Sarà l’anteprima del documentario Patti in Florence, del giovane regista fiorentino Edoardo Zucchetti, ad aprire la 61esima edizione del Festival dei Popoli. Festival Internazionale del Film Documentario. La kermesse, che da 61 edizioni valorizza e promuove i documentari, si terrà per la prima volta online, su Più Compagnia (www.cinemalacompagnia.it), dal 15 al 22 novembre.
Il film di Zucchetti, prodotto da Fondazione Sistema Toscana, testimonia il rapporto tra la rocker americana, Patti Smith, con la città di Firenze, nato in occasione del leggendario concerto del 10 settembre 1979 allo Stadio Artemio Franchi. Immagini d’archivio si alternano alle riprese che il regista ha fatto in occasione di un viaggio a Firenze della cantante nel 2009. Sempre in apertura del festival ci sarà il film Now, di Jim Rakete, documentario che sprona a dare risposte concrete sulla problematica del cambiamento climatico, che vede tra i protagonisti la giovane attivista ambientale Greta Thunberg, con testimonianze di tante celebrità tra cui la stessa Patti Smith stessa e Wim Wenders. Il film si collega al focus che il festival dedica all’ambiente dal titolo Habitat.
Il ricco programma del Festival dei Popoli si compone di 60 documentari, divisi in varie sezioni: Concorso Internazionale (con 18 film tra cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, tutti inediti in Italia); il Concorso Italiano (con 7 titoli in anteprima assoluta); Let the Music Play, dedicata ai documentari musicali. Novità di quest’anno la sezione Popoli for Kids & Teens, con documentari di giovanissimi e una giuria di adolescenti tra i 14 e i 17 anni. E poi Doc Explorer, dedicata alle nuove frontiere del cinema del reale, mentre Diamonds Are Forever, porta alla luce le chicche dell’archivio del festival, documentari dal fascino sempre verde, nonostante il passare degli anni. Film di questa sezione, da non perdere, è senz’altro Tigrero: A Film that Was Never Made, di Mika Kaurismäki (16/11): nel 1993, quarant’ anni dopo il primo viaggio in Brasile, compiuto nel 1954, per i sopralluoghi di un film mai realizzato, Samuel Fuller vi fa ritorno accompagnato da Jim Jarmusch e Mika Kaurismaki, creando un corto circuito tra le immagini del presente e quelle del passato.
L’appuntamento per chi lavora nel settore, per i documentarisi, è a Doc at Work – Future Campus, realizzato in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, Cinema La Compagnia e Toscana Film Commission: in visione una selezione di 12 documentari e appuntamenti in Webinar per professionisti e giovani produttori, realizzati in collaborazione con CNA Cinema Toscana, incentrati sui nuovi mestieri del cinema (sulla piattaforma di Più Compagnia dal 26 al 29 novembre).
Oltre al regista di Patti in Florence, un altro giovane fiorentino presenta al festival il suo nuovo film: Duccio Chiarini porta L’occhio di vetro, (in programma il 15 novembre) ispirato al diario di guerra di un suo prozio, che insieme ad immagini d’archivio ripercorre una pagina della storia italiana. Per il Concorso italiano, in programma il film di Laura Lamanda, L’îles des perdus (16/11), racconto del piccolo mondo degli oggetti smarriti, il “Service des Objets Trouvés”, l’ufficio parigino che raccoglie gli oggetti ritrovati quotidianamente lungo le strade della metropoli francese; Il libro di Giona, di Zlatolin Donchev (17/11), è invece il racconto della vita di Massimiliano, senzatetto che dorme nella sua auto e che conduce un’esistenza fatta di libri e sogni; Aylesbury Estate, di Carlotta Berti (18/11), è incentrato su una comunità resistente alla speculazione nel più grande complesso di public housing di Londra, costruito negli anni ’60 sulle macerie di vecchie case popolari; ne L’armee Rouge, il regista Luca Ciriello (19/11) porta lo spettatore a conoscere la storia di Idriss Koné, in arte Birco Clinton, arrivato dalla Costa D’Avorio cinque anni fa e oggi residente nel quartinere Ponticelli, nella periferia est di Napoli, che trasforma nel cuore pulsante della nuova musica ivoriana; in Bosco, la regista Alicia Cano (20/11) ripercorre i ricordi del nonno, nato in un paesino toscano di 13 abitanti, che non ha mai visto, ma che può descrivere fino ai più piccoli dettagli soltanto basandosi sulle memorie e gli aneddoti tramandatigli; infine Eskere, di Alessandro Abba Legnazzi (21/11), si potrebbe definire un film-laboratorio: è una raccolta dei racconti di quattro adolescenti, cresciute a Brescia ma provenienti da contesti culturali diversi.
Fuori concorso sarà presentato al festival il film Bulletproof, di Todd Chandler (19/11), che racconta come le istituzioni scolastiche americane siano diventati luoghi della paura e dell’uso facile delle armi, sulla falsa riga quanto raccontato da Michael Moore in Bowling a Columbine. Il film si insinua fino ai corridoi degli istituti scolastici statunitensi per raccontare il clima di paura che vi si respira.
Il focus sull’ambiente, nella sezione Habitat, realizzata in collaborazione con Fondazione Finanza Etica, propone alcuni titoli dall’attualità stringente, come The Whale From Lorino, di Maciej Cuske (15/11) e The Perimeter of Kamsé, di Olivier Zuchuat 16/11).
Una storia che tocca da vicino la Toscana è quella raccontata in Traces of a Landscape, di Petr Zaruba (21/11): straordinaria viceda del pittore Jan Jedlička, che dalla Cecoslovacchia arriva in Maremma, dove andrà a vivere per cercare ispirazione nel documentario, opera realizzata con il sostegno di Toscana Film Commission. In chiusura, il 22 novembre, Icemeltland Park: la regista Liliana Colombo mostra un parco di divertimenti da incubo tra l’Alaska e la Terra del Fuoco, metafora di un pianeta sconvolto dalle conseguenze del cambiamento climatico.
L’ibridazione dei linguaggi e la sperimentazione, al centro della sezione Doc Explorer, si esprime nel documentario Look Then Below, del videoartista inglese Ben Rivers (15/11) e in Back to 2069, di Elise Florenty & Marcel Türkowsky (18/11) sull’isola di Lemnos, al centro di una battaglia virtuale condotta da giocatori connessi in rete in tutto il mondo.