Dal “Pinocchio” di Matteo Garrone alla serie tv “The New Pope” di Paolo Sorrentino, Maurizio Lombardi è tra gli attori più apprezzati di questi anni. In attesa dell’uscita de “L’Ora”, serie tv che ripercorre la storia del primo giornale che ha raccontato e sfidato la mafia Lombardi “regala” ai suoi fan “Camaleonte”.
“Camaleonte” è una sorta di piano sequenza che tesse sapientemente strofe e musica scolpite nella memoria collettiva degli italiani. Il video è stato realizzato nell’ambito del progetto teatrale “Tutto & Nulla”, un work in progress realizzato durante il primo lockdown insieme al chitarrista Giuseppe Scarpato (già al fianco di Edoardo Bennato) e al regista Edoardo Zucchetti. Fortemente voluto dai tre artisti lo spettacolo ha debuttato al Teatro Romano di Fiesole per l’Estate Fiesolana 2020.
Il video che sarà pubblicato sui social dell’artista (Instagram e Facebook) è un omaggio alla musica di Battisti, Zero, De Gregori, Dalla, Tenco, Fossati, Mina… Cantautori e cantautrici che hanno scattato istantanee perfette e immaginifiche di quello che siamo.
Ecco la nostra intervista
Ciao Maurizio! “Camaleonte” è un frammento di Tutto & Nulla…
Sì un frammento inedito dello spettacolo che ha debuttato il 7 luglio a Fiesole. Continueremo nei prossimi giorni a regalare via via delle “pillole”. Abbiamo deciso di fare questo regalo per la Befana perchè non potendo stare in scena abbiamo pensato che fosse importante pubblicare delle immagini in un secondo momento.
Sono particolarmente affezionata al tuo spettacolo perchè è l’ultimo spettacolo teatrale che ho visto nel 2020
Lo abbiamo scritto durante il lockdown chiusi in un appartamento per andare subito in scena. Ce lo siamo auto-prodotto, è tutto fatto in casa veramente. C’è l’arte e la sapienza di tre persone che si sono trovate e hanno realizzato tutte cose inedite e nuove. Per noi era fondamentale debuttare, uscire.
Che anno è stato questo per te? Mi sembra che comunque tu sia riuscito a lavorare molto, hai partecipato allo spettacolo di Capodanno del Comune di Firenze, ti abbiamo visto nello spot del Chianti Classico…
Posso dirti che il mio obiettivo è stato sfruttare tutto quello che era sfruttabile. Tolta la scena, perchè i teatri erano e sono chiusi, per fortuna il cinema non si è fermato tranne qualche mese per prendere le misure. Per il resto tutto ciò che mi permetteva di fare il mio lavoro, pubblicità, cinema, televisione, l’ho accettato e l’ho fatto ben volentieri. Per un attore come me che ama fare tante cose diverse dal comico al drammatico, dal canto alla danza, se mi propongono qualcosa e mi piace io mi ci butto. Per l’ultimo dell’anno mi hanno detto “vieni” e in due giorni abbiamo improvvisato un personaggio e scritto due righe per un cicerone che doveva presentare gli artisti che c’erano. Per me questo è stato un ottimo anno, un anno molto importante, molto. Non voglio dire che non è stato drammatico, io parlo a livello lavorativo.
Com’è stato recitare in serie e film nell’anno del Covid?
Diciamo che è stato leggermente fastidioso per un discorso di continui controlli. Il cinema non è fatto solo dagli attori e dal regista, è fatto minimo da 60-70 persone che ti orbitano intorno e vedere scaricare i camion, montare le luci, tutti con le mascherine, è stato un dispiacere più che altro per loro. Il disagio di vedere le maestranze che erano nella difficoltà di dover indossare la mascherina, è molto scomodo lavorare in quelle condizioni. Noi attori una volta che eravamo negativi abbiamo girato in estrema tranquillità.
Nel 2020 hai girato una serie tv che racconta la storia del giornale “L’Ora” uno dei primi a combattere la Mafia, com’è andata?
La serie è ancora in fase di post-produzione. La serie è prodotta da Indiana Production che dovrebbe andare su Mediaset o sulle piattaforme di streaming in base agli accordi che saranno stipulati. C’è un corpo di attori molto importante. Il protagonista è Claudio Santamaria, c’è Claudio Colella, c’è anche Silvia D’Amico e tanti altri attori splendidi. Tutto è girato tra Roma e Palermo e racconta le vicissitudini della redazione che fu la prima a mettere il nome “Mafia” sulle sue pagine e anche la prima a subire degli attentati all’interno dei suoi uffici. Sono raccontate le storie di Mauro De Mauro, Vittorio Nisticò, tutte figure importantissime del giornalismo d’assalto italiano. La mia parte è quella di un giornalista un po’ far-west, ho un larigofono perchè il personaggio ha perso l’uso della voce a causa della guerra. Quindi parlo con questo strumento che serviva per dare suono alle vibrazioni della gola. Mi chiamo Marcello Grisanti, un personaggio che dà dei grandi sganassoni, un po’ burbero ma una grande penna.
Te lo devo chiedere, hai partecipato a The New Pope di Paolo Sorrentino la serie tv più geniale fatta in Italia negli ultimi dieci anni, com’è stato lavorare con e per lui?
Un assoluto privilegio, sei immerso all’improvviso in un altissimo livello di lavoro in tutti i campi, dai costumi alle musiche a chiaramente la regia e la scrittura. Sei circondato da veri talenti: John Malkovich, Jude Law, Silvio Orlando, Cécile De France, Ludivine Sagnier, attori e attrici che ti permettono di dare il massimo in scena, sul set. Lavorare con Sorrentino è un grande regalo ed è un personaggio che finalmente è arrivato in Italia come non ne esistevano dai tempi di Fellini.
Progetti per il futuro?
Sto finendo di girare una serie “Non mi lasciare” con Vittoria Puccini e Alessandro Roja che dovrebbe andare sulla Rai. Poi ho in ponte altri progetti di cui non posso dire nulla perchè ancora non ho firmato contratti, dipende anche dal Covid. Ma tengo un occhio sul teatro, appena si potrà voglio tornare in scena.