Com’è stato riconosciuto anche dalla direzione generale del nostro Ministero a conferma del vincolo che la nostra Soprintendenza aveva messo a maggio del 2020, lo stadio Franchi è un’opera importantissima perché il suo autore è Pier Luigi Nervi, una delle figure dell’architettura del ‘900, ma anche dell’arte del costruire.
Nervi era allo stesso tempo ingegnere e architetto nel senso che fu un personaggio che ebbe una fortissima carica innovativa dal 1920 fino al 1979, autore di almeno 40 brevetti e di forme così ardite che lasciarono a bocca aperta i suoi stessi contemporanei. Ma anche perchè all’interno della produzione di Pier Luigi Nervi lo stadio Franchi che originariamente si chiamava “Berta” realizzato tra il 1929 e il 1932 è la prima struttura nella quale lui abbandona lo schema classico e propone delle soluzioni di grande innovazione. Pensiamo alla torre di Maratona ma anche alle scale elicoidali che con il loro movimento ricordano per certi versi il Futurismo di quegli anni. Questa è l’opera con cui per la prima volta Nervi si segnala a livello internazionale e diventa quello che noi chiamiamo un “capo d’opera” cioè un caposaldo attorno al quale si sono da allora dovute riferire tutte le opere successive. Ci sono moltissimi stadi costruiti negli anni ’30 anche in altri paesi europei come per esempio la Finlandia che sono sostanzialmente delle copie dello stadio fiorentino.
La nostra Soprintendeza ha sempre dato la sua disponibilità a cogliere proposte di modifiche dello stadio, non abbiamo mai detto che fosse intoccabile. Abbiamo però detto che non può essere demolito come è stato a suo tempo prospettato da alcuni o modificato in modo da rendere irriconoscibile la mano di Pier Luigi Nervi.
Penso che sia una bellissima sfida perchè la struttura è stupenda e con un progetto di grande livello potrebbe arricchire ulteriormente la città di bellezza
Alla Manifattura Tabacchi di Firenze abbiamo inaugurato una mostra dedicata a Nervi con dodici dei suoi capolavori tra cui lo stadio Franchi proprio per cercare di far capire qual è stata l’importanza di questo personaggio che utilizzando un materiale che allora si conosceva da poco cioè il cemento armato riuscì a plasmarlo quasi fosse un artista. Al punto che Argan noto critico d’arte riconobbe in Nervi queste caratteristiche: un’incredibile sapienza nel fare i calcoli ma anche un notevole gusto estetico che lo rende protagonista dell’arte figurativa.
Non è vero che il Franchi è una struttura fatiscente come è stato detto, è uno stadio che ha bisogno di manutenzione continua come tutti gli immobili. Anche per questo noi abbiamo dato la disponibilità a pensare o immaginare che venisse in qualche modo coperto con una copertura leggera che possa proteggere gli spettatori dalle intemperie e rendere più semplice la sua conservazione. Ci sono necessità di interventi ma mio avviso il quadro che a un certo punto è stato delineato era un quadro malposto. I dati come sempre possono essere letti in tanti modi. É una struttura che ha la sua età questo è chiaro, ma non è certo una struttura che sta per crollare o un vecchio rudere come qualcuno vorrebbe far credere.
La fase costruttiva si è già aperta. L’amministrazione comunale di Firenze ha sciolto ogni dubbio sul fatto che se non sarà la Fiorentina sarà il comune a mettere mano al Franchi. Ora che è stato più volte confermato il valore culturale della struttura, la Soprintendenza da la sua piena disponibilità a sedersi ad un tavolo, soprattutto con il comune, per vedere fin da subito come impostare la gara di idee. Quello che per prima cosa va fatto, e mi fa piacere che sia stato il sindaco Nardella a proporlo, è un concorso internazionale. Il Franchi è una struttura di una tale importanza, ed è un intervento economicamente consistente tale da attirare i migliori architetti ed ingegneri disponibili in campo internazionale.
Ora bisogna vedere innanzi tutto quali sono le necessità, ci sono cose che non sono state ancora chiarite per esempio quali sono le necessità di spazi commerciali. Il vero tema è anche questo, non solo la capienza dello stadio. Va ripensata tutta l’area di Campo di Marte, c’è un grande lavoro da fare per la risistemazione urbanistica. Il Franchi non è un’isola separata dal contesto, bisogna pensare ai parcheggi, alla viabilità, alle aree verdi, ad altre funzioni per renderlo economicamente sostenibile nella sua gestione. Adesso è presto per dire cosa si possa fare. Però io penso che sia una bellissima sfida perchè la struttura è stupenda e con un progetto di grande livello potrebbe arricchire ulteriormente la città di bellezza.