Salvatore Ferragamo, le origini e gli esordi
Campano di nascita, fiorentino d’adozione, per un amore spassionato nei confronti di una città simbolo di arte, alto artigianato, bellezza. Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 nella località di Bonito, in provincia di Avellino, undicesimo di quattordici figli, in una famiglia di agricoltori, dove non regna certo l’agiatezza e dove si affrontano quotidianamente povertà e il lavoro duro. Dotato di grande intelligenza, buona volontà, determinazione, estro, si innamora fin da subito del mestiere di calzolaio, imparato prima nel suo piccolo paese, poi nella vicina Napoli. Il suo primo paio di scarpe lo confeziona per sua sorella all’età di soli nove anni, e nonostante le ritrosie della famiglia, fare il calzolaio diventa il suo mestiere. La morte prematura del padre lo costringe a diventare grande prima del tempo e a soli quattordici apre una bottega di calzolaio a Bonito. E’ solo l’inizio di un lungo percorso nel campo della creazione di scarpe, innovative e dalla tecnologia avanzata, che lo accompagnerà per tutta l’esistenza.
Ferragamo negli Stati Uniti, stilista delle star di Hollywood
A soli diciassette anni sbarca negli Stati Uniti, dove raggiunge alcuni dei suoi fratelli, con pochi centesimi nelle tasche e una valigia piena di speranza. E’ grazie ai fratelli che riesce ad entrare in contatto con il mondo del cinema e a diventare lo stilista delle star di Hollywood. Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Sofia Loren, Greta Garbo: sono alcuni dei nomi delle star che indossano, sul set e nella vita, calzature create da Ferragamo. Perché le sue scarpe non sono solo belle: al lavoro artigianale Ferragamo accompagna gli studi e le ricerche nel campo dell’anatomia, dell’ingegneria chimica, per arrivare a scoprire che è l’arco del piede a sorreggere tutto il peso del corpo, ed è proprio quella parte anatomica a dover essere studiata, sostenuta, valorizzata, con scientificità e precisione. Le scarpe di Salvatore Ferragamo diventano così sinonimo di bellezza, eleganza, ma anche di dinamicità e slancio della figura e della camminata, degli attori come della persone comuni. La sua frequentazione con i divi del cinema diventa all’ordine del giorno e sono suoi ospiti abituali Rodolfo Valentino e Douglas Fairbanks.
Il ritorno in Italia, il suo amore per Firenze
Dopo tredici anni di attività sempre in crescita negli Stati Uniti – a Santa Barbara prima, a Hollywood poi – Salvatore Ferragamo ritorna in Italia nel 1927. E qui che ha inizio la “storia d’amore” del noto calzolaio, manager, stilista, con Firenze. E’ infatti nel capoluogo toscano che fonda l’azienda Ferragamo, che da lì in poi diventerà famosa in tutto il mondo, per i modelli brevettati, le innovazioni tecniche, l’eccentricità dello stile.
Il suo primo stabilimento è in via Mannelli, vicino alla stazione dei treni che consente di spedire le calzature a Roma e da lì in tutto il mondo. Ma dopo pochi anni, la forte crisi economica, americana e internazionale, fa sentire i suoi effetti anche nell’azienda Ferragamo. Dopo la crisi e il fallimento nel 1933, Salvatore riparte di slancio e nel 1936 decide che per ripartire alla grande ha bisogno di una sede prestigiosa, nel centro storico cittadino.
Stabilisce la sua sede in Palazzo Spini Feroni, edificio storico molto amato, vicino al Ponte Santa Trinita, che si erge proprio nelle strade antiche dove si narra che Dante incontrò Beatrice e che ancora oggi è sede della sua Maison.
Il documentario di Luca Guadagnino su Salvatore Ferragamo
Una storia esemplare, dai sorprendenti risvolti umani e professionali, che meritava di avere l’attenzione di un grande regista italiano, anche lui con una storia professionale internazionale, che in qualche modo si lega agli Stati Uniti, Luca Guadagnino, che ha realizzato il documentario Salvatore. Shoemaker of Dreams (Salvarore Ferragamo. Il calzolaio dei sogni), ispirato all’omonimo libro pubblicato da Electa. Opera, quest’ultima, che rappresenta una nuova edizione, con una veste grafica rinnovata, dell’autobiografia Salvatore Ferragamo (1898-1960), pubblicata per la prima volta in inglese nel 1957 da George G. Harrap & Co., a Londra.
Il documentario, diretto dal regista noto per la sua “trilogia del desiderio” – Io sono l’amore (2009), A Bigger Splash (2015) e Call me by your name (2017), quest’ultimo premio Oscar per la sceneggiatura non originale – e scritto da Dana Thomas, ripercorre l’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, alle esperienze a Hollywood, al ritorno in Italia, fino alla nascita del suo laboratorio di Firenze e alla definitiva consacrazione. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.
La presentazione al festival del cinema di Venezia
Il film sarà presentato, fuori concorso, alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia: il 6 settembre ci sarà la conferenza stampa e l’8 settembre la proiezione per il pubblico. “Cosa è il genio? – ha dichiarato Luca Guadagnino – . Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione, come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande”.