Cinque anni per tornare a produrre acciaio a Piombino, con un piano industriale in due fasi forte di un investimento da 84 milioni di euro, di cui 30 grazie all’ingresso dello Stato attraverso Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. È questo il piano di rilancio di Jsw Steel Italy presentato ieri da Marco Carrai, vicepresidente esecutivo dell’azienda siderurgica, insieme alla sottosegretaria allo Sviluppo economico Alessia Morani.
Un piano che prevede anche la messa in sicurezza e il rilancio del sito industriale, anche grazie alla diversificazione delle attività con progetti di logistica, manufacturing e ambiente.
“Siamo concreti – ha detto Carrai – non regaliamo sogni, ma cerchiamo di dare certezze“. La vera svolta rispetto al passato è l’intervento di Invitalia che entrerà a condizione di mercato con una quota di minoranza all’interno del capitale dell’azienda siderurgica. “Con la presentazione del piano industriale, che era la premessa per qualunque tipo di intervento pubblico – ha detto Morani – abbiamo formalizzato l’ingresso da parte di Invitalia”. Inoltre il governo, ha aggiunto Morani, ha mantenuto
l’impegno di “dare una continuità alle commesse delle rotaie che garantisca una tranquillità economica all’azienda“.
Un piano industriale da 84 milioni di euro
La prima fase del piano industriale prevede dunque un investimento complessivo di circa 84 milioni (30 di Invitalia e il resto di finanziamenti europei e risorse di partner) per efficientare gli impianti di laminazione, completare la gamma dei prodotti e far tornare l’azienda ad una redditività soddisfacente entro marzo-aprile 2021.
“A quel punto – ha spiegato Carrai – ci sarà un fase di consolidamento di circa un anno, poi la seconda fase del progetto per arrivare al forno elettrico nel 2025“.
Parallelamente Jsw Steel Italy lavorerà anche ad altri progetti collaterali per costruire “un complesso industriale multicentrico” con alcuni partner. Tra questi Creon capital con cui sviluppare il comparto dell’energia rinnovabile, Fincantieri per l’attività di cantieristica navale e un altro soggetto per la realizzazione di un rigassificatore. Il 24 settembre ci sarà la riunione al Mise per l’aggiornamento dell’addendum.
Il piano al 2025 è arrivare alla piena occupazione degli 1872 lavoratori
“Noi tendiamo ad avere la piena occupazione e il piano al 2025 è quello non solo per l’acciaio, ma anche per andare a individuare dei soggetti che possano attivare nuove attività industriali in grado di occupare i lavoratori che potrebbero essere in più una volta finita l’acciaieria” ha spiegato Carrai. Dei 1872 dipendenti, 800 saranno occupati nell’acciaio, mentre il resto sarà ricollocato nelle altre attività collaterali.
Per il presidente della Regione Toscana a Piombino “ci sono tutte le condizioni per una svolta“. Per il presidente ciò per cui lui stesso si è battuto in questi anni, che a Piombino si torni a produrre acciaio, è adesso possibile. “Lo è grazie all’ingresso dello Stato e al fatto che la Regione ha finanziato e realizzato un nuovo porto – sottolinea il governatore della Toscana – adesso che Piombino fa parte a pieno titolo delle politiche industriali del Governo, gli obiettivi di una sua ripresa industriale appaiono sotto una luce diversa.“