La canapa in Toscana è coltivata in oltre 1000 ettari e costituisce un segmento dell’attività agricola che necessita di un adeguamento normativo stringente per accompagnare le imprese agricole lungo un percorso di valorizzazione e promozione della coltura ecologica.
Questo è quanto dichiara Coldiretti Toscana, in occasione della convocazione giovedì 4 febbraio prossimo della riunione di insediamento del Tavolo di filiera della canapa industriale, istituito il 17 dicembre scorso presso il Ministero delle Politiche Agricole, con il lavoro di concertazione portato avanti dal Sottosegretario Giuseppe L’Abbate.
Il boom della canapa pianta dai mille usi
Il boom della coltivazione della cannabis in Toscana è stato contraddistinto dal moltiplicarsi di terreni e produzione oltre ad idee innovative nella trasformazione della canapa, ‘pianta’ dai mille usi, dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici e ancora vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.
Nuove prospettive commerciali
Si aprono, dunque prospettive commerciali del tutto inesplorate perché, sempre che i dati scientifici disponibili consentono di escludere l’assenza di rischi reali sulla salute in base a indici oggettivi e non ipotetici, è possibile costruire una filiera che dal campo arrivi alla immissione al consumo di prodotti da impiegare per sigarette elettroniche.
Coldiretti sta lavorando da tempo con la Federazione nazionale dei tabaccai per costruire una filiera di produzione certificata che possa offrire tutte le garanzie necessarie alla tutela della salute e naturalmente conforme alla disciplina prevista per le rivendite di generi di monopolio, essendo i prodotti da fumo assimilati al tabacco.
Formare le aziende
“L’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito – spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi, ma anche in grado dal punto di vista colturale a basso impatto ambientale di ridurre il consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita di biodiversità. Considerata l’importanza economica del settore, occorre formare le aziende agricole per favorire la qualità della produzione nazionale e supportarle nella trasformazione del prodotto, scongiurando l’alterazione della legge italiana di riferimento anche attraverso un sistema di controllo nei confronti degli operatori delle filiere per favorire la legalità e prevenire truffe e comportamenti illeciti. Valorizzare la canapa italiana, di nostra tradizione, considerato che negli anni Quaranta eravamo il secondo Paese mondiale a produrla, dopo la Russia e promuoverla all’estero per sostenere le aziende italiane anche nelle esportazioni”.