Firenze è un forno, si sfiorano i 40 gradi. Meglio montare in macchina, approfittare dell’aria condizionata, farsi la Bolognese e avvicinarsi alle vette, un’ora di macchina è sufficiente per sentire frizzare l’aria, per tornare a vedere i colori degli alberi. Qui vicino scorre il Santerno. Siamo sull’Appennino Tosco Emiliano.
I parcheggi sono affollati, nei ristoranti solo posti in piedi. Questo angolo di paradiso della nostra regione, incastonato tra le montagne e protetto dalle valli, è la meta ideale per rallentare il tempo e i pensieri e sta vivendo, in questa estate 2020, un rinnovato interesse turistico: “Siamo al completo”, “Tutto prenotato da settimane”. E non si tratta dei vacanzieri della domenica: “Mai avuto così tanto turismo prima di quest’anno”, un coro unanime quello dei gestori di ristoranti e B&B della zona.
L’esperienza diretta
Con il mio compagno avevamo prenotato delle camere in un b&b a Covigliaio, 50 anime d’inverno, in estate risplende protetto all’ombra di monte Beni. La prenotazione era per un gruppetto di ospiti che avrebbero dovuto partecipare al nostro matrimonio a fine agosto. Il matrimonio è stato rinviato (causa Covid, nessun ripensamento).
Qualche giorno fa ci siamo fatti coraggio e siamo andati dalla proprietaria del b&b a comunicarle che purtroppo dovevamo disdirle. Capo basso, un po’ di vergogna a disdire sei camere (ovvero tutte le loro camere) con così poco preavviso. La risposta ci ha quasi lasciato di stucco: “Tranquilli ragazzi, entro una settimana al massimo le avrò già date via”.
L’estate insolita
È l’estate post Covid, l’estate delle mascherine abbinate al costume. L’estate della paura del contagio. Delle relazioni ma a distanza fisica. L’estate del turismo di prossimità e la Toscana è stata letteralmente presa d’assalto.
“Da non credere”, Piero è un locandiere dall’accento emiliano ma il suo b&b si trova entro i confini toscani anche se dall’altra parte del valico. “Eravamo pronti a chiudere, mi aspettavo di passare l’estate con i soliti dieci che vedo tutto l’inverno per l’ammazza caffè dopo cena e invece è un viavai continuo, ho le camere piene, ci chiamano anche per sapere se qualcuno ha disdetto”.
L’Appennino tosco emiliano si popola in questo periodo dell’anno di vacanzieri, per lo più figli e nipoti di residenti che approfittano delle settimane più calde per riprendere contatti con le proprie radici, per rimpossessarsi di uno stile di vita più sostenibile, a contatto con la natura. Ma quest’anno non si tratta soltanto di questo. Molte di queste località si trovano per la prima volta a gestire grandi flussi di turisti in contemporanea con il distanziamento e le sanificazioni. Non è facile sicuramente ma è indubbiamente anche un’opportunità per il territorio stesso.
L’anno del turismo lento
Siamo a due passi dal cimitero militare germanico. Gli amanti del trekking ci arrivano dopo aver passato una bellissima faggeta. L’ufficio turistico che si occupa di dare informazioni sulla via degli Dei, cammino che si snoda lungo il tracciato che i romani chiamavano Flaminia Militare per 130 chilometri da Bologna e Firenze, e così chiamato perché attraversa monti e località che hanno nomi di antiche divinità pagane, si trova a Sasso Marconi.
Li chiamo per sapere come sta andando la stagione turistica. Dall’altro capo del telefono un sogghigno: “Signora ho temuto che ci chiedesse suggerimenti su dove dormire”.
Le strutture ricettive lungo il percorso, chi con più facilità chi con meno, sono riuscite tutte a riaprire nella massima sicurezza e sono tutte al completo.
“Siamo abituati al sold out durante la settimana o le settimane centrali d’agosto – spiegano dall’ufficio turistico – ma per la prima volta quest’anno per tutto il mese non si trovano sistemazioni libere a parità dello stesso numero di posti disponibili del passato”. I pellegrini arrivati tardi devono attrezzarsi con tende e sacchi a pelo.
Per la prima volta la domanda di soggiorno lungo la via degli Dei interessa tutto il mese d’agosto, non soltanto le due settimane centrali. Tutte le strutture sono sold out
Si sa, le calure agostane fungono da repellenti per i turisti che raramente scelgono le grandi città per il ponte di Ferragosto e se a questo aggiungiamo il desiderio degli italiani di rifugiarsi in luoghi appartati e isolati, ecco che il turismo di prossimità, quello dell’ambito regionale, si dimostra un’ottima occasione di business per i piccoli centri, per quelle realtà che si trovano al centro dei percorsi naturalistici, per i piccoli borghi fuori dal turismo mainstream.
Allargando la lente
Gianni gestisce una piccola enoteca proprio in centro a Castiglione della Pescaia e la sua voce si unisce al coro dei corregionali sull’Appennino: “La ripartenza è stata lenta, ma da metà luglio viviamo una situazione paradossale: credevamo di dover fare i conti con i tavoli vuoti, invece non riusciamo quasi a soddisfare tutte le richieste”.
Davide e Nella sono tornati da poco da una settimana all’isola d’Elba, bella vacanza, bellissima, unica nota stonata: la sveglia alle 7 per poter trovare un posto in spiaggia. In una qualsiasi.
“È il nostro vivere semplice e lento, il mangiare bene con un tozzo di pane e le verdure dell’orto che quasi tutti abbiamo. È il nostro sapere raccontato con naturalezza, il nostro essere tutti, bene o male, cantastorie di questa terra . In ogni piazza di paese si può chiacchierare con chi vi vive da sempre, si possono ascoltare storie che per noi sono scontate, ma per chi viene da fuori fanno brillare gli occhi”, sono da ricercare nella Toscana e nella “toscanità” per Silvia Ceriegi, autrice e fondatrice del travel blog di successo Trippando, le ragioni del boom turistico che sta vivendo la nostra Regione che insieme a Puglia e Sicilia risultano essere le tre mete turistiche preferite dagli italiani stando all’indagine condotta da Cna Turismo sui propri associati.
In ogni piazza di paese si può chiacchierare con chi vi vive da sempre, si possono ascoltare storie che per noi sono scontate, ma per chi viene da fuori fanno brillare gli occhi
Profonda conoscitrice del made in Tuscany, Silvia è la persona giusta per analizzare questo particolare momento, anche perché recentemente ha studiato per i suoi lettori e follower una serie di percorsi toscani inediti partendo dalla suggestione narrativa di alcuni selezionati libri e autori – toscani e non – che in Toscana hanno ambientato storie, racconti, romanzi che inducono il lettore a scritte, ad esempio, Firenze e i suoi quartieri popolari attraverso lo sguardo di Paolo Ciampi e Vasco Pratolini o l’alta Versilia grazie alle opere di Fabio Genovesi o la Maremma dura di Sacha Naspini e le sue isole con Lorenza Pieri.
“Vivendo in Toscana amo molto leggere i libri degli autori della mia terra e per quest’estate di prossimità in cui per tutti è difficile, per i motivi più svariati, trovare una meta di vacanza, ho pensato che la lettura e la letteratura potessero essere in grado di guidare le scelte degli appassionati di pagine scritte”, spiega Silvia.
Forse qualcuno di quei turisti oggi in giro per la nostra regione ha in tasca proprio uno dei libri suggeriti da Silvia sul suo blog o sul canale Youtube che ha dedicato a libri e viaggi.
Il futuro del turismo
“Credo che gli operatori turistici debbano investire sulla destagionalizzazione. Finora in molti hanno lavorato sodo sei mesi all’anno, da sempre, per poi vivere di quei guadagni. Ora dobbiamo distanziarci, dobbiamo scaglionare le nostre ferie, le nostre vacanze, le nostre visite ai musei, le partecipazioni ai concerti. In questo momento non ci deve essere il tutto e subito, ma una visione più rilassata e lungimirante. Solo in questo modo il comparto turistico potrà essere attraente per nuovi e vecchi viaggiatori“, conclude la blogger.