Direttamente dalla National Gallery di Londra sbarca per la prima volta in Italia il capolavoro del pittore inglese Joseph Wright of Derby che sarà esposto fino al 24 gennaio agli Uffizi. L’opera che rappresenta l’esperimento su un uccello inserito in una pompa pneumatica, è un vero rompicapo. Cosa sta succedendo veramente? Chi sono le persone raffigurate? Perché hanno reazioni così diverse nei confronti di quello che accade sul tavolo? Volti spaventati, preoccupati, meravigliati, incuriositi, oppure indifferenti sono visibili grazie alla luce della lanterna e al chiarore della luna. Proprio le reazioni umane nei confronti della ricerca scientifica sono il tema portante di quest’opera. Il quadro è stato collocato al secondo piano degli Uffizi nella sala 38, tra la stanza che custodisce i dipinti di Leonardo da Vinci e quella di Michelangelo e Raffaello nell’esposizione “Arte e Scienza”, curata da Alessandra Griffo.
In cosa consiste l’esperimento raffigurato nel dipinto?
L’Esperimento raffigura una riunione in una casa di campagna inglese. L’uomo raffigurato al centro girando la chiavetta ed eliminando l’aria dalla campana, può decretare la morte del volatile. La scelta del pappagallino bianco rende ancora più drammatico il contrasto tra il candore delle piume e l’oscurità intorno. Nel 1768, data a cui risale il dipinto di Wright of Derby, le sperimentazioni sul vuoto d’aria tramite pompa pneumatica messa a punto da Robert Boyle, chimico irlandese vissuto nel secolo precedente, non costituivano più una novità scientifica. Erano però ampiamente proposte con fini divulgativi e didattici nelle sedi più disparate.
Alessandra Griffo curatrice della mostra
“Oltre a costituire un caposaldo della pittura inglese del Settecento, – ha spiegato la curatrice – l’Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica seguito nel 1768 da Joseph Wright of Derby, si impone oggi all’attenzione del pubblico, in quest’epoca segnata dal Covid-19, anche con imprevisti accenti di attualità. Le nostre reazioni nei confronti della ricerca scientifica – indifferenza, consapevolezza, riflessione, curiosità o timore – sono infatti uno dei temi di quest’opera che tuttavia propone, come accade per le grandi opere, numerosi livelli di lettura. Alcuni sono stati suggeriti in mostra associando al dipinto londinese altre cinque opere delle Gallerie degli Uffizi. Da un lato viene tratteggiato il tema squisitamente artistico dei dipinti a lume di notte, dall’altro viene sollecitata la riflessione sull’argomento sensibile del rispetto per la dignità degli animali”.
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt
“Questo è un prestito straordinario, un’opera che normalmente non viaggia e che abbiamo avuto perchè abbiamo mandato tre opere per la grande monografica su Artemisia Gentileschi che da poco si è aperta alla National Gallery di Londra. Come contro-partita hanno deciso di mandare a Firenze quest’opera che è veramente iconica per l’arte inglese del ‘700. Negli stessi anni in cui quest’opera fu realizzata esplodeva anche a Firenze l’interesse per la scienza. In quel periodo nel 1769 Pietro Leopoldo apriva per la prima volta gli Uffizi a tutti quanti.”
Chi era Joseph Wright of Derby?
Joseph Wright, detto “of Derby” dal nome della città inglese dove nacque nel 1734 e morì nel 1797, si formò a Londra come ritrattista, divenendo uno dei massimi esponenti di questo genere particolarmente apprezzato nel mondo anglosassone. Oltre ai ritratti, cui si dedicò lungo tutto l’arco della sua carriera, a partire dalla metà degli anni Sessanta si datano inoltre una serie di opere caratterizzate da ricercati effetti luministici che richiamano la tradizione seicentesca, caravaggesca, e la pittura olandese. L’artista raffigura soggetti comuni, scene di genere e accademie artistiche a lume di candela, o viceversa – come nel caso dell’Esperimento qui esposto, risalente al 1768 – le novità scientifiche e tecnologiche che documentano il diffuso sentire della società illuminista, già avviata sulla strada della rivoluzione industriale. Del 1774 -1775 è un viaggio in Italia che gli ispirò vedute e paesaggi, di nuovo connotati da scenografici contrasti di luce: l’eruzione del Vesuvio, spettacoli pirotecnici nei cieli di Roma, gli interni di orride grotte e caverne. Realizzati anche dopo il ritorno in patria, insieme a soggetti che illustrano brani letterari di tono accentuatamente patetico, questi dipinti aprono alla cultura preromantica del Sublime.