Pegaso d’Oro al personale sanitario che ha affrontato in prima linea l’emergenza sanitaria del Covid-19. Oggi all’ospedale delle Apuane di Massa il presidente della Toscana ha assegnato la massima onoreficenza della Regione a tutti gli operatori del Sistema sanitario regionale, per come hanno fronteggiato la pandemia.
Il riconoscimento è stato simbolicamente consegnato nelle mani del direttore generale della Asl Nord Ovest. Massa è stata scelta in quanto la provincia apuana è stata tra le prime e tra quelle più duramente colpite dal virus. Ma è come se il presidente l’avesse dato a ciascuno dei circa 50mila operatori del Sistema sanitario regionale, in quanto tutti, in qualunque zona l’abbiano fatto hanno saputo dare un generoso ed instancabile contributo nella cura dei tanti cittadini colpiti.
Grazie a medici, infermieri, pediatri e a tutto il personale
“Durante tutto il periodo della pandemia da Covid-19, dalla prima emergenza fino alla fase attuale, il Sistema Sanitario Regionale ha saputo rispondere efficacemente grazie alla professionalità e alla dedizione di tutto il personale sanitario e dei volontari, e ad una efficiente organizzazione territoriale” si legge nella motivazione ufficiale del Pegaso d’Oro.
In Toscana infatti i malati Covid sono stati gestiti con efficacia, grazie alla tempestiva presa in carico da parte di tutto il personale medico e infermieristico e di tutti gli altri operatori della sanità degli ospedali, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Ma anche grazie ad una rete della sanità fatta di presidi territoriali piccoli ma efficienti, e di grandi strutture moderne e flessibili, nelle quali è stato possibile aumentare in tempi rapidi, nelle ore più difficili dell’emergenza, i posti letto di terapia intensiva.
Massa e Carrara tra i territori colpiti più duramente dal Coronavirus
“Si tratta di esempi di ottima sanità, che intendiamo valorizzare e celebrare con il conferimento della Medaglia d’Oro Pegaso della Regione Toscana a tutto il personale della sanità toscana – continua la motivazione del premio – consegnandolo simbolicamente nelle mani del Direttore Generale della alla Asl nord ovest in rappresentanza di uno dei territori colpiti per primi e più duramente dal virus, ma che, nonostante questo, ha saputo operare efficacemente a tutela della salute di tutti i cittadini e della risorsa-ospedale, fondamentale per limitare la diffusione del contagio in situazioni altamente suscettibili”.
Il Pegaso d’Oro è un riconoscimento istituito dalla Giunta regionale nel 1993 per segnalare cittadini italiani o di altri Paesi, che hanno reso un servizio alla comunità nazionale e internazionale attraverso la loro opera in campo culturale, politico, filantropico e del rispetto dei diritti umani.
Il premio consiste in una riproduzione del cavallo alato Pegaso, eletto a simbolo della Regione Toscana già a partire dalla prima legislatura, tratto, e in parte modificato, da una moneta attribuita a Benvenuto Cellini, oggi conservata al Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
Le terapie intensive sono state riorganizzate
“Un ringraziamento collettivo tutti gli operatori e volontari della sanità apuana per come hanno saputo reagire all’emergenza rappresentata dal Covid, che qui ha colpito più duramente che altrove facendo in modo che in quest’area si registrasse il punto più alto della lotta al contagio” ha commentato il presidente della Toscana consegnando il Pegaso d’Oro.
Dopo aver ricordato tutti coloro (oltre 150) che non ce l’hanno fatta nella provincia di Massa Carrara, il presidente ha sottolineato come tutta l’organizzazione regionale abbia dato buona prova di sé e come l’esperienza fatta abbia dimostrato che era giusto rinnovare e modernizzare gli ospedali e la sanità toscana spendendo, negli ultimi anni, oltre 3,8 miliardi di euro. Nell’area apuana tutti si sono mossi con grande efficienza ed efficacia.
Il presidente ha aggiunto che le terapie intensive sono state organizzate in modo tale che, se ce ne fosse ancora bisogno, sarebbero pronte per rispondere alle nuove necessità. L’obiettivo a cui in questi mesi si è lavorato è quello di riuscire a non interrompere i normali servizi in caso di ripresa dei contagi e già oggi il volume delle prestazioni fornite è tornato ad essere quello di prima della pandemia.