Il vaccino anti-Covid sviluppato congiuntamente dalle aziende Pfizer e Biontech è risultato efficace nel prevenire il 90% delle infezioni durante la fase 3 della sperimentazione, che è ancora in corso. Lo ha annunciato ieri il presidente della Pfizer, Albert Bourla.
La Biontech tedesca ha poi confermato l’annuncio aggiungendo in una pubblicazione di voler chiedere l’autorizzazione per la produzione, insieme alla stessa Pfizer, alla FDA (Food and drug administration), l’agenzia dei farmaci statunitense, la terza settimana di novembre, quando avranno a disposizione i dati di sicurezza, dopo 2 mesi di follow-up, della metà dei partecipanti al trial.
L’obiettivo di Pfizer e BionTech è produrre 50 milioni di dosi entro la fine dell’anno – che sarebbero sufficienti per vaccinare 25 milioni di persone, visto che la somministrazione prevede 2 dosi – poi 1,3 miliardi di dosi nel 2021.
300 milioni di dosi per l’Europa
L’annuncio del vaccino ha fatto esultare il mondo, a cominciare dai mercati: Piazza Affari ha segnato +5% e Wall Street ha aperto con il Dj a +6%.
Soddisfatta anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha annunciato: “La Commissione presto firmerà un contratto con loro per avere fino a 300 milioni di dosi“.
“Salutiamo con favore le notizie incoraggianti sul vaccino di Pfizer e BioNTech Group e salutiamo tutti gli scienziati e i partner nel mondo che stanno sviluppando nuovi strumenti sicuri ed efficaci per battere il Covid-19” ha sottolineato in un messaggio su Twitter il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus,
“Le notizie di oggi sul vaccino anti-Covid sono incoraggianti. Ma serve ancora tanta prudenza – ha dichiarato su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza – la ricerca scientifica è la vera chiave per superare l’emergenza. Nel frattempo non dobbiamo mai dimenticare che i comportamenti di ciascuno di noi sono indispensabili per piegare la curva”.
Come funziona il vaccino
Il vaccino anti Covid sviluppato di Pfizer-Biontech si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate, adottata anche da altre due grandi aziende in corsa: la tedesca Curevac e l’americana Moderna, che nella ricerca sul vaccino contro la pandemia collabora con l’Ente statunitense di ricerca sulle malattie infettive, il Niaid diretto da Anthony Fauci, e con con la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi). Tutti e tre i vaccini stanno affrontando la terza e ultima fase della sperimentazione clinica e tutti e tre sono vaccini a Rna.
Vaccini di questo tipo utilizzano la sequenza del materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna), il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. Utilizzare l’Rna messaggero (mRna) è stata una scelta dettata dall’esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale.
L’obiettivo è somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario. Nel caso del virus responsabile della pandemia la proteina è la Spike,
l’artiglio molecolare utilizzato per agganciare le cellule sane e invaderle. Per trasportare le istruzioni per indurre le cellule a produrre la proteina Spike vengono utilizzate minuscole navette. La proteina Spike è stata una delle prime a essere individuata, è ben nota e si è osservato che il sistema immunitario umano è in grado di riconoscerla. Non appena questo avviene, le difese dell’organismo stimolano la produzione di cellule B, che producono anticorpi, e di cellule T, specializzate nel distruggere le cellule infette.
Sperimentazioni diverse nella fase finale
Commentando i dati sul vaccino di Pfizer e BioNTech, il direttore del Niaid, l’immunologo Anthony Fauci, ha definito i risultati “molto buoni“. “Mostrano – ha osservato – che la nuova tecnologia utilizzata, basata sull’impiego dell’Rna messaggero funziona nell’indurre la risposta immunitaria”.
Poiché la tecnologia è la stessa alla base del vaccino anti-Covid di Moderna, per Fauci la speranza è che a breve “potremo forse avere due vaccini”.
Entrambe le sperimentazioni, così come quella della Curevac, si trovano infatti nella terza e ultima fase della sperimentazione: dopo i test preclinici, condotti in laboratorio, ogni vaccino e ogni farmaco vengono sperimentati sull’uomo in tre fasi. La fase 1, condotta su un piccolo numero di volontari sani, deve dare risposte sulla sicurezza; la 2 su un numero più vasto di persone, deve dare le prime risposte sugli effetti e la 3, su numeri molto grandi, deve dare le risposte sull’efficacia.