che permetterà di tracciare l’intera filiera del carciofo, dal campo alla tavola.
“Cerchiamo di rispondere alle esigenze del consumatore che, sempre più, chiede prodotti che siano espressione del territorio (e quindi della Toscana) – conclude Cupelli –. Stiamo inoltre molto attenti ai principi della salubrità e della professionalità“.
La cooperativa in numeri
Oltre all’ortofrutta, la cooperativa Terre dell’Etruria comprende la produzione di olio extravergine d’oliva (con 70 mila quintali di olive molite e 4 frantoi) e di vino (con 6.500 quintali di uve conferite e lavorate e 1 cantina); per i cereali può contare su oltre 1.000 soci conferitori e 29 mila quintali di prodotti biologici.