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Giovani architetti immaginano la Firenze post-covid. Aree verdi, recupero di spazi abbandonati e tecnologia

183 idee arrivate da tutto il mondo per il concorso Un-locking cities promosso dall’Università di Firenze. 12 i progetti selezionati che ‘ridisegnano’ la città. L’assessore Del Re: “Nuovo modello di città orientato alla sostenibilità ed alla resilienza”

Panorama di Firenze - © Zigres

Come vivere le città oggi? E come ripensarle dopo la pandemia? Certo è che nelle priorità emergono gli spazi verdi, il ripensamento delle aree da recuperare, da rigenerare. Firenze è già al lavoro su questo punto ed ha chiamato in causa per costruire la città del futuro (ma anche di un presente prossimo) le giovani menti universitarie.

Sono stati presentati infatti nelle scorse ore i vincitori del concorso “Un-locking cities” promosso da Dida, con il patrocinio del comune, proprio per immaginare nuovi scenari urbani.

Dalle terrazze condominiali ad un nuovo parco urbano: come potrebbe cambiare la città

In tutto 12 idee-progetto, dall’applicazione pensata per condividere giardini tra privati migliorando le proprie aree verdi attraverso un sistema di incentivi e buoni sconto fino il recupero di spazi urbani abbandonati da restituire alla collettività, passando per la valorizzazione delle terrazze condominiali per le loro potenzialità sociali. E poi sul piatto degli architetti c’è la creazione di un parco urbano del Terzo Paesaggio lungo il viadotto Marco Polo, la rigenerazione dell’ex Caserma Perotti con nuove funzioni integrate, il modulo di un giardino condominiale componibile e adattabile con percorsi, arredi e sistema di recupero delle acque.

Del Re: “Nuovo modello di città orientato alla sostenibilità ed alla resilienza”

“Un’iniziativa che ha messo al centro del cambiamento e della progettazione le idee più vive della nostra comunità – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e ambiente  del comune di Firenze Cecilia Del Re -. Grazie a questo concorso, sono stati infatti gli studenti delle scuole e facoltà di architettura a misurarsi con l’urgenza di disegnare un nuovo modello di città: un modello orientato alla sostenibilità e alla resilienza, che possa consentire ai nostri spazi urbani pubblici e privati di rispondere in modo più efficace ai nuovi bisogni e scenari di un mondo così fragile”.

183 idee-progetto da tutto il mondo, dal Perù alla Cina

Idee messe a disposizione dunque della costruzione della nuova immagine di Firenze, basate su luoghi concreti che dovrebbero essere in parte o totalmente ripensati. Il concorso – lanciato lo scorso settembre scorso dal DIDA-Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze  – aveva infatti l’ obiettivo di pensare a nuovi scenari per l’abitare, l’apprendimento, la mobilità, la prossimità e le nature urbane.  82 le proposte arrivate per un totale di 183 partecipanti dall’Italia e dall’estero (Spagna, Germania, Albania, Francia, Romania, Argentina, Marocco, Perù, Cina).

“Un’iniziativa che rappresenta una speranza di futuro – ha fatto eco l’assessore  Elisabetta Meucci – facendo emergere una nuovissima leva di professionisti che dimostra di essere perfettamente in grado di interpretare le esigenze del nostro tempo e di essere all’altezza della generazione precedente. Questo porta con sé anche la necessità di un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche cui spetta di adoperarsi per creare il contesto favorevole al sostegno e allo sviluppo di queste competenze emergenti”.

 

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