Gli artigiani fiorentini, l’alta moda e alcune tra le location più spettacolari della città. Sono questi i tre ingredienti della tre giorni “Il Rinascimento e la Rinascita”, con cui Dolce & Gabbana ha reso omaggio alla storia e all’arte di Firenze e ha riportato in città le sfilate dal vivo, le prime in tutto il mondo a tenersi dopo l’emergenza Covid-19.
L’iniziativa, nata in collaborazione con il Centro di Firenze per la moda italiana e Pitti Immagine, si chiude oggi con la cena conclusiva alle Cantine Antinori al Bargino, dopo due grandi show di alta sartoria e artigianato ospitati nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e a Villa Bardini.
Il Rinascimento dei giovani artigiani a Palazzo Vecchio
Mercoledì il Salone dei Cinquecento è stata l’incredibile cornice dell’evento dedicato alla collezione maschile di alta sartoria di Dolce & Gabbana, che ha sfilato su una passerella a forma di giglio sotto gli affreschi del Vasari.
La prima sfilata post Covid al mondo ha coinvolto anche 38 botteghe fiorentine. Orafi, intagliatori, artigiani del cuoio, legno e terracotta e molti altri hanno contribuito con le loro creazioni ad arricchire la collezione.
”La prima idea, visto l’amore che abbiamo per gli artigiani, degli artisti veri, è stata di coinvolgere le botteghe in un modo diverso – hanno spiegato Domenico Dolce e Stefano Gabbana – perché non dare spazio e luce a quello che è un patrimonio italiano da enfatizzare? Ci hanno fatto credere che tutto deve essere per tutti e omologato. Noi pensiamo che ciò che fa la differenza è l’individualità. Noi italiani abbiamo qualcosa di diverso, sappiamo creare bellezza. Non siamo fatti per il mass market, siamo fatti per creare cose uniche”.
Così i pezzi creati dagli artigiani hanno sfilato insieme alla collezione, con l’iconico broccato di Dolce & Gabbana impreziosito dal giglio fiorentino e le tuniche di piume con gli iris disegnati. I due stilisti nel loro omaggio a Firenze si sono ispirati anche alla dinastia dei Medici, soprattutto alle figure di Cosimo e di Lorenzo il Magnifico e Cosimo De’ Medici.
In passerella quindi largo alle casacche con frange dorate, alle stampe di opere rinascimentali e iconografie del tempo, a un tripudio di ricami, cristalli e filo dorato.
Icona della collezione la vestaglia, che è stata spedita a tutti gli invitati allo show, tra cui Monica Bellucci. L’attrice è stata la madrina dell’evento e ha ricevuto dal sindaco le Chiavi delle città.
La bellezza italiana anni Cinquanta sfila a Villa Bardini
Ieri sera invece a Villa Bardini è andata in scena la bellezza italiana più iconica, quella degli anni Cinquanta, a cui si è ispirata la collezione femminile di alta moda di Dolce & Gabbana.
Straordinaria la sfilata sulla scenografica scalinata con vista sulla città. Da questa terrazza sono scese 89 modelle, tra cui Chiara Scelsi, indossando abiti con la gonna a ruota, intarsiati con duemila pezzi di stoffe diverse che rappresentano le vedute di Firenze.
Una rinascita della moda che ha reso omaggio a Giovan Battista Giorgini, che inventò le sfilate proprio nel capoluogo toscano.
“Ci siamo ispirati a Giovan Battista Giorgini, quando ha fatto la prima sfilata di alta moda nel 1951 – sottolineano Domenico Dolce e Stefano Gabbana – come ci ha insegnato la rinascita della moda è nata dall’alta moda, qui a Firenze. Ha avuto l’intuizione di lavorare con le sartorie, dare una visione della sartoria italiana al mondo intero, portando la stampa internazionale a Firenze. È un sogno che avevamo dalla prima sfilata di alta moda”.
Una collezione che guarda agli anni Cinquanta e alle sue dive. “È l’italian beauty, la classica bellezza italiana – sottolineano i due stilisti – ci siamo ispirati a quel periodo e a molti lavori degli artigiani, ad esempio i tavoli intarsiati con la pietra”.
Dolce & Gabbana omaggia Firenze
La collezione femminile ha reso omaggio a Firenze anche con stampe-cartolina della città su gonne, vestiti e mantelle. “Per riprodurre le perfette proporzioni delle architetture cittadine sugli abiti ci si è rifatti alla tecnica particolare del mosaico fiorentino in marmo e pietre dure – spiegano ancora i due stilisti – attraverso l’accostamento di diversi tessuti, broccato, velluto, pelle, pitone, seta, pizzo, le sarte sono riuscite a ricreare la tridimensionalità della cupola del Duomo e l’effetto bugnato della facciata di Palazzo Vecchio”.
E poi tanti fiori, anche applicati con 25 tessuti diversi, omaggio allo splendido giardino di Villa Bardini, con le sue rose, iris e dalie. Un grande show con ospiti da ogni angolo del globo, che si è concluso con i fuochi d’artificio sulle note de La Traviata.