La Toscana oggi ha celebrato il Giorno del Ricordo, istituito sedici anni fa dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
“La Storia, quella con la Esse maiuscola, deve aiutarci a leggere il dramma dei nostri connazionali, la verità dei fatti nelle memorie situate nel tempo e nel dibattito storiografico, che suscita domande e interroga le nostre coscienze” ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo aprendo la seduta solenne dell’assemblea toscana dedicata proprio al Giorno del Ricordo.
Spiegare il passato alle nuove generazioni
Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo “per commemorare quei drammatici avvenimenti e spiegarli alle nuove generazioni, come voleva il presidente Ciampi – ha ricordato Mazzeo – partendo dalle tante efferatezze e drammi del passato, per arrivare alla nostra identità, figlia anche degli odi della Seconda Guerra Mondiale”. E passando ai giorni nostri: “tutti siamo cittadini europei in quanto italiani e siamo italiani in quanto europei – ha sottolineato il presidente – l’Europa è la nostra casa, e lo abbiamo capito soprattutto in questo periodo di pandemia”.
“Guardiamo al futuro, fieri della nostra storia e della nostra memoria – si è augurato il presidente – in un’Europa dal ruolo attivo, per non dare spazio alla cultura delle frontiere chiuse”, accennando ai campi profughi in Bosnia.
E in un anno in cui si ricordano i 75 anni della Costituzione italiana, “in un tempo sempre più schiacciato dalla dimensione breve dell’istante – ha concluso – è compito delle Istituzioni fare memoria, ancorati ai valori di quella bussola, per costruire insieme un futuro di democrazia, di pace, di libertà e giustizia per i nostri figli”.
Giani: celebriamo l’unità europea
“Grazie al presidente Ciampi, per un Giorno del Ricordo che stimola ad una lettura oggettiva della storia”, ha esordito il presidente della Giunta regionale toscana Eugenio Giani che, ripercorrendo gli eventi del passato, ha ricordato l’Italia in condizioni di debolezza e tra gli ultimi al tavolo di Pace, i 350mila italiani costretti a lasciare le loro radici, i 5mila morti accertati nelle foibe, le vestigia augustee di Pola e di tutta l’Istria e la Dalmazia, per arrivare al IX Canto dell’Inferno, dove Dante descrive l’Italia che si chiude.
“Ben venga allora il Giorno del Ricordo – ha affermato Giani – per superare gli integralismi ideologici e andare oltre, dare senso alla memoria e avere massimo rispetto del dramma e dei martiri della nostra storia: no alla dietrologia politica e sì alla verità”.
“A noi tutti il compito di continuare il cammino in una dimensione di pace, di unità europea – ha sottolineato Giani – e ciò che vediamo oggi ai confini con la Bosnia è inconcepibile, è impensabile nel sistema di valori della nostra Europa”.
Il presidente ha chiuso il proprio intervento con un ultimo pensiero, guardando a “quella realtà toscana dove abbiamo anche celebrato il Giorno del Ricordo, Pergine Laterina”, in provincia di Arezzo. “Là dove sorge un campo che prima fu campo di prigionia per gli angloamericani, poi per i fascisti e quindi, per quindici anni, per i profughi: un luogo simbolo, oggi un centro di memoria, un punto di riferimento per tutti noi, di condanna assoluta di tali atti criminali, perché non avvengano mai più”.