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Primo giorno di scuola nell’anno del Covid per 500 mila studenti toscani

Si torna in classe dopo sei mesi di assenza forzata. Nei cortili degli istituti è vietato abbracciarsi e la mascherina è d’obbligo ma da oggi tornano ad essere compagni, seppur a distanza. Alle elementari sarà un rientro “a tempo”

- © Ruben Marin Martin

Sono trascorsi 193 giorni dall’ultima volta che hanno varcato quei cancelli, dall’ultima volta che hanno sentito la campanella suonare, dall’ultima volta che si sono seduti al loro banco. Mai come quest’anno il rientro in classe è carico di aspettative e di timori. Di questo 14 settembre si parla da settimane, da mesi. È stato il tema caldo dell’estate, ha infiammato il dibattito nei salotti televisivi, sotto l’ombrellone, sui social: “Riapriamo le scuole!”, “No, le scuole devono restare chiuse!”; “Perché le discoteche SI e le scuole NO?”, “Il Governo sbaglia”, “Il Governo fa bene”.

Dopo 193 giorni per mezzo milione di studenti toscani oggi è iniziato l’anno scolastico. Un anno scolastico particolare in cui dovremo fare i conti con una nuova “normalità”

.

Sullo sfondo i ragazzi, ragazzi che da aggi devono riabituarsi ad essere anche studenti. E non sarà facile.

La Regione Toscana, adottando le linee guida nazionali, ha messo nero su bianco le indicazioni di indirizzo per l’avvio delle attività scolastiche e dei servizi educativi 0-6 .

Già alla vigilia della riapertura sono emersi alcuni casi di positività che hanno costretto a mettere in quarantena alcune classi.

Ci auguriamo di no ma non è da escludere che possa capitare ancora ma è un rischio già contemplato e calcolato in quelle linee guida il cui scopo è rendere prevedibile l’imprevedibile. È la “normalità” cui dovremmo fare i conti quest’anno soprattutto in vista dei mesi autunnali e delle sindromi influenzali. Sarà un anno scolastico che ci terrà spesso con il fiato in sospeso ma non riaprire le scuole non è masi stata un’opzione. È scritto a chiare lettere nelle linee guida per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia: “La questione centrale non è se le scuole debbano riaprire o meno, piuttosto come procedere con una riapertura scolastica più sicura attraverso la comprensione e la consapevolezza dei rischi per la salute pubblica”

E con queste premesse oggi, 14 settembre 2020, circa mezzo milione di studenti toscani sono tornati in classe, alcuni per la prima volta. Alcuni istituti hanno optato per gli ingressi scaglionati tra le 7.50 e le 10 per evitare che si creassero assembramenti nei cortili.

Rientro “breve” per le elementari

Hanno salutato la mamma con la manina, alcuni si sono fatti scappare qualche lacrimuccia ma i più piccoli vivono tutto come un’avventura: “Babbo mi ha comprato le scarpe nuove per la scuola”, “Ho i brillantini sullo zaino”. Il resto va da sé.

Per molti studenti delle scuole di primo grado, tuttavia, questa normalità ritrovata durerà solo qualche settimana, le lezioni dovranno interrompersi di nuovo in tutti gli istituti che ospiteranno i seggi elettorali il prossimo 20 e 21 del mese. Solo alcune città, come Forte dei Marmi, sono riuscite a spostare le votazioni dalle aule alle palestre, ma un’operazione di questo genere non è semplice: dove spazi comunali e palestre non erano già stati destinati a laboratori a disposizione delle scuole, c’è stato da fare i conti con le grandezze richieste, con gli spazi riservati alle forze dell’ordine, e con tutta una serie di altre limitazioni che hanno reso impossibile adottare soluzioni per evitare di interrompere la scuola per la pausa elettorale. Chi però ha potuto farlo lo ha fatto, in Puglia e in Campania, ad esempio, l’avvio dell’anno scolastico è slittato al 24 settembre.

Prima campanella alle superiori

Lo stop per le elezioni interesserà i “veterani”, i ragazzi delle superiori, solo in modo residuale. Per loro quello di oggi è stato un rientro a tutti gli effetti. Sono arrivati in scooter, alcuni a piedi, altri si sono fatti accompagnare in auto, i genitori però si sono guardati bene dall’accompagnarli all’ingresso, probabilmente non lo avrebbero fatto anche se non fosse in vigore il divieto di assembramento.

T-shirt e jeans all’ultima moda, non un capello fuori posto, occhiali da sole griffati e quell’aria spavalda che abbiamo avuto tutti il primo giorno di scuola. Non però non indossavamo la mascherina, le loro alcune sono  chirurgiche, altre di “comunità”, colorate, variopinte, sembrano quasi un accessorio. Niente pacche sulle spalle, niente abbraccio con il futuro compagno (a distanza) di banco. Si salutano da lontano, si intuisce che si sorridono fra di loro. Ostentano tranquillità fingendo di non sapere di essere al centro dell’attenzione mediatica nazionale ma sanno bene che oggi tutti i riflettori sono su di loro: sul loro primo giorno di scuola (post) Covid in presenza.

La Dad, la didattica a distanza, sarà integrativa, gli istituti potranno ricorrervi in caso in cui un docente o un alunno fosse costretto a casa in quarantena per contatto con una persona risultata positiva al Covid, oppure, in questo avvio dell’anno accademico, per non perdere tempo mentre gli istituti si adeguano alle normative sanitarie vigenti interno o per ultimare quegli interventi di “edilizia leggera”, ovvero per sistemare gli arredi in modo che possa essere garantito il distanziamento di 1 metro tra i banchi degli studenti in situazione statica (seduti al banco) e di 2 metri tra la cattedra del professore e il bando in prima fila.

I punti cardine per un rientro in sicurezza

Agli studenti non sarà presa la misurazione della temperatura all’ingresso ma sono precondizioni per poter accedere in classe (per loro e per il personale che, a vario titolo, opera all’interno degli istituti):

  • l’assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°C anche nei tre giorni precedenti;
  • non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni;
  • non essere stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni

Evitare di recarsi a scuola in caso di sintomatologia insieme al distanziamento, all’igienizzazione frequente delle mani e alla mascherina obbligatoria (fatta eccezione per i più piccoli, sotto 6 anni, e per gli iscritti alla scuola dell’infanzia) e sono le regole base per un rientro a scuola in sicurezza.  A queste si aggiunge la campagna di screening preventivo sul personale docente e non docente avviata il 24 agosto scorso per intercettare eventuali positività prima del rientro in classe.

Evitare assembramenti, restare a casa in caso di sintomi, lavarsi spesso le mani, uso della mascherina: queste le regole base per un rientro a scuola in sicurezza

I test sierologici ai docenti

Al 1° settembre, nell’Asl Toscana Nord Ovest erano stati validati oltre 6mila test sugli insegnanti, registrando 65 positività che hanno richiesto il tampone di verifica, nessuno di questi tamponi, fortunatamente, ha confermato la positività al Covid. La campagna dei test sierologici sui docenti ha fatto molto discutere: a livello nazionale l’adesione (che è volontaria e gratuita) non sembra aver riscosso grande successo, la Toscana invece è in netta controtendenza: a pochi giorni dal rientro in classe (al 10 settembre) erano già stati validati oltre 39 mila test sierologici e le prenotazioni erano addirittura 57 mila, in questi giorni sarebbero stati eseguiti anche i circa 20 mila test mancati . La campagna, cui i docenti e operatori scolastici possono aderire facilmente attraverso l’applicazione web sito htpps://rientroascuola.sanita.toscana.it è stata estesa fino al 30 settembre, su esplicita richiesta del provveditorato, per dare tempo anche agli insegnanti che sono stati assegnati all’ultimo minuto di svolgere il test sierologico.

Come si sono preparati per il rientro in classe nel resto d’Europa.

La Francia è stata tra le prime a riaprire le scuole: in classe è obbligatorio l’utilizzo della mascherina ma solo per gli studenti sopra gli 11 anni. Mascherina obbligatoria anche in Germania, dove le classi sono state organizzate cercando di prevedere un massimo di 15 studenti per gruppo. Ci sono anche Stati dove invece la mascherina non è obbligatoria: accade in Gran Bretagna dove si punta nel numero ristretto di alunni in aula e nel distanziamento di almeno 2 metri e in Svizzera dove, almeno nella scuola dell’obbligo, agli studenti non è richiesto il dispositivo di protezione.

Tutti sono pronti ad adeguare le misure adottate in base all’andamento della curva epidemiologica.

Si tratta di decisioni che spetteranno ai governanti, in accordo con gli istituti sanitari e con le direzioni scolastiche.

A tutti i ragazzi, un grosso in bocca al lupo per il nuovo anno scolastico!   

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