La Toscana ha riaperto le pre-adesioni alla vaccinazione anti-Covid della fase 1 per tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari delle strutture pubbliche e private accreditate, per il personale delle Rsa e per tutti gli altri professionisti sanitari, anche privati, operanti nel territorio regionale.
Obiettivo: organizzarsi in vista delle prenotazioni
La possibilità di pre-aderire è rivolta anche a coloro che non avevano potuto farlo in occasione della finestra aperta tra il 15 e il 18 dicembre 2020, se appartenenti a tali categorie.
La riapertura delle pre-adesioni, ovvero le manifestazioni di interesse rispetto alla volontà di vaccinarsi per gli aventi diritto in questa fase, è finalizzata a garantire la miglior organizzazione possibile. Ciò anche al fine di gestire nel modo più efficace le prossime riaperture delle prenotazioni per la somministrazione delle prime dosi, in relazione alla progressiva disponibilità di vaccini.
Nuovo ritardo di Pfizer sulle forniture
Questo mentre la tabella di marcia della campagna vaccinale è a rischio in tutta Italia, perché dall’azienda farmaceutica Pfizer è arrivata una nuova frenata decisa unilateralmente nella consegna dei vaccini destinati al nostro paese.
Secondo quanto si apprende da fonti del Commissario Domenico Arcuri, Pfizer ha consegnato ieri in Italia circa 103mila dosi delle 397mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì.
Un nuovo inaspettato cambio di programma: oggi arriveranno solo 53.820 dosi e solo mercoledì le restanti 241 mila. La comunicazione è stata data dalla Pfizer alle 17 di ieri agli uffici del Commissario spiegando che il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione per le prossime settimane.
Verso il principio di solidarietà
Per far fronte alla nuova situazione oggi ci sarà una riunione convocata dal Governo con le regioni, presenti i ministri Speranza e Boccia e lo stesso Arcuri. Le Regioni hanno già scritto al commissario chiedendo un intervento, e una delle ipotesi sul tavolo è quella di mettere a punto una sorta di “meccanismo di solidarietà” in base al quale chi ha più dosi nei magazzini le cederebbe alle regioni che ne hanno meno e devono fare i richiami.
Il ritardo potrebbe dunque pesare sull’avvio della fase 2 della campagna, nella quale la priorità per l’immunizzazione dovrebbe essere garantita innanzitutto ad anziani over-80 ma anche ad una prima quota di 400.000 pazienti oncologici, ematologici e cardiologici.