Dopo il successo della seconda stagione, ambientata in parte a Pisa, torna a girare in Toscana la serie tv targata Rai “L’amica geniale”, tratta dalla saga di Elena Ferrante. Quattro romanzi che raccontano l’amicizia tra Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo detta Lila, in un’Italia che parte dal boom del dopoguerra per arrivare alle lotte sociali degli anni Sessanta, al terrorismo degli anni Settanta e fino ai nostri giorni.
Adesso a Firenze si sta girando infatti la terza stagione della serie creata da Saverio Costanzo, tratta appunto dal terzo romanzo del ciclo, “Storia di chi fugge e di chi resta”.
Le avventure pisane di Elena
La Toscana è diventata ormai la terra di adozione di Elena. La ragazza dopo il diploma infatti fugge dal misero rione di Napoli dove è cresciuta per studiare alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in cerca di un riscatto sociale che soltanto la sua capacità nello studio e la sua forza di volontà potranno assicurarle.
Buona parte del secondo libro infatti, “Storia del doppio cognome”, si svolge proprio a Pisa, che ha appunto ospitato il set della stagione precedente della serie televisiva tratta dal bestseller della Ferrante.
Qui Elena frequenta la prestigiosa università d’eccellenza in Piazza dei Cavalieri, che ammette solo gli studenti migliori d’Italia previo un concorso durissimo, e dorme al Collegio del Timpano, la storica residenza studentesca della Normale.
Qui assiste alle prime manifestazioni di protesta degli operai e intreccia due storie d’amore: con Franco Mari e poi con Pietro Airota, un collega d’università che diventerà suo marito.
Una vita da donna sposata a Firenze (e Viareggio)
È infatti nel terzo libro de “L’amica geniale”, e nella terza stagione della serie che si sta girando in questi giorni, che Elena approda nel capoluogo toscano seguendo appunto Pietro, la cui carriera è decollata brillantemente portandogli una cattedra in letteratura latina all’Università di Firenze.
I due si sposano proprio a Firenze e vanno a vivere in un appartamento signorile nel quartiere di San Niccolò. Arrivano subito due figlie, prima Adele e poi Elsa, ma Elena è infelice. Si sente intrappolata in un matrimonio a cui sembra aver detto di sì solo perché non aveva nessuna alternativa migliore da contrapporgli, la maternità le appare come una serie infinita di doveri, non riesce più a scrivere: il ritorno nella sua vita del suo primo amore, Nino Sarratore, le sembrerà una boccata di aria fresca.
Le riprese di “Storia di chi fugge e di chi resta” si tengono tutte nel centro storico di Firenze, tra Piazza della Signoria, Piazza Santa Croce e Piazza Santissima Annunziata, ma a settembre faranno tappa anche in Versilia. Infatti nel romanzo Elena affitta per l’estate un appartamento a Viareggio dove porta le bambine al mare.
L’amica geniale: il successo di un’autrice misteriosa
“L’amica geniale” è un fenomeno editoriale senza precedenti in Italia: la saga ha venduto oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo, è amatissima soprattutto dai lettori degli Stati Uniti ed è stata tradotta in 40 lingue.
Un successo che si lega alla misteriosa identità della scrittrice che gli ha dato vita. Elena Ferrante infatti è un nome de plume su cui in questi anni sono state avanzate tante ipotesi, ma nessuna è stata mai confermata ufficialmente. La più accreditata è che si tratti di Anita Raja, traduttrice per la casa editrice E/O, la stessa che pubblica sin dall’inizio i romanzi della Ferrante, moglie dello scrittore Domenico Starnone (un altro nome che era stato associato a quello della Ferrante, sia per lo stile che per le tematiche affrontate).
Chiunque si celi dietro Elena Ferrante è riuscito in un’impresa non da poco: riportare la narrativa del nostro paese al centro del dibattito internazionale senza mai esporsi di persona, nonché raccontare una delle storie più affascinanti e attuali della letteratura contemporanea, quella di Lila e Lenù, legate a doppio filo da un’amicizia a volte tossica a volte salvifica, due donne che in modo diverso lottano per emanciparsi non solo dalla povertà ma anche dal ruolo che la società vuole loro imporre.