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Realtà aumentata, a Pisa nasce il primo proiettore indossabile per la chirurgia

Su 256 progetti presentati al Ministero della Salute, quello dell’ingegnere Virginia Mamone è arrivato quinto. Il dispositivo, indossabile sulla testa del chirurgo, proietta sulla pelle del paziente le informazioni per l’operazione

Sala operatoria - © skeeze, Pixabay

Virginia Mamone, classe 1989 e al terzo anno di dottorato al Dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa, ha ottenuto un finanziamento dal Ministero della Salute piazzandosi quinta su 38 progetti finanziati e 256 presentati.

Proiezione visibile a occhio nudo

Il suo progetto, POLARS – HMP (POlarized Light Augmented Reality in Surgery – Head Mounted Projector), punta a creare il primo dispositivo di realtà aumentata per la chirurgia basato sulla proiezione. Indossabile dal chirurgo sulla testa, POLARS proietta direttamente sulla pelle del paziente le informazioni essenziali per l’operazione, in modo che il medico le possa visualizzare a occhio nudo e senza bisogno di visori.

Un progetto unico e innovativo

“Il dispositivo può guidare il chirurgo in modo molto naturale e intuitivo nelle fasi cruciali”

“In questo modo – spiega Virginia Mamone – POLARS supera gli inconvenienti dei navigatori chirurgici classici, che invece visualizzano queste informazioni su un monitor, con il rischio di interpretazioni errate o di perdita di attenzione e focus da parte del medico, che deve spostare lo sguardo dal paziente. Inoltre, per molte tipologie d’intervento, è una potenziale alternativa ai visori indossabili per la Realtà aumentata che stanno riscuotendo molto interesse per questo tipo di applicazioni ma che forniscono un limitato campo visivo e introducono problematiche percettive come il conflitto di messa a fuoco tra reale e virtuale. Il dispositivo può guidare il chirurgo in modo molto naturale e intuitivo nelle fasi cruciali di procedure complesse, come craniotomie, biopsie o resezione dei tumori, mostrando le regioni di interesse o sensibili, i punti di ingresso e il punto da raggiungere”.

Il percorso formativo

Virginia Mamone si è laureata in ingegneria biomedica all’Università di Pisa nel 2016. Nel 2017 il suo lavoro di tesi ha vinto il premio Springer per il miglior articolo scientifico nella categoria giovani ricercatori alla conferenza internazionale Augmented Virtual Reality. Nel corso del dottorato la sua ricerca si è focalizzata sui metodi e gli strumenti per assistere il chirurgo durante gli interventi, per minimizzarne l’invasività e massimizzare precisione e sicurezza.

Un team per lo studio della Raltà aumentata

Il lavoro di Virginia si colloca nell’ambito della ricerca sui dispositivi di Realtà aumentata in supporto alla chirurgia condotto dal team di ingegneri del DII coordinato da Vincenzo Ferrari presso il Centro di Ricerca EndoCAS dell’Università di Pisa.

Il progetto POLARS rappresenta un ampliamento del lavoro svolto durante il dottorato, ed è stato presentato al ministero tramite l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana.

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