Vedere il Mandela Forum svuotato dagli studenti fa un certo effetto. Ma non poteva andare diversamente. Quel che conta è che anche in questo 2020, nonostante la pandemia, a Firenze si possa esser tornati a parlare di diritti umani. Ventitré edizioni alle spalle e dodicimila studenti di più di centodieci scuole toscane, medie e superiori, pronte alla vigilia a collegarsi da remoto da buona parte della Toscana. Con questi numeri si è aperta l’edizione 2020 del Meeting dei diritti umani della Regione Toscana, evento annuale al quale il presidente della Toscana Eugenio Giani non ha voluto rinunciare nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in atto. “Io rispetto” è il titolo di questa ventiquattresima edizione collegata al tema “Pace, giustizia e istituzioni solide” fissato dall’obiettivo numero 16 di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Il Meeting rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, ed usando linguaggi non convenzionali vuole parlare agli studenti delle scuole per sottolineare l’importanza e l’attualità, ancora oggi, dei valori alla base della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata nel 1948, proprio il 10 dicembre. Fu l’Onu a chiedere di farla leggere e commentare nelle scuole.
Un’edizione digitale (ma non troppo)
Quest’anno le centinaia e centinaia di ragazze, ragazzi e insegnanti che ogni dicembre solitamente invadevano il catino del Mandela Forum di Firenze provenendo da tutta la Toscana sono stati presenti non fisicamente ma virtualmente, collegati via streaming da classi o abitazioni e rappresentati dai loro elaborati condivisi on-line grazie alla tecnologia. Il palco, invece, si è popolato e raddoppiato, dato che una parte significativa del Meeting è uscita dal Mandela ed è approdata al Parco comunale di San Donato, nel quartiere fiorentino di Novoli, da dove si sono collegati vari ospiti e dove il writer Andrea Cascìu, street artist e direttore artistico dell’associazione “Pennelli Ribelli”, ha dipinto un murales appositamente ideato per l’evento e terminato proprio stamani. Con lui Matteo Bidini, curatore e produttore culturale di interventi di arte pubblica.
Il valore della legalità
“Legalità e rispetto sono due concetti intrecciati in modo strettissimo” ha detto l’assessore regionale con delega alla promozione dei diritti umani, Alessandra Nardini, nel suo intervento introduttivo. “La legalità passa dal rispetto delle leggi, ma scegliere la legalità significa anche rispettare tutti gli esseri umani, a partire da chi è più fragile, i beni comuni, l’ambiente. Le società con maggiore illegalità sono anche le società più ingiuste, con maggiori disuguaglianze. L’uguaglianza è la base necessaria affinché i diritti umani siano garantiti. Anche se certi diritti sembrano scontati, non lo sono affatto in molte parti del mondo, in alcuni Paesi si stanno compiendo addirittura passi indietro. Questa pandemia – ha aggiunto- sta aumentando povertà, disuguaglianze e difficoltà. Le criticità che si evidenziano non le ha create il Covid, c’erano anche prima ma adesso sono più evidenti e purtroppo si stanno acutizzando. Per questo non dobbiamo dire che rivogliamo il mondo che avevamo prima del Covid, ma dobbiamo impegnarci per costruirne uno migliore, più giusto, più inclusivo e equo, basato sull’uguaglianza e sul pari accesso alle opportunità, più sostenibile. Per farlo dovremo farci guidare da principi e dai valori come quelli contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Solo così costruiremo davvero una società del rispetto e della legalità, dei diritti e dell’uguaglianza”.
Nulla è scontato
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“Non c’è legge che possa sostituirsi alla coscienze consapevoli del proprio diritto-dovere di cittadinanza”
Viviamo oggi in una generazione di pace e di benessere” ha sottolineato Stefano Ciuoffo, assessore regionale con delega alla cultura della legalità. “Una condizione che diamo troppo per scontata pensando che sia per sempre. Ma non è così. Sarà per sempre solo se resta saldo in noi il riconoscimento del valore della persona, della legalità, dei diritti e dei doveri che a ciascuno competono nel momento in cui vive in una comunità strutturata. È questo il messaggio che la Regione Toscana ha voluto ribadire con questa ventiquattresima edizione del meeting, perché non c’è polizia e non c’è controllo, non c’è legge che possano sostituirsi alla coscienze consapevoli del proprio diritto-dovere di cittadinanza”.
La bellezza dell’interazione
Il sindaco di Firenze Dario Nardella è intervenuto subito dopo. I ragazzi da casa interagiscono attraverso Zoom, Instagram e le piattaforma menti.com. Scrivono i loro nomi, le città da dove si stanno collegano, l’età e il tutto si trasforma in diretta in una nuvola di parole sullo schermo. Migliaia di risposte in pochissimi secondi. Presentano i loro lavori: un istituto di Vinci, un liceo di Collevaldelsa, un’altra scuola da Chiusi. Poi quiz sull’agenda 2030 e l’obiettivo 16 di sviluppo sostenibile, sulla Dichiarazioni universale dei diritti dell’uomo, sulle storie di servitori dello Stato, di donne e uomini che hanno sfidato il silenzio e l’omertà al prezzo della propria vita, di ragazzi poco più grandi di loro come Robert Zacky, difensore dei diritti umani rinchiuso nelle carceri egiziane dal febbraio scorso, torturato. Sul palco si alternano Carletto Dj e il giornalista Saverio Tommasi. E il meeting prosegue.
Contro il silenzio
“Parlarne è il modo migliore per far emergere quello che è sotto il pelo dell’acqua”
“È molto importante che la politica e le istituzioni, oltre ai tribunali, si occupino del contrasto alla mafia, perché è una questione che non riguarda soltanto le forze dell’ordine e la magistratura. La commissione antimafia ha lavorato nei suoi anni migliori per fare in modo tale che ci sia un dibattito sulla mafia perché il primo alleato della mafia, oltre alla paura, è il silenzio anche di chi non ha paura, il minimizzare, il negazionismo, lo sminuire. Parlarne è il modo migliore per far emergere quello che è sotto il pelo dell’acqua. Il dibattito che va in questa direzione, la lotta contro il negazionismo è quello che credo si debba fare e che può fare ciascuno“. Così il vicesegretario del Pd, l’onorevole Andrea Orlando, membro della Commissione parlamentare antimafia, è intervenuto al Meeting dei diritti umani. “La mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, la Sacra corona unita – ha aggiunto Orlando – sono organizzazioni criminali molto potenti e pericolose ma si distinguono dalle altre organizzazioni criminali che esistono nel mondo per alcune specificità: la prima è quella di costruire le condizione di un consenso sociale, non solo fanno delitti, ma cercano di controllare il territorio e lo fanno anche costruendo le condizioni di un loro radicamento, investendo il denaro frutto di illeciti nell’economia reale, costruendo un sistema clientelare che cerca di risolvere i piccoli problemi del territorio. In alcune realtà – ha continuato – hanno costruito delle forme di stato sociale parallelo rispetto a quello dello stato quando quello dello Stato non funziona. Non si tratta di questioni di cui si devono occupare la polizia o i magistrati, si tratta di questioni di cui ci dobbiamo occupare tutti. La commissione antimafia fa questo”.
Ciotti invoca la “rivoluzione” del pensiero
“Serve un cambiamento radicale, non un semplice adattamento. Serve una rinascita, una rigenerazione”
“In questo drammatico tempo segnato dalla pandemia è a rischio il diritto che sta alla base di tutti gli altri, il diritto fondamentale: quello alla salute, cioè alla vita. Guardiamo quella che sembra essere la principale preoccupazione dei governi nazionali e mondiali, trovare un punto di equilibrio fra la tutela della salute e la riduzione del danno economico, fra la protezione delle vite e l’esigenza che la protezione non intralci il sistema produttivo. Ma ragionare solo in questi termini significa già considerare il valore della vita subordinato a quello del profitto”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, in un videomessaggio inviato in occasione del Meeting. “Per riparlare credibilmente di diritti umani – ha aggiunto – non bastano allora correttivi politici o economici, serve una rivoluzione culturale di pensiero, serve un cambiamento radicale, non un semplice adattamento. Serve una rinascita, una rigenerazione”. Don Luigi Ciotti ha poi aggiunto che “il Covid-19 non ha fermato il mercato delle armi e business delle guerre. Non ha impedito a monopolisti già ricchissimi di diventare ancora più ricchi. Ci sono multinazionali oggi, soprattutto nel commercio e nella sanità che hanno fatturati spaventosi, potendo agire in un mercato senza regole, fatto proprio a loro misura. E allora la malattia del virus e quello del potere vanno a braccetto troppo spesso, sembrano fatte l’uno per l’altro. Lo stesso – ha concluso – si può dire della corruzione e delle mafie, virus anche loro radicati e secolari, che nel virus stanno trovando nuove opportunità di espansione”.
Giovani protagonisti
“Quella dei millennias è una generazione che esprime un desiderio molto concreto per cambiare le cose”
“Viviamo in questo momento una fase in cui i giovani possono esprimersi da protagonisti. Noi sconfiggeremo la pandemia attraverso le misure che stiamo assumendo, attraverso l’arrivo di un vaccino, di un farmaco, ma a quel punto ci troveremo di fronte un mondo di relazioni da ricostruire. E saranno protagonisti i giovani con quel sentimento che è il sentimento della passione, perché la vita è davanti a loro e va costruita, sia in termini di modo di vivere i valori nella comunità sia per il loro futuro”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, intervento in videoconferenza al Meeting. “Ritengo che questa sia una generazione animata da grande concretezza – ha aggiunto Giani – perché vedo che nella dimensione dei cosiddetti millennias si colgono gli elementi perché questa sia una generazione che, attraverso gli strumenti tecnologici, esprime un desiderio molto concreto per cambiare le cose, con una dimensione per il rispetto dell’ambiente che in altri fasi storiche non abbiamo avuto”. Giani ha poi detto che “il concetto dello sviluppo sostenibile mai come ora è diventato centrale nelle condizioni di prospettiva e di orizzonte verso il futuro“ e “nello sviluppo sostenibile un ruolo fondamentale lo hanno i diritti cioè l’identità della persona che deve avere le possibilità per potersi esprimere, per poter esprimere il proprio talento e creatività”.