Dal crowdfunding al Crowdfarming il passo è breve. In effetti quest’ultima pratica recupera la filosofia del “finanziamento collettivo e collaborativo” e lo applica in un contesto specifico: quello della filiera agroalimentare.
Il Crowdfarming, in sostanza, mette in relazione chi produce il cibo e chi lo consuma. Ciò avviene attraverso una piattaforma online, ideata da una società spagnola ma fortemente apprezzata anche in Italia, che consente a produttori, allevatori e trasformatori di alimenti di mostrare i propri progetti ai clienti finali.
Come funziona
Gli utenti possono contribuire economicamente alla realizzazione degli obiettivi delle aziende, ricevendo in cambio i prodotti enogastronomici. Sostenere le realtà presenti su Crowdfarming significa appoggiare i valori di un’agricoltura etica e sostenibile.
La sottoscrizione è intuitiva: ogni scheda descrive progetto e prodotto, indica tempi e modalità di consegna, chiede al consumatore la quantità che desidera e indica il prezzo.
I progetti toscani
Sulla piattaforma sono presenti alcuni progetti toscani. Ad esempio, bastano pochi clic per adottare un ulivo nella campagna di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, e ricevere a casa barattoli di olive nere Leccino denocciolate in olio extravergine di oliva; oppure creme e patè ideali per antipasti e crostini.
Se invece preferite, potete adottare dei filari nel Senese e ritirare vini spettacolari come chardonnay, Chianti Classico e cuvée brut.
Perché adottare su Crowdfarming
Adottare un progetto sulla piattaforma Crowdfarming permette di conoscere da vicino – seppur digitalmente – chi produce il cibo, dove e con quali tecniche. Acquistare dal contadino in maniera consapevole, insomma, aiuta a generare ricchezza e migliorare le condizioni di lavoro nelle zone rurali.
Inoltre, pianificando in anticipo la spesa, l’agricoltore può organizzarsi ed evitare la sovrapproduzione e combattere lo spreco alimentare.