Percorsi speciali a Siena per ricordare Federigo Tozzi, lo scrittore nato proprio nella città del Palio nel 1883 di cui ricorrono i cento anni dalla morte, avvenuta appunto nel 1920. Sono dedicate a lui le due Passeggiate d’Autore che si terranno nel mese di ottobre, volute dal Comitato per le celebrazioni del centenario della morte di Tozzi e curate da Toscanalibri.it con la direzione artistica di Luigi Oliveto.
La prima è in programma giovedì 8 ottobre alle 15.30 (“Nei luoghi di Tre Croci” con Roberto Barzanti e Martina Dei, letture di Ugo Giulio Lurini), mentre la seconda si terrà domenica 18 ottobre alle 10.30 (“Tozzi racconta Tozzi” con Roberto Barzanti e Laura Perrini, letture di Paola Lambardi) con partenza da Piazza Tolomei. Entrambe le passeggiate sono a numero chiuso con prenotazione obbligatori (0577391787 o redazione@toscanalibri.it). Tutto si svolgerà nel rispetto delle disposizioni contro la diffusione del Covid-19.
Sulle orme di Federigo Tozzi nella sua città
La produzione letteraria di Tozzi è fortemente legata al proprio vissuto e le sue pagine di ambientazione senese rivelano tutta l’intensità di uno sguardo interiore sulla città. Tozzi è oggi ritenuto uno degli autori più significativi del Novecento, colui che, a inizio secolo, insieme a Svevo e Pirandello, seppe cogliere la crisi esistenziale dell’uomo moderno e, non di meno, rinnovare il romanzo italiano. Ecco, così, come uno scrittore frettolosamente definito provinciale sia oggi considerato autore di dimensione europea.
Nei luoghi di Tre Croci
Giovedì 8 ottobre alle ore 15.30, con partenza da Piazza Tolomei, è in programma “Nei luoghi di Tre Croci”, con protagonisti Roberto Barzanti e Martina Dei e le letture di Ugo Giulio Lurini. Il romanzo Tre croci racconta le drammatiche vicende dei fratelli Torrini (nella finzione letteraria fratelli Gambi) librai antiquari con negozio sulla strada principale della città (all’epoca via Cavour, oggi Banchi di Sopra). Storia di un fallimento finanziario, ma soprattutto esistenziale.
Tozzi scrisse il romanzo nel 1918, nell’arco di un mese, dopo aver appreso della morte dell’ultimo dei tre fratelli. Fu pubblicato dall’editore Treves nel febbraio del 1920, un mese prima della morte dello scrittore avvenuta a Roma il 21 marzo. La città è continuo scenario della vicenda. I luoghi, i panorami, le atmosfere paiono interloquire con i protagonisti, accordarsi o contrapporsi ai loro stati d’animo. Secondo alcuni critici Tre croci è il capolavoro di Tozzi.
Carlo Cassola scrisse: “L’ultimo capitolo è il più bello del romanzo, e un capolavoro in senso assoluto: sta alla pari col finale dei Malavoglia. Si può dire che è solo in quest’ultimo capitolo che Tozzi si libera di quell’autobiografismo che gli aveva impedito di prendere le distanze dai personaggi, di vederli col necessario distacco. In altre parole, che gli aveva impedito di uscire da sé, cioè di uscire dall’ambito del romanzo esistenzialista per cimentarsi nel romanzo sociale”.
Tozzi racconta Tozzi
Domenica 18 ottobre alle ore 10.30, con partenza sempre da Piazza Tolomei, ci sarà la Passeggiata intitolata “Tozzi racconta Tozzi”. A fare da guida Roberto Barzanti e Laura Perrini, letture di Paola Lambardi. Federigo Tozzi nacque a Siena il 1° gennaio 1883. Gli fu dato lo stesso nome del padre, Federigo, noto come Ghigo del Sasso, in quanto titolare della Trattoria del Sasso, posta accanto all’Arco dei Rossi.
I Tozzi abitavano a qualche metro dalla Trattoria, in un appartamento con ingresso da via dei Rossi e le finestre che affacciavano sull’attuale Banchi di Sopra. Sulla facciata prospiciente Banchi di Sopra leggiamo in una lapide che ricorda che qui “nel cuore della sua città”, nacque Federigo Tozzi, “romanziere tra i maggiori d’Italia”.
E da qui muoverà la passeggiata per poi toccare altri luoghi della città che incrociano infanzia e giovinezza di Tozzi, i suoi tormenti, pensieri, inquietudini. Il suo mondo reale e interiore che lui descrive in pagine di grande intensità. Come già detto, l’opera dello scrittore è in larga misura autobiografica e, pertanto, il proprio vissuto risulta inscindibile dalla sua produzione letteraria. In una lettera indirizzata alla fidanzata e poi moglie, Emma, Tozzi scriveva: “Pensando alla mia vita, al mio avvenire, non posso mai separare il reale dall’immaginario o dal fantastico. Ho nel cervello un vulcanetto che non si stanca mai e le sue ceneri e le sue fiamme si diffondono per tutta la mia anima in un turbinìo che acceca e abbaglia“.