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Firenze, stop all’abbattimento dello stadio Franchi. Dura reazione di Commisso e dei tifosi viola

Il ministero per i Beni culturali ha fatto sapere il Franchi non si potrà abbattere. Per il patron viola la questione è chiusa (“Più interesse a mantenere struttura fatiscente”). Gli architetti fiorentini propongono un percorso di progettazione urbanistica

Stadio Artemio Franchi - © KevArchie / Flickr

Lo stadio Artemio Franchi di Firenze, opera dell’architetto Pier Luigi Nervi inaugurata nel 1931, non si potrà abbattere: sarà invece possibile intervenire sulla struttura, in particolare coprendo gli spalti e avvicinando le curve al campo. Così ha risposto il ministero per i Beni culturali a Comune di Firenze e Fiorentina. Amareggiato il patron viola Rocco Commisso. E la società dichiara: la partita del nuovo stadio Franchi è chiusa. “Con la nuova Legge Salva Stadi credevo che il Governo potesse prendere una direzione più utile per il futuro del sistema calcio e l’economia italiana in generale” ha detto Commisso. “Purtroppo, vedo che c’è più interesse a conservare una struttura fatiscente che permettere ai tifosi di assistere a un evento sportivo con servizi e comfort di uno stadio all’avanguardia. Ora – conclude – immagino che la burocrazia italiana insieme a tutte le realtà che si sono fortemente attivate per evidenziare al Mibact la necessità di salvare il Franchi come archistar, fondazioni e comitati, siano altrettanto rapidi a raccogliere i fondi necessari” che serviranno al Comune, suo proprietario, per ristrutturarlo”.

La delusione

Condivide l’amarezza di Commisso il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino: “È triste dover constatare come in Italia la burocrazia blocchi e rallenti qualsiasi investimento volto a creare valore”. Nessun commento invece dal sindaco Dario Nardella, che vedrà Commisso probabilmente già lunedì. Da Palazzo Vecchio trapela comunque una certa delusione per alcuni passaggi del parere del Mibact. Contro la demolizione del Franchi, bene culturale vincolato, si erano mobilitati anche alcuni dei nomi più prestigiosi dall’architettura mondiale, da Tadao Ando a Norman Foster. Una loro lettera appello era stata consegnata a Nardella da Marco Nervi, che, coadiuvato da Neri Torrigiani, con la Pier Luigi Nervi Project Association di cui è presidente, si era mosso a difesa dell’opera del nonno Pier Luigi. Ora il Mibact individua tra gli elementi di cui “sia necessaria la conservazione la snella pensilina posta a copertura della tribuna centrale, le scale elicoidali di accesso alla Maratona e alle curve, la torre di Maratona”.

Gli archittetti fiorentini

“Il Ministero dei beni culturali ha fatto chiarezza con una relazione precisa, non fraintendibile, per identificare quali siano gli elementi strutturali, architettonici o visuali necessari per il restauro del Franchi. Sono gli stessi che aveva individuato la Soprintendenza con l’aggiunta dell’anello strutturale originario. Il parere del Ministero definisce inoltre le opere che dovranno essere realizzate sia per la funzionalità ai fini della sicurezza, sia per l’adeguamento agli standard internazionali, che condividiamo”. È così che si esprime, con una nota, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Firenze. “Ci siamo da tempo espressi a favore di una soluzione che prevedesse la valorizzazione, il restauro e l’adeguamento alle nuove esigenze dello stadio Franchi, necessità dovuta anche allo stato in cui si trova attualmente l’impianto, e abbiamo sostenuto che il restauro di un manufatto come lo stadio potesse o dovesse prevedere interventi anche con un linguaggio architettonico nuovo e contemporaneo, come la creazione di una copertura o la possibilità di integrare le curve in modo da avvicinare gli spettatori al campo. Ora – aggiungono gli architetti di Firenzeauspichiamo che l’amministrazione comunale metta in atto tutti gli strumenti per intervenire sullo stadio seguendo la strada indicata dal Ministero, avviando contemporaneamente un percorso di progettazione urbanistica dell’intera area del Campo di Marte attraverso un concorso di progettazione che possa integrare il restauro dello stadio, la rifunzionalizzazione delle aree che saranno libere in seguito all’apertura del nuovo centro sportivo di Bagno a Ripoli, le nuove infrastrutture della tramvia e le necessarie opere per l’organizzazione della viabilità e della sosta”.

L’indignazione della tifoseria viola

La tifoseria della Fiorentina è a dir poco indignata per come si è conclusa la questione relativa allo stadio. Constatiamo che nessuno è stato capace di trovare una soluzione reale, fattiva e realizzabile in tempi brevi per fare in modo che noi tifosi potessimo avere una casa dove condividere la nostra passione avendo finalmente trovato un investitore certo, reale e soprattutto disposto a spendere”. È la presa di posizione, in una nota congiunta, dell’Associazione centro coordinamento viola club (Accvc) e dell’Associazione tifosi fiorentini (Atf). “Ogni limite è stato oltrepassato” hanno aggiunto. “Non vediamo l’ora che riaprano gli stadi per manifestare il nostro dissenso, senza tregua, nel modo a noi più consono. A questo proposito ricordiamo che ad oggi alcune parti dello stadio Franchi non sono agibili: vi invitiamo a fare quanto vi compete per risolvere la cosa in tempo utile. In alternativa – concludono – ci costringerete ad esporre le nostre ragioni in altre sedi, perché a quel punto potremo nuovamente riunirci e spostarci. Obbligheremo tutta la classe politica a rispondere delle proprie responsabilità”.

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